L' apriori ermeneutico. Domanda di senso e condizione umana
EAN 9788849817683
L’Autore, già allievo di Luigi Stefanini, è molto noto nel mondo della cultura italiana e internazionale per la sua docenza in varie Università e per la pubblicazione di pregevoli saggi di orientamento personalista. Inquadra il presente studio in un itinerario speculativo che ha la sua espressione nei seguenti lavori: Autenticità nella differenza (1989), L’estraneità interiore (2001), Immanenza metodica e trascendenza regolativa (2004). In questo nuovo saggio affronta i temi dei lavori precedenti nell’ulteriore e autonoma prospettiva del pensiero ermeneutico, partendo dall’affermazione di Nietzsche «Non esistono fatti, ma solo interpretazioni», di cui ne mostra il limite in quello che egli chiama “a priori ermeneutico” o “interpretazione dell’interpretazione”.
Con questo egli, facendo riferimento a Gadamer, ma soprattutto a Ricoeur, mostra che le singole interpretazioni di cose, avvenimenti, scelte pratiche, visioni del mondo e della vita sono pressoché infinite, ma l’atto ermeneutico si presenta come attività trascendentale quando l’oggetto dell’interpretazione sia il fatto stesso dell’interpretare, apriori ermeneutico trascendentale nella forma conoscitiva, personale nel suo esercizio. Infatti, mentre nel suo primo livello l’interpretazione è una tecnica di chiarimento – come per tanto tempo è stata intesa -, nel secondo livello avviene un salto qualitativo di significato, essa è un’enunciazione sulla natura, sulla condizione umana, ossia si trasforma in una richiesta di senso, che culmina con quella riguardante il senso ultimo dell’uomo e della sua esistenza. L’interpretare diviene, così, una condizione trascendentale, universale e necessaria e, in ultima analisi, ontologica e metafisica.
Ciò che muove la domanda sul senso finale, difatti, è ciò che potremmo chiamare “qualcosa di divino in noi”, da cui nasce la meraviglia sulla realtà che ci circonda. La stessa risposta negativa “la realtà è senza senso”, non potrebbe essere formulata senza quello che qui viene detto a priori ermeneutico; così pure il nichilismo di Nietzsche non sarebbe stato possibile senza la nostra costitutiva domanda di senso. Questo è in sintesi il nucleo centrale del discorso che l’Autore con rigore e competenza sviluppa in dialogo con filosofi antichi, quali: Socrate, Aristotele, S. Tommaso; e contemporanei: Hegel, Lévinas, Sartre, Maritain ed altri. Si può dunque dire che questo libro può contribuire a che la filosofia oggi ritrovi il suo cammino, liberandosi dalla prigionia dello scetticismo e del relativismo, per spaziare nell’aria salubre della libertà che trova il suo fondamento nella verità e nell’essere.
Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 1/2009
(http://www.pfse-auxilium.org)
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