Gesù
-Un ritratto
(Books)EAN 9788839928740
Indice
Prefazione 5
1. La bellezza di Gesù 17
2. Il regno di Dio in persona 37
3. Divino e umano 67
4. Gesù il guaritore 83
5. I significati dei miracoli 102
6. Gesù il narratore 122
7. La parabola dell'amore del Padre 160
8. Gesù il Maestro 181
9. Di fronte alla morte 206
10. Gesù il Servo sofferente 229
11. Gesù, il Signore della gloria 253
12. Gesù, la Presenza costante 277
Epilogo 307
Bibliografia selezionata 309
Indice dei nomi 313
La persona di Gesù rimane «un mistero di cui stupirsi e con cui ingaggiare un corpo a corpo», perché tutti «siamo parte della sua storia e del suo mistero». L’a. contrasta in modo efficace la diffusa tendenza «sensazionalistica o evasiva» di quanto oggi si vede o si legge a proposito del «fondamentale dramma religioso creato dalla vita, morte, risurrezione di Gesù di Nazaret» e il suo tentativo offre un ritratto che, fondandosi saldamente sulla testimonianza evangelica, rileva i tratti individuali e unici del carattere di Gesù in modo accessibile, gradevole e impreziosito da una profonda erudizione.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2010 n. 22
(http://www.ilregno.it)
Un altro libro su Gesú di un esperto di cristologia e del problema cruciale della risurrezione, professore emerito che ha dedicato la sua vita all’insegnamento della teologia fondamentale e sistematica alla Università Gregoriana (si veda la quarta di copertina). Qui egli vuole smettere le vesti del teologo e vestire quelle dell’amico di Gesú, che si accosta a lui per ravvivare la sua amicizia e aiutare altri a ravvivarla (p. 6 e 307). Motivo ne è il fatto che i mezzi di comunicazione sociale che parlano di Gesú o indulgono a ipotesi volutamente fantasiose e accattivanti o si fermano a delle banalità di carattere storico senza confrontarsi con la persona di Gesú. «Questo tipo di evasione sopravvive nel lavoro di coloro che presentano Gesú o scrivono di lui, ma evitano a qualunque costo un incontro faccia a faccia con la persona testimoniata e rivelata da Marco, Matteo, Luca e Giovanni» (p. 8). Un incontro dunque egli vuol realizzare, cui rendere partecipi i suoi lettori. Il metodo usato è molto personale e non si presta a una precisa qualificazione. Infatti egli intende tener conto della ricerca storica e perciò della critica, ma quel tanto che gli serve per meglio presentare Gesú usando le fonti storiche; molto più egli ricorre ad una lettura personale dei vangeli, includendovi la sua teologia, la sua esperienza personale e aggiungendo molti riferimenti culturali, di carattere letterario e figurativo, che rendono il discorso vivace. Il ritratto che egli delinea si snoda in 12 capitoli: La bellezza di Gesú, Il regno di Dio in persona, Divino e umano, Gesú il guaritore, I significati dei miracoli, Gesú il narratore (di parabole), La parabola dell’amore del Padre, Gesú il Maestro, Di fronte alla morte, Gesú il Servo sofferente, Gesú il Signore della gloria, Gesú la Presenza costante come risulta dal vangelo di Giovanni ove Gesú interroga e incontra personaggi emblematici. Un breve epilogo conclude il percorso.
Mi sembra che la parte più nuova e per me più interessante è il capitolo primo sulla bellezza di Gesú, evidentemente legata al ritratto di lui, anche se necessariamente un po’ artificiosa. Nei restanti capitoli quelli che meglio riflettono anche l’esperienza dell’autore sono i due sulle parabole, dato che Gesú ha impresso in esse il suo autoritratto.
Alla fine, nel breve epilogo, l’a. ribadisce la necessità dell’amicizia per conoscere e comprendere Gesú: «Potremmo parafrasare questa osservazione (di Sant’Agostino: Nemo nisi per amicitiam cognoscitur) dicendo: ‘Devi essere amico di qualcuno prima di poterlo conoscere veramente’ . Ma chi oserebbe affermare: ‘Sono un vero amico di Gesú?’. Eppure, una certa dose di amicizia con Gesú, o perlomeno il desiderio di tale amicizia, è indispensabile a chiunque voglia cimentarsi nella scoraggiante impresa di descriverlo e di interpretarlo. Soltanto coloro che desiderano seguirlo come discepoli e avere un rapporto vitale con lui nella preghiera possono, sia pure con esitazione e soltanto parzialmente, comprenderlo e interpretarlo» (p. 307-8). È quello che ha tentato di fare lui nel delineare il suo ritratto di Gesú.
Tratto dalla Rivista Studia Patavina 2011 n. 1
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
Esistono molti libri su Gesù. Specialmente negli ultimi tempi sembra che ci sia una corsa a produrre titoli sensazionali che pretendono di aver scoperto la «verità» definitiva sull’uomo «che ha cambiato la storia». Pochi sono però gli autori che sanno congiungere una sicura informazione storico-scientifica sull’evento Gesù con un linguaggio accessibile al grande pubblico e con una partecipazione personale, che invita il lettore a sperimentare lui stesso quanto nel libro viene presentato. O’Collins si è cimentato con successo in questa impresa: nella lunga prefazione (pp. 5-16) introduce il lettore nella problematica del «mistero di Gesù», per poi delineare in 12 capitoli un ritratto avvincente del Nazzareno, che comincia con il titolo significativo: La bellezza di Gesù.
L’A., pur menzionando i ritratti di Gesù forniti dai singoli evangelisti, dichiara (cf. nota 3 di p. 8) il suo intento: presentare un’elaborazione personale del «volto» di Cristo. Anche lo schema, tradizionale ormai, dei tre stadi della formazione dei vangeli è ben chiaro. In particolare viene valorizzata la testimonianza dei testimoni oculari, come via di accesso al Gesù storico, secondo i recenti studi di R. Bauckham, per cui «fra la storia terrena di Gesù (primo stadio) e la stesura dei vangeli (terzo stadio), i testimoni oculari giocarono un ruolo centrale e autorevole nel guidare la trasmissione delle tradizioni su Gesù (secondo stadio)» (p. 11).
Su queste premesse, l’invito che O’Collins fa ai suoi lettori è di mettersi di fronte alla storia di Gesù come a uno specchio vivente in cui vediamo noi stessi, i nostri problemi e le vicende del mondo, cioè tutto quello di cui cerchiamo il fine e il significato. Per questo si comprende come il c. 1 sia dedicato alla bellezza di Gesù, citando Agostino («Tardi ti ho amato, bellezza antica e sempre nuova ») e il famoso detto di F. Dostoevskij: «La bellezza salverà il mondo». Queste citazioni sono solo alcune tra le molte: in tutto il libro, l’A. tiene sempre presente l’arte, la letteratura e i film che hanno tratto ispirazione dalla storia di Gesù. In tal modo il ritratto che ci presenta è davvero affascinante, poliedrico, pieno di agganci con la cultura del passato e del presente, che diventano altrettante chiavi per interpretare la figura del Nazzareno e gli episodi evangelici come il battesimo e la trasfigurazione, ma anche la passione e la croce, fino alla risurrezione.
L’immagine di Gesù sposo, «bello» anche nei supplizi, invita il credente alla gioia del banchetto delle nozze tra Dio e l’umanità, quando la storia avrà il suo compimento nel regno dei cieli. Gesù è questo regno incarnato nella sua persona (c. 2), è veramente il «Dio con noi», venuto a condividere la nostra condizione umana, in tutto fuorché nel peccato (c. 3); è il guaritore, pieno di compassione, che risana le ferite dei nostri peccati (c. 4). È questo il senso profondo dei miracoli da lui compiuti, che fanno intravedere il regno dei cieli (c. 5). Molto bello il c. 6 su Gesù narratore, in cui si mette in risalto la capacità espressiva e la ricchezza inesauribile delle parabole evangeliche, in particolare quelle che descrivono l’amore del Padre per la pecora perduta e il figlio che si è allontanato e va ramingo nel mondo (c. 7).
Gesù Maestro è il tema del c. 8, in cui si sottolinea il messaggio delle beatitudini, si mostra quale deve essere lo stile della preghiera autentica (Padre nostro) e quali sia il comandamento più grande. I cc. 9, 10 e 11 trattano gli eventi finali della storia di Gesù: il suo atteggiamento davanti alla morte, accettata liberamente; la sua passione che lo fa identificare come il Servo sofferente di Yhwh; e la risurrezione che lo fa entrare definitivamente come Signore della gloria e lo rende una presenza costante in mezzo agli uomini (c. 12): Gesù continua a interrogare ogni persona ed è sempre pronto a incontrare chi si rivolge a lui, anche di notte come Nicodemo. Sintetizzando il senso del suo lavoro, O’Collins dice che si tratta di «un ritratto che fa memoria ed esperienza di Gesù». Penso che non si possa dire niente di meglio per raccomandare la lettura di questo splendido libro.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n. 5 del 2011
(http://www.credereoggi.it)
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