San Francesco d'Assisi. Un principio senza fine
(Mane Nobiscum) [Con risvolti di copertina]EAN 9788846506597
Nell’ottavo centenario della primitiva regola francescana, approvata oralmente da papa In-nocenzo III nel 1209, sono state molte le pubblicazioni dedicate alla riscoperta del carisma originario del Santo di Assisi, che consiste nella sua volontà di vivere decisamente «secondo la forma del santo Vangelo» (cf. Testamento, 14: FF 116). È noto che il testo di quella prima regola è andato perduto, ma si comprende bene l’importanza di risalire per quanto possibile alla grazia delle origini, ricercando le sorgenti del «piccolo ruscello sgorgato ai piedi del monte Subasio», come ha detto Benedetto XVI ai membri della famiglia francescana, partecipanti al «Capitolo delle stuoie» nell’aprile 2009. In questa ricerca è di valido aiuto il volume che qui presentiamo, frutto della passione e della competenza del prof. dott. G. Pasquale, frate cappuccino, da tempo assiduo collaboratore della nostra rivista, preside dello Studio teologico «Laurentianum» di Venezia e affermato autore nel campo degli studi filosofici, teologici e francescani.
Il libro è scritto dal di dentro del mondo francescano e se ne sente subito il calore fin dall’esordio. Rileggendo coscienziosamente le Fonti Francescane con il cuore, il nostro autore ha scelto di ripercorrere il genere letterario dei Fioretti e apertamente confessa di aver percepito come propri i ricordi, le confessioni e le esperienze che racconta in questa nuova biografia del Santo di Assisi.
La sua struttura si articola in 21 agili capitoli, che inquadrano la vicenda di Francesco nella cornice dell’Umbria duecentesca, nella sua storia gloriosa e nella geografia inconfondibile del suo paesaggio dolcemente ondulato, sopra il quale si erge il dorso pietroso del Subasio. Scavando negli affetti familiari e nei primi anni dell’adolescenza, emerge quindi il ruolo della madre, capace di intuire le profonde aspirazioni del figlio, al di là dei contrasti con la figura paterna, e risalta il fascino che la cavalleria esercitava sul giovane Francesco. Più tardi egli si sentirà di paragonare i suoi frati ai cavalieri erranti che dovevano andare per il mondo al servizio del «Gran Re». Mutando lo stile e il tipo di azione, rimaneva in Francesco lo spirito cavalleresco, che lo spinse alle nozze con Madonna Povertà e a cantare le lodi di Dio come un troubadour dei romanzi allora in voga. Giustamente – nota l’autore – lo straordinario della sua vita fu «che egli non si fermò, […] non si adagiò mai sul traguardo raggiunto, bensì da questo partì per conquistarsi traguardi ulteriori» (p. 53). Tuttavia, il suo non era un misticismo vago, bensì un servizio concreto ai poveri, ai lebbrosi, agli ultimi che diventano la sua nuova famiglia, con a capo il Padre celeste e non più quello terreno. È questo riferimento al Padre che fonda la fraternità di tutti gli esseri viventi, sia delle creature animate, sia del sole e delle stelle. L’amore e la cura dell’ambiente, il rispetto per la vita in ogni sua forma, non sono per Francesco qualcosa di romantico, ma si giustificano in definitiva come risposta operosa dell’uomo ai doni che la generosità del Padre ha profuso nel mondo. Sono questi gli elementi che spiegano l’attualità di Francesco e la validità del suo messaggio per i nostri contemporanei. Le riflessioni dell’autore sono preziose al riguardo e crediamo possano servire ai lettori per andare oltre una visione agiografica tradizionale e comprendere meglio il carisma francescano.
Un’ultima annotazione: nel capitolo finale, l’autore auspica che nel 2017 (V centenario della bolla Ite vos, che sancì la divisione effettiva dell’Ordine dei frati minori) si realizzi il sogno di K. Esser, cioè che si ricostituisca l’«unicità del primo Ordine» francescano, attualmente distinto nei tre rami: quello dei «frati minori», dei «frati minori conventuali», e dei «frati minori cappuccini». Se ciò mostra lo straordinario sviluppo del carisma francescano nella storia, di fronte all’«ecclesiologia di comunione» avviata con il concilio Vaticano II, la riunificazione e l’effettiva unità dell’Ordine appaiono «una necessità non ulteriormente procrastinabile» (p. 181). Non si può che aderire pienamente alla possibilità di questa realizzazione, anche se l’autore sa che il prezzo da pagare non sarà trascurabile.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n. 169 (1/2009)
(http://www.credereoggi.it)
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