Il figlio prodigo
(Itinerari biblici)EAN 9788839929044
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I ndice
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1. La storia di una famiglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
La gioia di un pastore (Lc 15,4-7) 17
Una donna felice (Lc 15,8-10) 17
«Un uomo aveva due figli» (Lc 15,11-32) 18
La gioia più che il perdono 38
Paternità e filiazione 40
Che Padre è mai questo' 42
Essere figlio' 43
«Pane, amore e gelosia» 45
2. Prime letture, prime questioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
Fonti ebraiche' 48
La parabola è opera di Luca o di Gesù' 51
I padri della chiesa leggono la parabola del figlio prodigo 53
3. Gli scrittori che, un giorno,
hanno incontrato il figlio prodigo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63
«Cercavo' chi ero» (A. Gide) 64
«Colui che non voleva essere amato» (R.M. Rilke) 66
«La parola di Gesù che ha portato più in là» (Ch. Péguy) 68
«Una parabola così luminosa'» (L. Bloy) 71
«Il figlio prodigo siamo noi e il nostro secolo»
(Lanza del Vasto) 73
4. Indugiando su delle immagini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
I maestri vetrai di Bourges 77
Dürer, Bosch, Rubens, Francken, Teniers il Giovane' 81
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Rembrandt o Il ritorno del figlio prodigo 83
Pittori moderni: G. Rouault, M. Chagall 88
5. Il figlio prodigo e i teologi di oggi . . . . . . . . . . . . . . . . . 91
Dives in misericordia (Giovanni Paolo II) 91
«Padre, manda me!» (P.-D. Dognin) 93
Gesù, figlio prodigo del Padre
(H.J.M. Nouwen, H. Denis) 95
Un padre e i suoi figli, tutti «in privazione di essere»
(L. Basset) 99
6. Il figlio prodigo e gli psicanalisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103
Quali figli' Quale padre' Quale ritorno' 103
Il figlio perduto' Sì, quello maggiore! (L. Beirnaert) 106
«La parabola delle speranze deluse» (F. Dolto) 108
L'enigma del padre (D. Stein) 109
Il figlio minore ha superato l'esame di ammissione!
(M. Balmary) 113
7. In ogni tempo, in ogni luogo' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117
Il Loto della buona dottrina 117
Il figlio capriccioso non è solo cosa del passato 119
«Onora il padre e la madre!» 120
L'insegnamento del Corano 122
La saggezza africana 124
8. Padri e figli, in prima pagina! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129
«Padre non si nasce, si diventa» 130
L'odio e la tenerezza 134
9. Il vangelo non è una porcellana di Sassonia! . . . . . . . . . 141
Tutti invitati alla festa! 142
Un bonus inaspettato 143
Dio non è mai stato un calcolatore 146
Filiazione, perdono, gioia 147
La libertà dei figli 149
La chiesa e i suoi 'figli prodighi' 150
Strade e pellegrinaggi 152
«Io sono la via'», dice Gesù! 153
156
L’esegesi proposta all’inizio è molto semplice: riprende versetto per versetto il testo di Luca e ne dà una spiegazione di tipo sincronico. C’è un punto debole nel fatto che viene cercata un po’ troppo spesso la frase ad effetto, talora andando a pescare nel non detto più che nel testo; però nell’insieme il tema centrale della parabola è azzeccato e ribadito con chiarezza. L’A. ripete più volte, infatti, che lo scopo del racconto inventato da Gesú non è portare un esempio di conversione, ma fare intuire agli scribi e ai farisei quanto è grande la gioia di Dio per ogni peccatore che torna a Lui (viene messo bene in luce che la parabola di Lc 15,11-22 è raccontata da Gesú in risposta alle mormorazioni di 15,1-2).
I capitoli centrali si possono raggruppare in due nuclei. Nei cc. 2-6 l’A. ricostruisce una parte della «storia degli effetti» della parabola. Dopo aver affrontato brevemente la questione della storicità (Luca o Gesú), dà uno sguardo ad alcuni Padri della Chiesa, raggruppandoli a partire dal tipo di interpretazione proposta (cosmologica, etnica, etica, pratica). Passa poi all’arte visiva, dai maestri vetrai di Bourges (XIII sec.) ad alcuni artisti moderni quali M. Chagall. Un capitolo è dedicato ai teologi di oggi (la scelta cade sull’enciclica di Giovanni Paolo II Dives in misericordia, P.-D. Dognin, H.J.M. Nouwen, H. Denis, L. Basset) e uno agli psicanalisti. I cc. 7-8 si distanziano invece dalla parabola di Luca e danno uno sguardo a come il rapporto figli-genitori viene sviluppato nella tradizione buddista, nell’antichità classica, nella Bibbia, nel Corano e nella saggezza africana; e poi nella poesia, nel cinema (cita tra gli altri Le chiavi di casa, dell’italiano Gianni Amelio) e nei romanzi di alcuni autori contemporanei.
È ovvio che la rassegna presentata dall’A., per quanto piacevole e ad ampio spettro, non ha la pretesa di essere esaustiva; è comunque sufficiente per illustrare l’opinione di G. Bessière citata all’inizio del volume: «Le parabole non sono riducibili a una sola spiegazione: sparano a raffica. Queste storie da niente sono dentro di noi, ci ‘lavorano’: non ce ne libereremo mai» (p. 7). A tale proposito, dall’insieme del libro e in modo particolare dall’ultimo capitolo si desume che Luneau condivide in pieno la seconda parte dell’affermazione di Bessière, ma pone giustamente alcuni distinguo circa le prime parole.
Da un lato, infatti, rivendica da parte di tutti il diritto di leggere e interpretare le parabole di Gesú, che in un certo senso appartengono all’umanità; «quante letture possibili nel campo pur ristretto della nostra esplorazione! Bisogna dunque arrendersi di buon grado all’idea di Jean Le Du il quale un tempo si rifiutava di vedere nel vangelo una porcellana di Sassonia collocata con molta devozione su una mensola e che non deve essere toccata se non con infinite precauzioni…» (150). Dall’altro lato però ribadisce che non si può far dire alla pagina del Vangelo quello che si vuole e che bisogna accettare che questa non risponda a tutte le domande che frullano per la mente del lettore (per esempio: dov’è la madre? Il figlio maggiore accetterà di entrare? Ecc.); lo dice a chiare lettere nel capitolo dedicato ad alcuni psicanalisti: «bisogna anche che il testo, nel suo tenore originario, non venga dimenticato e non serva da pretesto per sviluppi che, alla fine, non hanno più alcun rapporto con esso» (115).
Concludendo: il libro si legge con facilità e la parte dedicata ad artisti vari è di certo interessante, anche se a volte non è così facile da gustare perché bisogna accontentarsi della propria immaginazione; del resto, forse si potevano riportare le riproduzioni dei dipinti (come hanno fatto opere analoghe qualche anno fa), ma come risolvere il problema delle pellicole cinematografiche? Per quanto riguarda la parte esegetica, a quanto annotato sopra va aggiunto che la bibliografia utilizzata è interessante: tralascia i commentari ma cita alcuni studi specifici, prevalentemente in lingua francese; sarebbe utile al riguardo se alla fine del volume o almeno del capitolo ci fosse una pagina di bibliografia.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2007, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)