Sumphilosophein. La vita nell'Accademia di Platone
(I Robinson. Letture)EAN 9788842092773
A tre anni di distanza dal volume In principio era la meraviglia (Roma-Bari 2007), una presentazione sintetica, rigorosa e ben documentata delle risposte che la filosofia greca ha tentato di dare alle grandi questioni che essa fin dall'inizio si è posta, appare ora questo nuovo volume dell’A., abbastanza simile per tono e per contenuto. Ancora una volta l'oggetto di indagine è la filosofia greca, presentata sulla base di una documentazione di prima mano, con stile insieme chiaro e preciso, esente da inutili sfoggi di erudizione, ma anche rivelativo di una grande competenza, acquisita in lunghi anni di ricerca e di insegnamento. Ancora una volta si utilizza un approccio che privilegia le questioni, i problemi, gli interrogativi più che non i singoli autori, quasi per sottolineare che la filosofia greca non è il frutto di geni isolati e solitari, ma scaturisce da un programma di ricerca di tipo scientifico condiviso da un gruppo ampio di persone.
Tale aspetto, anzi, in questo volume viene ulteriormente accentuato. L'A. infatti concentra la sua attenzione su un significativo ed emblematico momento della filosofia greca, quello che ha avuto luogo nell'Accademia mentre ancora era in vita il suo fondatore: Platone. La parola greca che costituisce il titolo del volume: Sumphilosophein, ricavata da un bellissimo brano di Aristotele tratto dall'Etica Nicomachea, posto proprio in apertura (p. VII), rivela bene il carattere specifico della filosofia come era praticata nella scuola platonica. Fare filosofia nell'Accademia voleva dire provare diletto nel filosofare insieme; un diletto che scaturiva sia dalla passione per la conoscenza e per la ricerca della verità, come pure dal contesto amicale in cui tale ricerca si svolgeva, senza avvertire contrasto od opposizione tra questi due elementi fondamentali della pratica filosofica. L'A. più volte mette in evidenza il clima di grande libertà intellettuale che regnava nell'Accademia. Il giovane Aristotele poteva, ad esempio, permettersi di criticare le idee filosofiche del maestro, senza che tale critica venisse ad incidere in alcun modo sulla venerazione e sull'affetto che egli nutriva nei suoi confronti. L'Accademia tuttavia non era soltanto l'espressione e il frutto di una ricerca filosofica fine a se stessa, ma, in sintonia con la concezione filosofica di Platone, doveva servire alla formazione di uomini politici, i quali, prima di impegnarsi nel governo della città, dovevano imparare ad amare la verità e il bene e dovevano mostrarsi capaci di governare se stessi. Dalla presentazione che ne viene fatta, l'Accademia appare così come una specie di modello paradigmatico di ogni autentica ricerca filosofica.
Venendo ora ai contenuti, il volume, scandito in sei capitoli, dopo un'interessante ricostruzione storica dell'Accademia platonica, intende ricostruire il dibattito che si è sviluppato al suo interno sui grandi temi della filosofia: la costituzione dell'universo (la cosmologia), la natura della realtà (l'ontologia), il principio di ogni cosa (la teologia), il governo di se stessi (l'etica) e della città (la politica), i cui protagonisti sono lo stesso Platone e poi Eudosso di Cnido, Speusippo, Senocrate, Eraclide Pontico e Aristotele. Certamente la ricostruzione del dibattito fa riferimento alle opere di questi autori o al loro pensiero così come ci è stato tramandato dai primi storici della filosofia, eppure, secondo l'A., in queste opere si può come risentire l'eco diretto dei dibattiti così come si erano realmente svolti all'interno della scuola, dal momento che le tesi dei diversi autori vengono puntualmente riprese e discusse. Anche quando tali opere non sono impostate letterariamente come un dialogo, esse appaiono ancora riflettere quel carattere tipico dell'Accademia platonica che era appunto il sumphilosophein, il filosofare insieme in un contesto di autentica libertà intellettuale e di profonda amicizia.
Se l'obiettivo dell'A., al di là delle pur interessanti informazioni che ci offre sulla vita dell'Accademia platonica e sulle questioni che in essa venivano trattate, era quello di suscitare nel lettore la nostalgia e, insieme, l'amore, per una pratica della filosofia abbastanza lontana da quella odierna, mi sembra che egli, con questo volume, l'abbia pienamente raggiunto.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2010, nr. 2
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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