Breve storia dell'arte sacra cristiana
(Books)EAN 9788839928771
Timothy Verdon
Breve storia
dell'arte sacra
cristiana
Queriniana
Indice
Introduzione: L'arte sacra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Il concetto di arte sacra nella Bibbia 10
Al servizio della liturgia comunitaria 15
Coordinate scritturistiche, simboliche, storiche 19
1. Dall'arte ellenistica all'arte cristiana . . . . . . 25
Un linguaggio di segni 28
Bisanzio e Ravenna 36
Immagini mistagogiche 39
S. Apollinare in Classe 43
2. Il primo Medioevo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
Il monachesimo occidentale e il suo sistema
religioso e culturale 50
L'arte carolingia e ottoniana 58
L'arte romanica 64
Sistemi decorativi 72
3. Il gotico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
La nuova architettura 78
282 Breve storia dell'arte sacra cristiana
Architettura gotica fuori della Francia 86
Le facciate e la scultura gotica 89
La pittura italiana a cavallo fra XIII e XIV secolo 96
Scultura, architettura e pittura tardo-gotica 102
4. Il XV secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113
Dal gotico internazionale al Rinascimento 114
Filippo Brunelleschi e la nuova architettura 117
Masaccio e la nuova pittura 120
L'ars nova fiamminga 124
Elaborazioni al Nord, scambi transalpini 129
Elaborazioni in Italia 137
Diffusione dello stile rinascimentale
in altre parti d'Italia 142
Roma, Firenze e Milano negli anni 1480-1490 146
Il tardo Quattrocento a Venezia 151
Fine del secolo: da Firenze a Roma 155
5. Il XVI secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 159
Gli inizi tra Roma e Firenze 160
Bramante, Michelangelo e Raffaello a Roma 162
Il primo XVI secolo al Nord 168
L'Italia della maniera e l'arte veneziana 174
Venezia e l'Italia settentrionale 177
L'arte della Controriforma 184
La Spagna, le Fiandre, l'Olanda 191
L'Italia: architettura, pittura e scultura
di fine secolo 194
Roma alla fine del Cinquecento 199
Indice283
6. Il barocco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 201
Roma e gli inizi della pittura barocca 202
Le Fiandre e la Spagna 207
Il Seicento in Francia' 211
' e nei Paesi Bassi 215
L'alto barocco romano: architettura e scultura 219
Altri maestri nella Roma barocca 225
Il tardo-barocco in Italia e in Europa 229
7. Il periodo moderno e contemporaneo . . . . . . . . 235
Nostalgia di cultura cristiana 238
Perdita di fuoco, esaurimento poetico,
scarto culturale 241
Il primo Novecento 248
Manzù e il concilio, Paolo VI e l'arte 253
Dal concilio a oggi 256
Nuove chiese 265
Inserto iconografico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 271
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 273
Timothy Verdon, raccogliendo e sintetizzando gli studi degli ultimi anni, presenta un panorama generale dell’arte sacra cristiana, sviluppandone una lettura iconologica, utile in particolare a coloro che cercano una introduzione alla materia. Dopo aver illustrato le sue coordinate di fondo per identificare lo specifico dell’arte cristiana (coordinate scritturistiche, liturgiche, storiche), l’A. dichiara che all’interno della storia delle religioni esiste un rapporto unico tra arte e cristianesimo.
Per illustrare questo concetto di fondo in una «storia breve», l’A. è costretto a operare la scelta di soffermarsi solamente su alcune creazioni rappresentative e riassuntive di un’epoca (ad esempio l’Evangeliario di Teodolinda) tralasciandone altre. Anche da questo testo traspare con evidenza una attenzione privilegiata per l’arte rinascimentale fiorentina, ambiente di vita dell’A. (si veda al proposito la sintetica ma intensa esposizione circa l’Ospedale degli Innocenti, p. 118). L’altro centro artistico che viene messo in particolare evidenza in tutto lo studio è quello romano, cosí che ci accorgiamo che l’affetto e il pensiero di Verdon sono concentrati su questi due poli; significativo è il ritorno frequente dell’aggettivo «colossale» che rivela il fascino che esercita su di lui l’arte della Roma dei papi, in special modo la Basilica di San Pietro.
Come note critiche potremmo rilevare qualche giudizio un po’ troppo sommario o unilaterale (ad esempio circa l’assenza di cicli nell’arte ravennate, pp. 39-40, o circa «l’arte moderna», fine p. 113); qualche ripresa da lavori precedenti (ad esempio il giudizio sullo stile Neoclassico, p. 237); qualche lettura debole delle opere di alcuni maestri di cui non si mettono sufficientemente in luce le implicanze teologiche e spirituali che ne strutturano l’impianto iconografico e in cui consiste il loro pregio maggiore (ad esempio circa la Crocifissione di Tintoretto, p. 189); qualche scivolone (confusione tra il soldato che trafisse il costato di Cristo segnalato da Gv 19,34 e identificato con Longino e il centurione che proclama la fede menzionato in Mc 15,39, p. 222); qualche valutazione desunta da altri critici (ad esempio Ernst Gombrich per la Moltiplicazione dei Pani di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna, p. 118); qualche limite nell’apparato iconografico delle tavole a colori (non è riportata alcuna opera relativa al Settecento).
Nel complesso questo studio rappresenta davvero una «sintesi che attraversa duemila anni di arte e propone una documentazione essenziale sul rapporto tra cristianesimo e arte» (dalla quarta di copertina) che, per completezza, necessita a nostro avviso di essere integrata con altre prospettive (ad esempio quella dell’angolatura protestante – si veda Jan Van Laarhoven).
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 3/2013
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
Nella civiltà dell’Occidente, come in ogni altra cultura storica, se si ricercano le origini dell’arte, ci s’incontra inevitabilmente con l’esperienza del sacro, con la fede personale, con i riti e le varie pratiche religiose che i popoli hanno utilizzato nel loro rapporto con il divino, dalla realtà semplice della povera gente fino alle visioni mistiche dei santi e dei grandi maestri. Secolo dopo secolo, ispirati dalla fede, gli artisti cristiani hanno plasmato opere di straordinaria bellezza. Verdon, forse il più grande specialista di arte sacra oggi esistente in Italia, traccia in questo volume un profilo completo del rapporto tra cristianesimo e arte, delineandone le basi teologiche, le tappe evolutive e commentando i capolavori dei più illustri maestri nei vari campi espressivi, dalla pittura alla scultura, dai mosaici bizantini fino alle chiese moderne di Le Corbusier e Mario Botta.
Un pregevole inserto di 16 tavole fuori testo illustra l’evoluzione dell’arte sacra cristiana dalle origini fino ai nostri tempi: le immagini non sono fine a se stesse, ma ciascuna viene commentata nel testo con opportuni rinvii. Infine, una vasta bibliografia orientativa suddivisa per le varie epoche apre al lettore ulteriori prospettive di studio e approfondimento specifico. Nell’Introduzione (pp. 5-23) l’autore affronta il tema di che cosa sia l’arte sacra e come si distingua da altri generi d’arte. «Quale coefficiente particolare eleva un edificio o un’opera materiale dal “profano” al “sacro”? Lo stile, il contenuto? La funzione ecclesiale?» (p. 5). La destinazione o finalizzazione religiosa determina certamente il modo con cui un’opera viene percepita, ma anche l’intenzionalità dell’artista ha un ruolo fondamentale nella creazione artistica, specialmente se egli è un credente o se cerca di assecondare la fede dei committenti. Si deve tener conto anche della dimensione storica, perché ogni epoca ha lasciato la sua impronta nelle opere di arte sacra, che così diventano anche testimonianza della fede che le generazioni si tramandano l’una all’altra.
Per quanto riguarda il cristianesimo, una religione che pone a fondamento la fede in Gesù, «immagine del Dio invisibile», l’arte riceve un «fondamento teologico» solido (contro ogni tentazione iconoclasta) e una missione insostituibile nel trasmettere il messaggio di Cristo come attesta la famosa affermazione di Giovanni Paolo II nella sua Lettera agli artisti del 1999: «La chiesa ha bisogno dell’arte», una frase che sintetizza e riprende gli appelli fatti più volte da Paolo VI. I vari capitoli del libro evidenziano le logiche interne di un processo millenario che ha portato la chiesa ad assumere varie forme artistiche (dal romanico, al gotico, al rinascimento classico e al barocco, ecc.) poste al servizio della liturgia comunitaria, anzitutto con la costruzione di edifici sacri diversi da quelli dei templi pagani e proseguendo con le raffigurazioni ispirate dai racconti biblici, fino ai dettagli ornamentali dei paramenti, delle oreficerie, delle vetrate (la biblia pauperum) e delle miniature nei libri sacri.
L’arte del passato, utilizzando i più diversi simboli, ha costituito un «deposito visivo» che ci permette di intuire il mistero del Verbo della vita, che era presso il Padre, ma si è reso visibile agli uomini. Chi desidera studiare la storia dell’arte sacra cristiana, trova in questo libro una guida intelligente e chiara che gli farà capire e gustare veramente il senso delle creazioni artistiche, riscoprendo così la bellezza della fede e le radici cristiane della cultura e della civiltà occidentale. In particolare emerge l’influsso degli ordini religiosi sull’evolversi delle tipologie artistiche, dapprima con i monaci dell’alto Medioevo, poi con i francescani e i domenicani, per finire con i gesuiti. Ognuna di queste comunità religiose è legata a precise creazioni artistiche, basti ricordare gli affreschi di Giotto ad Assisi e a Padova o le grandi cattedrali gotiche di Francia e Inghilterra. Per contrasto, nell’ultimo capitolo, Verdon nota la difficoltà di coniugare le nuove tendenze artistiche con le esigenze liturgiche della fede. Il conservatorismo, ancorato alla tradizione figurativa precedente, si giustifica talvolta come reazione a un individualismo stilistico che rasenta l’anarchia, ma non può essere l’atteggiamento giusto. Anche l’arte astratta può essere adatta al mistero celebrato e spingere il cuore umano nella ricerca dell’autentica bellezza.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n. 6 del 2013
(http://www.credereoggi.it)
Nella civiltà dell’Occidente, come in ogni altra cultura storica, se si ricercano le origini dell’arte, ci s’incontra inevitabilmente con l’esperienza del sacro, con la fede personale, con i riti e le varie pratiche religiose che i popoli hanno utilizzato nel loro rapporto con il divino, dalla realtà semplice della povera gente fino alle visioni mistiche dei santi e dei grandi maestri. Secolo dopo secolo, ispirati dalla fede, gli artisti cristiani hanno plasmato opere di straordinaria bellezza. Verdon, forse il più grande specialista di arte sacra oggi esistente in Italia, traccia in questo volume un profilo completo del rapporto tra cristianesimo e arte, delineandone le basi teologiche, le tappe evolutive e commentando i capolavori dei più illustri maestri nei vari campi espressivi, dalla pittura alla scultura, dai mosaici bizantini fino alle chiese moderne di Le Corbusier e Mario Botta.
Un pregevole inserto di 16 tavole fuori testo illustra l’evoluzione dell’arte sacra cristiana dalle origini fino ai nostri tempi: le immagini non sono fine a se stesse, ma ciascuna viene commentata nel testo con opportuni rinvii. Infine, una vasta bibliografia orientativa suddivisa per le varie epoche apre al lettore ulteriori prospettive di studio e approfondimento specifico. Nell’Introduzione (pp. 5-23) l’autore affronta il tema di che cosa sia l’arte sacra e come si distingua da altri generi d’arte. «Quale coefficiente particolare eleva un edificio o un’opera materiale dal “profano” al “sacro”? Lo stile, il contenuto? La funzione ecclesiale?» (p. 5). La destinazione o finalizzazione religiosa determina certamente il modo con cui un’opera viene percepita, ma anche l’intenzionalità dell’artista ha un ruolo fondamentale nella creazione artistica, specialmente se egli è un credente o se cerca di assecondare la fede dei committenti. Si deve tener conto anche della dimensione storica, perché ogni epoca ha lasciato la sua impronta nelle opere di arte sacra, che così diventano anche testimonianza della fede che le generazioni si tramandano l’una all’altra.
Per quanto riguarda il cristianesimo, una religione che pone a fondamento la fede in Gesù, «immagine del Dio invisibile», l’arte riceve un «fondamento teologico» solido (contro ogni tentazione iconoclasta) e una missione insostituibile nel trasmettere il messaggio di Cristo come attesta la famosa affermazione di Giovanni Paolo II nella sua Lettera agli artisti del 1999: «La chiesa ha bisogno dell’arte», una frase che sintetizza e riprende gli appelli fatti più volte da Paolo VI. I vari capitoli del libro evidenziano le millenario che ha portato la chiesa ad assumere varie forme artistiche (dal romanico, al gotico, al rinascimento classico e al barocco, ecc.) poste al servizio della liturgia comunitaria, anzitutto con la costruzione di edifici sacri diversi da quelli dei templi pagani e proseguendo con le raffigurazioni ispirate dai racconti biblici, fino ai dettagli ornamentali dei paramenti, delle oreficerie, delle vetrate (la biblia pauperum) e delle miniature nei libri sacri.
L’arte del passato, utilizzando i più diversi simboli, ha costituito un «deposito visivo» che ci permette di intuire il mistero del Verbo della vita, che era presso il Padre, ma si è reso visibile agli uomini. Chi desidera studiare la storia dell’arte sacra cristiana, trova in questo libro una guida intelligente e chiara che gli farà capire e gustare veramente il senso delle creazioni artistiche, riscoprendo così la bellezza della fede e le radici cristiane della cultura e della civiltà occidentale. In particolare emerge l’influsso degli ordini religiosi sull’evolversi delle tipologie artistiche, dapprima con i monaci dell’alto Medioevo, poi con i francescani e i domenicani, per finire con i gesuiti. Ognuna di queste comunità religiose è legata a precise creazioni artistiche, basti ricordare gli affreschi di Giotto ad Assisi e a Padova o le grandi cattedrali gotiche di Francia e Inghilterra. Per contrasto, nell’ultimo capitolo, Verdon nota la difficoltà di coniugare le nuove tendenze artistiche con le esigenze liturgiche della fede. Il conservatorismo, ancorato alla tradizione figurativa precedente, si giustifica talvolta come reazione a un individualismo stilistico che rasenta l’anarchia, ma non può essere l’atteggiamento giusto. Anche l’arte astratta può essere adatta al mistero celebrato e spingere il cuore umano nella ricerca dell’autentica bellezza.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n. 6 del 2013
(http://www.credereoggi.it)
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ROSELLA CAPORALETTI il 7 novembre 2012 alle 17:10 ha scritto:
L'ARTE MI APPASSIONA DAI TEMPI DELL'ADOLESCENZA,QUANDO L'ARTE SPOSA LA STORIA DI TUTTI GLI UOMINI BATTEZZATI, ED E' MEZZO DI APPROFONDIMENTO PER QUANTO RIGUARDA IL CREDO PERSONALE E' SEMPRE GRADITO L'APPROFONDIMENTO.
LA BELLEZZA SALVERA' IL MONDO!(NON SONO PAROLE MIE...MA LE SENTO MIE DA SEMPRE!)
edisetta pozzati il 10 febbraio 2018 alle 09:53 ha scritto:
Un saggio semplice ma completo e approfondito sull?arte cristiana dalle origini ai giorni nostri. Anche la parte delle tavole con le immagini è utile a comprendere e collocare le opere descritte dall?autore.