Ontosofia uno. Saggio per una architettura del conoscere
EAN 9788849817119
Il nostro tempo è contrassegnato da un sapere frammentato che, oltre ad imprigionare nel frammento, rende difficile ogni possibilità di orientamento in base a dei punti di riferimento affidabili. Sorgono allora tanti interrogativi: E’ possibile trovare un dialogo, una cooperazione tra discipline diverse? Quali gli interrogativi a cui ciascuna scienza può rispondere con competenza? Come nascono e come vanno impiegati gli strumenti intellettuali di cui ci si serve ordinariamente per affrontare la realtà? Si può ancora pronunciare la parola verità? In un confronto serrato con il progetto di Jacques Maritain di Distinguere per unire.
I gradi del sapere, e con il pensiero di S. Tommaso d’Acquino, il presente saggio riconsidera il problema di un’architettura del conoscere e propone un itinerario per riscoprire i nessi tra teoria della conoscenza e metafisica. Il titolo stesso necessita di una spiegazione: il secondo termine di Ontosofia uno. Saggio per un’architettura del conoscere fa supporre una continuità, in Ontosofia due. Saggio per una conoscenza dell’umano e poi un terzo Ontosofia tre. Saggio per una umanizzazione del vivere. Da tale esplicitazione si evince il ruolo centrale che svolge la persona, chiave di volta ermeneutica della realtà secondo diversi profili: a partire dall’essere strutturale dell’esistente (è il contenuto di questo primo saggio) per procedere alle condizioni dell’esistenza umana incarnata, e infine all’inesauribile compito di personalizzazione della realtà.
La formula “saggio per”, indica l’intento del lavoro che consiste nel tentativo di rilanciare un dibattito sulla possibilità di contemplare una visione integrata della conoscenza del reale (in seguito alla realtà della persona e infine al suo concreto vivere). Circa lo stile esso si muove tra il trattato e la meditazione, riprendendo dal primo l’elemento sistematico e dalla seconda l’elemento unitivo. Apre il libro, senza titolo, la metafora sponsale, a significare il rapporto tra intelligenza e realtà nell’atto del conoscere, che coniuga ferialità e festa. Mi piace terminare con un auspicio. Il lavoro dal carattere work in progress non si interrompa di fronte alle difficoltà, ma prosegua nel portare a compimento il progetto ideato, perché questo gruppo di giovani, impegnati nella fatica dura della ricerca, stimoli altri, giovani e meno giovani, a trovare punti fermi per un orientamento sicuro, il solo che garantisce l’unità interiore e quindi nel campo culturale.
Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 1/2009
(http://www.pfse-auxilium.org)
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