Trattato su Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore
-(Nuovo Corso di Teologia Sistematica 3)
(Grandi opere)EAN 9788839924032
Indice generale
Introduzione generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
parte prima
L'EVENTO DI GESÙ CRISTO «SECONDO LE SCRITTURE»
1. La questione del Gesù storico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
1.1. Le diverse fasi della ricerca storica
1.1.1. The Old Quest. Da H.S. Reimarus ad A. Schweitzer
(1778-1906) 19
1.1.2. The No Quest di R. Bultmann (1921-1953) 23
1.1.3. The New Quest post-bulmanniana (1953-1980) 25
1.1.4. The Third Quest sul Gesù storico (1980-) 26
1.1.5. La comprensione di Gesù tra storia e fede 30
1.2. Le fonti e il metodo dell'indagine su Gesù 36
1.2.1. La letteratura extrabiblica 36
1.2.2. Gli scritti del Nuovo Testamento 46
1.2.3. I criteri di autenticità storica delle fonti 52
1.2.4. Osservazioni metodologiche conclusive 60
Temi di studio 64
2. Il contesto dell'evento di Gesù Cristo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
2.1. L'orizzonte anticotestamentario,
patrimonio storico e religioso di Gesù 67
2.1.1. Gesù Cristo, nell'uno e nell'altro Testamento 67
2.1.2. La speranza messianica e le attese salvifiche d'Israele 72
2.2. La situazione sociale, politica e religiosa della Palestina 85
1076 Indice generale
2.2.1. La terra e la gente di Palestina 86
2.2.2. Le autorità politiche e religiose 88
2.3. L'ambiente religioso ebraico 93
2.3.1. Il comune orizzonte spirituale 93
2.3.2. Gli esseni 99
2.3.3. I farisei 104
2.3.4. I sadducei 106
2.3.5. Gli zeloti 108
Temi di studio 110
3. Il cammino messianico di Gesù . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113
3.1. Dalla fede nel Dio d'Israele all'esperienza del Dio/Abbà 115
3.1.1. L'infanzia a Nazaret 115
3.1.2. Nell'ambito della religiosità quotidiana 117
3.1.3. In rapporto con Giovanni il Battista 119
3.1.4. In rapporto alle Scritture e al culto 125
3.1.5. Nella relazione orante con il Dio/Abbà 131
3.2. Il ministero del regno 138
3.2.1. La proclamazione
del regno imminente e già presente 140
3.2.2. I miracoli di Gesù,
manifestazioni della signoria di Dio 147
3.2.3. La comunità dei discepoli di Gesù 154
3.2.4. L'etica di Gesù 165
Temi di studio 170
4. L'autocomprensione di Gesù, Figlio inviato . . . . . . . . . . . . . . . 174
4.1. I titoli indicativi dell'autocoscienza filiale 177
4.1.1. Cristo-messia 177
4.1.2. Figlio dell'uomo 180
4.1.3. Figlio di Dio 185
4.2. La coscienza filiale e messianica di Gesù 190
4.3. L'autocoscienza di Gesù tra il regno e la Chiesa 196
4.3.1. Regno di Dio e autocoscienza di Gesù 196
4.3.2. Gesù e la Chiesa 199
Temi di studio 202
Indice generale 1077
5. Verso il compimento pasquale:
l'avvento di Dio nell'esodo di Gesù . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 205
5.1. La pretesa di Gesù, annunciatore
del regno e testimone del Padre 206
5.2. L'ultima cena 211
5.3. Coscienza e senso del destino di Gesù 215
5.4. La cattura, i processi e la condanna 220
5.5. La morte in croce 230
5.6. Le testimonianze della risurrezione 235
5.6.1. Il sepolcro vuoto 236
5.6.2. Le apparizioni 239
5.6.3. Il senso dell'evento 245
Temi di studio 251
6. La comprensione pasquale dell'evento di Gesù Cristo . . . . . . . 253
6.1. L'esperienza cristiana del Crocifisso Risorto nello Spirito 254
6.2. Monoteismo giudaico ed inclusione/'venerazione'
di Gesù nella sfera divina 258
6.3. La pluralità dei modelli comprensivi
dell'evento cristologico 264
6.3.1. La prospettiva ascendente:
l'innalzamento e l'elezione 265
6.3.2. La retrospettiva discendente:
la preesistenza e l'incarnazione 266
6.4. Le lettere di Paolo 268
6.5. La tradizione paolina 274
6.6. La lettera agli Ebrei 277
6.7. La tradizione sinottica 280
6.8. Il quarto vangelo e la tradizione giovannea 289
6.9. Il valore paradigmatico e normativo
della cristologia del Nuovo Testamento 304
Temi di studio 308
1078 Indice generale
parte seconda
LE IMMAGINI DEL FIGLIO DI DIO
NELLA TRADIZIONE DELLA FEDE
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 315
7. Il quadro giudeo-cristiano (II sec.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 318
7.1. Le fonti giudeo-cristiane 320
7.2. Le principali tendenze cristologiche giudeo-cristiane 322
7.2.1. La cristologia ebionitica 322
7.2.2. La cristologia angelica 327
7.2.3. I titoli del Verbo'Figlio di Dio 330
7.3. La visione di Cristo nel giudeo-cristianesimo 332
7.3.1. Il battesimo 335
7.3.2. La discesa agli inferi 340
7.3.3. La croce 346
7.3.4. La risurrezione-ascensione 349
7.4. Le prime grandi intuizioni cristologiche 353
7.4.1. Ignazio d'Antiochia 354
7.4.2. Giustino 355
7.4.3. Ireneo di Lione 358
7.5. Osservazioni conclusive 362
Temi di studio 365
8. Il quadro ellenistico (II-III sec.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 367
8.1. Incipienti eresie nella transizione:
monarchianismo, adozionismo, docetismo 367
8.2. Il Lógos preesistente e la sua incarnazione 374
8.2.1. Ippolito 375
8.2.2. Tertulliano 380
8.3. La cristologia gnostica 386
8.3.1. Gli ofiti e i gruppi affini 389
8.3.2. Diversi orientamenti dei valentiniani 392
8.4. Le prime cristologie alessandrine 400
8.4.1. Clemente Alessandrino 401
8.4.2. Origene 406
8.5. L'inculturazione della fede in Cristo
nel contesto ellenistico 413
Temi di studio 420
Indice generale 1079
9. Il quadro dogmatico dei grandi concili cristologici
(IV-VIII sec.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 422
9.1. L'arianesimo e il concilio di Nicea (325) 423
9.1.1. La teoria di Ario 423
9.1.2. La fede cristologica di Nicea 430
9.1.3. La cristologia di Atanasio 440
9.2. La controversia sull'anima di Cristo e altre prospettive 451
9.2.1. La teoria di Apollinare di Laodicea 451
9.2.2. La riflessione dei padri Cappadoci 455
9.2.3. La cristologia antiochena 465
9.2.4. Il contributo occidentale 474
9.3. La controversia nestoriana e il concilio di Efeso (431) 485
9.3.1. La cristologia di Nestorio 485
9.3.2. Cirillo di Alessandria e le decisioni di Efeso 490
9.4. Il monofisismo e il concilio di Calcedonia (451) 501
9.4.1. La teoria di Eutiche
e la cristologia di papa Leone I 501
9.4.2. La formula cristologica di Calcedonia 511
9.5. Verso i concili di Costantinopoli II, III e Nicea II 518
9.5.1. Il neocalcedonismo
e il concilio di Costantinopoli II (553) 521
9.5.2. Il monotelismo e il concilio di Costantinopoli III
(680-681) 534
9.5.3. La controversia iconoclasta
e il concilio di Nicea II (787) 549
9.6. La discussione contemporanea
sulla cristologia calcedonese 554
Temi di studio 568
10. Il quadro medievale (IX-XIV sec.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 571
10.1. Linee di cristologia bizantina 572
10.2. Linee di cristologia latina nell'alto medioevo 577
10.2.1. Dall'epoca carolingia alla riforma gregoriana
(IX-XI sec.) 580
10.2.2. Anselmo di Canterbury 588
10.3. Linee di cristologia scolastica nel sec. XII 598
10.3.1. Dal chiostro alla scuola 598
10.3.2. Da Pietro Abelardo a Bernardo di Clairvaux 602
10.4. Linee cristologiche nel tardo medioevo (XIII-XIV sec.) 619
1080 Indice generale
10.4.1. Il Redentore e la sua umanità 619
10.4.2. Bonaventura da Bagnoregio 624
10.4.3. Tommaso d'Aquino 631
10.4.4. Verso la fine dell'epoca medievale 650
Temi di studio 654
11. Il quadro moderno (XV-XIX sec.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 658
11.1. Tra medioevo e rinascimento 658
11.1.1. Nicolò Cusano 661
11.1.2. Società e predicazione 666
11.2. I riformatori 671
11.2.1. Il clima culturale alla vigilia della riforma 671
11.2.2. Martin Lutero 674
11.2.3. Giovanni Calvino 689
11.3. Il concilio di Trento e la controriforma 692
11.3.1. Il Tridentino e la seconda scolastica 693
11.3.2. La mistica spagnola del siglo de oro 696
11.4. Il Cristo dei filosofi 700
11.4.1. Nel contesto illuminista 702
11.4.2. Nel contesto idealista 709
11.4.3. Oltre Hegel 719
Temi di studio 727
parte terza
LE ODIERNE CRISTOLOGIE CONTESTUALI
Introduzione: L'inculturazione della fede oggi . . . . . . . . . . . . . . . 731
12. Le cristologie prevalenti nel contesto europeo . . . . . . . . . . . . . 739
12.1. Linee di ricerca cristologica
nella seconda metà del Novecento europeo 739
12.2. L'autorivelazione cristocentrica di Dio
(K. Barth e altri autori protestanti) 744
12.3. L'evoluzione cosmica in Cristo (P. Teilhard de Chardin) 756
12.4. Il compimento trascendentale
dell'uomo in Cristo (K. Rahner) 760
12.5. La bellezza trinitaria dell'amore pasquale
(H.U. von Balthasar) 764
Indice generale 1081
12.6. La storia di Gesù Cristo (W. Kasper) 765
12.7. Gesù modello di perfetta umanità
(E. Schillebeeckx, C. Duquoc, J. Moingt) 767
12.8. Cristo pienezza escatologica
(J. Moltmann, W. Pannenberg, M. Bordoni) 774
12.9. Il Gesù storico dei vangeli
(J. Ratzinger ' Benedetto XVI) 780
Temi di studio 787
13. Le cristologie nel contesto latinoamericano . . . . . . . . . . . . . . . 791
13.1. Una nota storica sul subcontinente latinoamericano 792
13.2. La nascita della teologia della liberazione
in America Latina 796
13.3. La visione cristologica della liberazione 799
13.4. La teologia india o indigena 805
13.5. Le nuove sfide odierne:
la teologia pluralista della liberazione 810
13.6. La V Conferenza del CELAM ad Aparecida (2007) 818
Temi di studio 826
14. Le cristologie nel contesto africano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 830
14.1. Uno sguardo al contesto socio-culturale africano 830
14.2. La riflessione teologica africana 832
14.2.1. Le origini della teologia africana 832
14.2.2. La visione africana del mondo e gli antenati 833
14.3. I principali approcci cristologici 835
14.4. I volti e i nomi di Gesù in Africa 837
14.4.1. Il Gesù nero 838
14.4.2. Gesù come Capo-Re 841
14.4.3. Gesù come Maestro d'iniziazione 843
14.4.4. Gesù come Guaritore 845
14.4.5. Gesù come Antenato 848
14.5. L'odierna sfida della riconciliazione 851
Temi di studio 852
15. Le cristologie nel contesto asiatico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 856
15.1. Uno sguardo al contesto storico,
culturale e religioso asiatico 856
1082 Indice generale
15.2. La transizione conciliare
e la nascita delle teologie contestuali 859
15.3. Le cristologie asiatiche 861
15.3.1. Figure di Cristo nelle teologie indiane 862
15.3.2. 'La via filippina a Gesù' 875
15.3.3. La ricerca del volto cinese di Gesù Cristo 877
Temi di studio 883
16. Le cristologie nel contesto femminile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 890
16.1. Il sorgere della questione 890
16.2. Nel contesto occidentale 894
16.3. Nel contesto afro-americano 896
16.4. Nel contesto asiatico 898
16.4.1. Nelle Filippine 900
16.4.2. In Corea 902
16.4.3. In Cina 905
16.4.4. In India 908
Temi di studio 911
parte quarta
IL MISTERO DEL SALVATORE
IN PROSPETTIVA SISTEMATICA
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 917
17. Ricognizione delle figure soteriologiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . 924
17.1. Il Salvatore in prospettiva discendente 926
17.1.1. Illuminazione e rivelazione 927
17.1.2. Redenzione e liberazione 929
17.1.3. Divinizzazione e giustificazione 935
17.2. Il Salvatore in prospettiva ascendente 939
17.2.1. Sacrificio ed espiazione 939
17.2.2. Rappresentanza e solidarietà 942
17.3. Cristo riconciliatore 948
Temi di studio 951
18. Soteriologia cristiana e pluralismo religioso . . . . . . . . . . . . . . . 954
18.1. Punti di partenza, impostazioni teologiche, esiti 957
Indice generale 1083
18.2. Il magistero ecclesiale 966
18.2.1. Il concilio Vaticano II 969
18.2.2. L'insegnamento di Giovanni Paolo II 973
18.2.3. Altri documenti magisteriali 979
18.3. La cristologia inclusiva e l'orizzonte pneumatologico 988
18.3.1. Orizzonte cosmico-evolutivo 989
18.3.2. Orizzonte pneumatologico 993
18.4. Per una visione sintetica della salvezza cristiana 996
Temi di studio 1000
19. Per una comprensione sistematica
della singolare universalità cristologica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1003
19.1. Originalità e contenuto
dell'esperienza religiosa di Gesù 1007
19.1.1.La singolare relazione tra Gesù e il Padre 1007
19.1.2. L'esperienza cristiana del Crocifisso Risorto
secondo la rilettura del linguaggio dogmatico
di Calcedonia 1019
19.2. L'esperienza religiosa nella luce cristologico-trinitaria 1025
19.3. Una prospettiva aperta sull'ontologia trinitaria 1036
Temi di studio 1045
Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1047
L’interesse per Gesù è crescente. Lo dimostrano le pubblicazioni di questi ultimi tempi, di ottimo livello, condotti con profondità e competenza. È il caso della poderosa opera di Maurizio Gronchi che ha consegnato al pubblico il Trattato su Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore (Queri-niana, Brescia 2008, € 65,00). Il titolo evidenzia i contenuti, la natura, il metodo, l’ampiezza del prestigioso lavoro, frutto della fede personale dell’Autore, della ricerca, dell’attività accademica presso l’università Ur-baniana di Roma. I contenuti sono i classici: l’identità di Gesù e la soteriologia.
L’identità non si ferma alle tematiche tradizionali, cari ai primi secoli della storia del dogma, legati in particolare alla metafisica (le due nature, la persona, l’unione ipostatica…), ma riscopre ed evidenzia, nell’itinerario storico successivo, fino ai giorni nostri, il vissuto del popolo cristiano in ordine alla conoscenza e all’esperienza di Gesù Cristo. Nel lavoro, si coglie l’interesse dello studioso e la sua carità; si nota il rigore accademico e la preoccupazione di offrire una via per conoscere Gesù Cristo. Dal punto di vista del metodo, è evidente l’impostazione suggerita dal Concilio Vaticano II (Optatam totius 16): la cristologia è compresa a partire dalla Parola di Dio, passando attraverso i Padri, il Magistero, fino alla ri-flessione teologica. Circa l’ampiezza, il Gronchi, nel suo Trattato, oltre alla completezza delle parti del metodo sviluppate, è ampio e profondo in ogni sua parte, sviluppata con grande competenza, con rigore storicoscientifico, con profondità teologica.
Partendo dalla parola di Dio e ripercorrendo venti secoli di cristiane-simo, il discorso su Gesù si è fatto ricco e complesso. Si accentuato lo spirito critico, a partire dal Concilio Vaticano II, ha favorito l’accostamento a Gesù evitando sia il razionalismo che il fideismo. Si è accentuata molto, in particolare nel XX secolo, l’intelligenza della fede. Nell’opera di Maurizio Gronchi è evidente la linea della grande tradizione cristiana. Le parti sono sostanzialmente quattro, ben sviluppate e articolate: 1. L’eveneto di Gesù Cristo secondo le Scritture; 2. Le immagini del Figlio di Dio nella tradizione della fede; 3. Le odierne cristologie contestuali; 4. Il mistero del Salvatore in prospettiva sistematica. Chi conduce una ricerca su Gesù Cristo trova in questa opera una miniera non di notizie, ma di idee che aiutano a comprendere la persona e l’opera del Figlio di Dio. Di particolare interesse è l’approccio con le aree geografiche (cristolo-gie contestuali) per le quali più che parlare di inculturazione, si dovrebbe parlare di appropriazione, modo tipico con cui la cultura asiatica, africana e sud-americana concepisce Gesù. Molto interessante e completo è l’excursus storico. Direi che non manca niente. Sia ha tra le mani un testo di sicura dot-trina, dal linguaggio accessibile, sia dai teologi che dai cristiani che ama-no conoscere il Signore.
Tratto dalla Rivista "Fides et Ratio" n. 1/2009
(http://www.issrguardini.taranto.it)
«Ci si potrebbe legittimamente chiedere che ragione c’è di scrivere un altro testo di cristologia, che va ad aggiungersi alla miriade di pubblicazioni odierne, già di per sé valide e complete. Più ragioni mi hanno convinto. Anzitutto, ho pensato di ricostruire il profilo dell’evento di Gesù – di cui le Scritture sacre custodiscono la memoria e trasmettono l’annuncio di fede – con la maggior attenzione possibile al carattere storico della vicenda. Sempre sul piano storico, quindi, ho cercato di seguire gli sviluppi dogmatici che la tradizione della fede ecclesiale ha maturato nel corso dei secoli (dando un certo rilievo anche all’epoca medievale, di solito abbreviata). In terzo luogo, l’opportunità di offrire a docenti e studenti di teologia un lavoro che consenta di muoversi nell’ampio panorama contestuale in cui oggi il cristianesimo si va sempre più radicando. Questo è il motivo della terza parte, propriamente stimolata da un ambiente come quello della Pontificia Università Urbaniana […]. Infine, alla ripresa sistematica del mistero del Salvatore ho dedicato l’ultima parte, con l’attenzione volta alla questione del pluralismo religioso, cui si riferisce, in modo particolare, la necessaria composizione tra dialogo e annuncio missionario» (pp. 8-9).
Oltre alle condizioni generali che hanno determinato l’elaborazione del discorso cristologico, l’autore di questo ponderoso lavoro sulla persona viva di Gesù Cristo, cuore della nostra fede, presenta – nell’Introduzione generale – due questioni preliminari: la via da seguire e il punto da cui partire. Si avvale dell’immagine del fiume che ha la sua sorgente (la memoria Jesu) e del corso segnato dagli argini (le formulazioni dogmatiche). «Navigando lungo questo fiume, noi ci troviamo a ripercorrerne le tappe della memoria, indietro, verso la sorgente, per proseguire poi verso la foce del compimento finale. Nostro compito sarà dunque di tornare continuamente alle origini attraverso il percorso fatto, nella certezza della presenza contemporanea del Signore che conduce, grazie allo Spirito, alla verità intera della comprensione del suo mistero » (p. 11). Così, l’autore, coerente con la premessa iniziale, apre la prima parte del trattato di cristologia con la sezione dedicata a L’evento di Gesù Cristo “Secondo le Scritture” (pp. 17-314). Sono ben sei i capitoli di questa prima parte: La questione del Gesù storico; Il contesto dell’evento di Gesù Cristo; Il cammino messianico di Gesù; L’autocomprensione di Gesù Figlio inviato; Verso il compimento pasquale: l’avvento di Dio nell’esodo di Gesù; La comprensione pasquale dell’evento di Gesù Cristo.
Mai come in questo nostro tempo, la letteratura sulla storicità dei Vangeli e sul difficile rapporto tra il Gesù terreno (storico-reale) e il Cristo della fede (così come professato dalla comunità dei credenti fin dalle origini) è veramente abbondante. Fiumi d’inchiostro sono stati versati in proposito, con vere e false inchieste sul cristianesimo. Maurizio Gronchi riesce a focalizzare le fasi più importanti della Leben Jesu Forschung, fino a maturare questo giudizio critico: «La questione storica di Gesù resta pertanto fondamentale per la costruzione ragionata di una cristologia, ma ormai libera da un’ossessione positivistica. L’approccio storico-critico resta necessario, perché il cristianesimo ha l’enorme pretesa di affermare che il destino dell’uomo dipende realmente dalla storia molto particolare che si è compiuta in Gesù di Nazaret. Tuttavia, per avvalorarlo non basta raccontare semplicemente delle storie il cui significato consista unicamente nella loro efficacia pratica; può avvalorarlo, invece, la storia della vita dell’uomo Gesù come storia di Dio. Quindi, se è vero che la comunità postpasquale fu portatrice della tradizione di Gesù, si deve parimenti osservare che tale tradizione è, contemporaneamente e nel suo insieme, un riflesso di quello che fu l’effettivo comportamento di Gesù» (p. 35). Considerata la mole di lavoro, dopo la questione delle fonti e del metodo per la ricostruzione del Gesù storico, qualche riflessione più critica andava fatta circa la relazione tra verità storica e verità teologica, come altresì tra la concezione della storia in quanto historie (bruta facta) e geschicte (interpretazione e valutazione della realtà, dell’evento considerato). Un breve accenno dell’autore si può ricavare a p. 61: «Per il cristianesimo la storicità di Gesù è fondamentale: la fede cristiana ha origine da un evento storico. Tuttavia, il suo senso non è riducibile all’istituzione di un movimento che trae ispirazione dal suo fondatore, in quanto reca permanentemente l’intento di annunciarne il valore rivelativo e salvifico per l’intero genere umano».
Mentre il capitolo secondo prova a fare luce su Il contesto dell’evento di Gesù Cristo, riprendendo le sintesi di lavori ben noti agli studiosi a proposito dell’Antico Testamento, della situazione socio-politica e religiosa d’Israele ai tempi di Gesù, nonché dell’ambiente religioso ebraico, il terzo capitolo traccia con precisione Il cammino messianico di Gesù, mettendo in rilievo la relazione Gesù-Padre, l’annuncio del Regno, i miracoli e l’etica praticata da Gesù medesimo. Interessante il capitolo quarto a proposito de L’autocomprensione di Gesù, Figlio inviato. Sarebbe stato auspicabile, in questo capitolo, inserire il testo di Mc10,45ss. (e gli studi esegetici e teologici relativi alla pericope dell’Figlio dell’uomo venuto a servire e non a essere servito) come brano importante per la comprensione dell’autocoscienza filiale e messianica di Gesù. In proposito, mancano i riferimenti essenziali agli studi di F. Uricchio e G.M. Stano sul Vangelo di Marco, insostituibili e fecondi dal punto di vista esegetico-teologico, anche se un po’ datati. Non sempre la bibliografia raccolta, di volta in volta, per i temi di studio, è specifica per i singoli argomenti trattati. Il capitolo quinto offre una buona riflessione dal titolo Verso il compimento pasquale: l’avvento di Dio nell’esodo di Gesù. Sono considerate le tappe centrali della vita di Gesù e del suo annuncio: il Regno, l’ultima cena, la coscienza e il senso del suo destino, la cattura, i processi, la morte e la risurrezione (con spiegazione delle apparizioni). Sul processo a Gesù, da segnalare il lavoro biblico-esegetico di G. Castello non citato in nota né in bibliografia, ma ben noto agli esperti di esegesi sinottica e del Quarto Vangelo.
Il capitolo sesto riguarda La comprensione pasquale dell’evento di Gesù Cristo con chiaro e preciso approfondimento delle cristologie neotestamentarie. Dispiace non trovare, alla fine di ogni parte, delle linee di sintesi o dei rilievi conclusivi che meglio avrebbero aiutato il lettore a muoversi nel mare magnum delle questioni trattate. La seconda parte – Le immagini del Figlio di Dio nella tradizione della fede (pp. 315-730) – costituisce la sezione più lunga del seguente volume e si articola in ben cinque quadri: giudeo-cristiano, ellenistico, dogmatico dei grandi concili cristologici, medievale e moderno. Le comunità cristiane delle origini hanno maturato una coscienza ecclesiale della fede a partire dall’evento della morte e risurrezione di Gesù, proclamato (nel kerygma) Signore e Messia (Kyrios e Christos). L’approccio al mistero di Gesù e alla sua missione è stato, inizialmente, economico-salvifico, cioè diretto a evidenziare l’esperienza di salvezza che il Padre ha operato nel Figlio per la potenza dello Spirito Santo. Gli autori del Nuovo Testamento hanno creato diversi generi letterari per annunziare il messaggio della morte e risurrezione di Cristo: vangeli, epistole, testimonianze, atti, inni, lettere pastorali e parenesi sono al servizio del kerygma, l’annuncio del Cristo morto e risorto. La costante rimaneva l’esperienza del Cristo espressa nella regula fidei o tradizione viva della chiesa. Gli approcci cristologici alla figura di Gesù tenderanno a porre in risalto alcuni aspetti della salvezza come anche l’importanza della passione e il mistero stesso dell’incarnazione e della risurrezione, richiamando l’identità filiale e divina di Gesù. Questo lungo processo di rielaborazione della fede è noto, comunemente, come passaggio dal kerygma al dogma, cioè da una posizione più fluida a una più solida. Il quadro dogmatico dei grandi concili cristologici è ben delineato dal professor Gronchi, come anche quello medievale.
Fa piacere, in proposito, trovare dei riferimenti alla cristologia francescana, con particolare rilievo dell’opera di san Bonaventura da Bagnoregio e delle critiche positive alla visione di Duns Scoto circa i motivi dell’incarnazione e il vero significato della predestinazione. La terza parte riguarda Le odierne cristologie contestuali (pp. 731-916) e, nell’introduzione, pone attenzione alla sfida dell’inculturazione. Segue il riferimento alle cristologie prevalenti nel contesto europeo, con il richiamo – troppo breve – al contributo di K. Barth, Teilhard de Chardin, K. Rahner, H. U. von Balthasar, W. Kasper, E. Schillebeeckx, C. Duquoc, J. Moingt, J. Moltmann, W. Pannenberg, M. Bordoni e J. Ratzinger. Oltre agli accenni sulla cristologia nel contesto latinoamericano e africano, il professor Gronchi ha dedicato un capitolo alle cristologie nel contesto asiatico e nel contesto femminile. Per le cristologie in contesto, i rimandi bibliografici sono abbastanza ampi e aggiornati. Forse, le cristologie del contesto femminile andavano riprese direttamente nei capitoli relativi alle cristologie dei diversi contesti geografici. La quarta e ultima parte del volume tiene conto de Il mistero del Salvatore in prospettiva sistematica (pp. 917-1048) e s’articola in tre capitoli: Ricognizione delle figure soteriologiche; Soteriologia cristiana e pluralismo religioso; Per una comprensione sistematica della singolare universalità cristologica. La teologia cristiana deve considerare le sfide culturali e religiose determinate dal pluralismo non soltanto come pungoli e minacce per la fede e l’annuncio del Vangelo, ma anche e soprattutto come sollecitazioni, stimoli, atti a rileggere i contenuti della missione e il proprium del cristianesimo, individuando nella stretta collaborazione tra missione e dialogo interreligioso il punto forza del proprio costituirsi oggi. In effetti, il pluralismo religioso viene a formarsi in un tipo di società ultramoderna che è segnata non solo dalla globalizzazione e dalla mondializzazione – fenomeni ampiamente studiati e analizzati che determinano la disumanizzazione del pianeta e un relativismo e un consumismo spaventosi (a causa della logica mondiale del libero mercato e della rete finanziaria internazionale sempre più efficiente e della rapidità d’informazioni e degli scambi, come anche della mescolanza delle culture e delle lingue, delle realtà complesse circa le interdipendenze economiche mondiali) –, ma pure dall’emergere di una cultura dell’incertezza e dell’indifferenza religiosa che si esprime nel relativismo religioso, nella facilità con cui si abbracciano altre fedi, trascurando la propria, nell’avvicinarsi con simpatia alle religioni orientali che sembrano dire qualcosa di nuovo per il benessere bio-psichico delle persone e per il recupero di un’armonia che è stata stravolta dalle accelerazioni della vita e dei ritmi della storia.
Il dinamismo profetico del Vangelo e la missione delle chiese e comunità cristiane devono fare i conti con la sfida del pluralismo religioso e, in modo particolare, con un importante interrogativo: “Come annunciare la singolarità di Gesù Cristo in un mondo che, da una parte, è uscito dalla religione per la pratica del relativismo e del sincretismo, e che, dall’altra parte, invece, vede nella religione una forma d’alienazione della ragione e della libertà umana?”. In gioco vi è la credibilità della fede e la testimonianza ecclesiale. Come ci ricorda il professor Gronchi, il dialogo interreligioso, dal punto di vista cristiano, deve far fronte l’esigenza immediata della postmodernità che ha come quasi unico criterio religioso e spirituale l’accrescimento di potenzialità interiori che l’individuo cerca nella fede e nella pratica religiosa. Il cristianesimo, sollecitato dal pluralismo, e attraverso il dialogo interreligioso, può recuperare la fede come vissuto religioso, come una testimonianza quotidiana e concreta di Dio in Cristo, liberandosi dalla sola identità occidentale e trovando nel suo carattere misterico ed escatologico il suo punto di forza. Forse, il pluralismo religioso non ha preso sul serio un certo cristianesimo tradizionale – del primo mondo (Europa e Stati Uniti d’America) – che ha smarrito la potenzialità dei simboli biblici, della liturgia delle origini, dei linguaggi propri dell’annuncio che è profetico nella misura in cui considera la storia non solo l’ambito di eventi intramondani, ma anche il luogo in cui si svolge il dialogo salvifico di Dio con l’uomo. Il potenziale simbolico e la dimensione misterica della pasqua devono tornare al centro dell’annuncio e della missione della Chiesa cattolica, come anche del dialogo interreligioso. Solo favorendo un reincanto del mondo, i cristiani avranno qualcosa di nuovo da annunciare alle società del terzo millennio. Tuttavia, la singolarità-unicità e universalità del mistero di Cristo ha un suo valore di assolutezza non derivante da una particolare filosofia, ma anzitutto dalla verità teologica del mistero dell’incarnazione e dalla sua dimensione pneumatica.
Nell’evento cristologico, la singolarità/unicità assoluta va intesa nel senso di pienezza inclusiva ed espansiva per la quale, nella forza dello Spirito, perviene la salvezza a tutti gli uomini e alle stesse tradizioni religiose a cui appartengono. È in questa pienezza che si adempie il piano universale salvifico di Dio e la storia umana raggiunge un senso irreversibile. Nella visione trinitaria si può formulare meglio il senso di un’unicità assoluta nell’ambito di una relazionalità universale nel contesto sia di un orizzonte pneumatico che protologico (cf. pp. 994-996). Forse, qualche pagina in più andava compilata sul valore positivo del dialogo interreligioso e dello stesso pluralismo. Quest’ultimo, infatti, può aiutarci a riconoscere l’incontro tra le religioni come segno dei tempi e a ribadire le condizioni di un vero dialogo tra popoli diversi e fedi differenti. Innanzitutto, ricordando che è necessario rispettare gli altri nelle proprie differenze, manifestando un interesse sincero per la fede e le convinzioni religiose altrui, ed esercitandosi anche nel superamento di pregiudizi e luoghi comuni. Ogni religione è una totalità che porta in sé il senso della sua storia e una particolarità d’espressione che non può essere compresa da chi non vive tale esperienza religiosa. Occorre, poi, promuovere una coesistenza dialogale che coltivi il senso di un’ermeneutica della differenza e non una logica della pura assimilazione e identificazione. Ancora, è necessario, come condizione di dialogo, restare fedeli a se stessi, alla propria identità religiosa e culturale. È un’illusione, infatti, pensare di mettere tra parentesi o sospendere le proprie convinzioni religiose. Successivamente, si potranno trovare delle piattaforme comuni con valori da condividere e con comparazioni che aiuteranno tutti i partner del dialogo a capire – anche per se stessi – quale è lo specificum della fede professata (il contenuto) e quali sono, invece, quegli atteggiamenti o simboli che possono essere trascesi o trasformati o messi da parte. Una sollecitazione che può giungere ancora dal pluralismo religioso – in ambito cristologico e dogmatico – riguarda la possibilità di scoprire il carattere storico-concreto, reale, tangibile, della stessa mediazione di Cristo che è unica e universale.
Altrimenti, si cade sempre nell’imperialismo cristiano e nell’ideologia della salvezza. La pienezza della rivelazione in Cristo Gesù, però, non sopprime la parte di verità di cui le altre tradizioni religiose possono essere portatrici nella loro stessa contingenza storica. Da qui il riconoscimento del carattere escatologico del messaggio di Gesù circa il Regno. Come anche l’accoglienza – in questo Regno – di tutti i popoli della terra. Il pluralismo religioso, poi, ci obbliga a prendere sul serio il carattere storico del nostro esistere, della vita umana (personale e collettiva). Le conseguenze della nostra storicità toccano anche la fede e non solo la cultura o la vita sociale e politica di una comunità o di un popolo. Il pluralismo religioso permette di riscoprire anche la dimensione sociale della fede e della stessa speranza. I popoli e le comunità dei credenti non possono vivere come dei frammenti senza trovare unità, né isolarsi per i loro tratti distintivi. Non si può accettare di vivere, ad esempio, al ritmo d’una storia personale senza cercare un orizzonte comune che permette di trascendere le molteplicità dei frammenti che costituiscono le diverse religioni del mondo. L’autore si conceda dalla presentazione delle diverse tematiche senza una conclusione generale. Sarebbe stato opportuno, invece, per la mole degli argomenti sviluppati, preparare un indice tematico di orientamento e anche dei rilievi conclusivi. Tuttavia, questo trattato di cristologia merita in pieno di rientrare nel nuovo corso di teologia sistematica progettato dall’editrice di Brescia e costituisce un valido strumento di studio e di approfondimento non solo per gli studenti, ma anche e soprattutto per gli specialisti che vi troveranno rimandi bibliografici, spunti, citazioni e note piuttosto interessanti. A confine tra approccio ontologico (l’identità di Gesù quale Figlio di Dio) e prospettiva storico-funzionale (l’opera e la missione di Gesù, il Messia), la cristologia che ci propone Maurizio Gronchi non è né meramente dall’alto – anche se tenta di recuperare la dimensione trinitaria e pneumatologica del vissuto di Gesù, il Nazareno –, né esclusivamente dal basso (secondo l’orizzonte kerygmatico o storico), bensì una cristologia pensata a partire dal centro, dal cuore della regula fidei.
Tratto dalla rivista Asprenas n. 4/2009
(http://www.pftim.it)
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Andrea Manzone il 12 giugno 2012 alle 18:44 ha scritto:
Trattato molto interessante per un buon corso di Cristologia. Parte storica molto approfondita, con buone ripetizioni per una buona memorizzazione. Forse la parte sistematica è un po' povera, o sicuramente troppo stringata rispetto all'aspetto storico...