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Edizione critica delle opere di D. Bonhoeffer [vol_6] / Etica
(Biblioteca di cultura)EAN 9788839919649
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Tipo
Libro
Titolo
Edizione critica delle opere di D. Bonhoeffer [vol_6] / Etica
Autore
Bonhoeffer Dietrich
Traduttore
Danna C.
Editore
Queriniana Edizioni
EAN
9788839919649
Pagine
512
Data
gennaio 1995
Peso
997 grammi
Altezza
22,8 cm
Larghezza
15 cm
Collana
Biblioteca di cultura
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Prof. Stefano Coccia il 9 settembre 2020 alle 17:25 ha scritto:
Questo libro l'ho usato molto per la mia tesi di Licenza all'Istituto Teologico. La nuova edizione critica dell’Etica, uscita in lingua originale nel 1992 e in traduzione italiana nel 1995, fornisce un prezioso materiale. La nuova sistemazione cronologica degli scritti lasciati incompiuti da Bonhoeffer, realizzata attraverso attente perizie sul tipo di carta e di inchiostro e attraverso un approfondito studio filologico, ha reso ormai praticamente impossibile l'interpretazione “radicale” o marxista, che si basava sostanzialmente sulla frattura che sarebbe esistita tra gli scritti dell'ultimo periodo e quelli precedenti. In questa visione l'Etica rappresentava un momento di passaggio preparatorio alla rottura che si sarebbe consumata durante la reclusione, in particolare a partire dalla lettera del 30 aprile 1944. Il nuovo ordine, invece, ha messo in luce come alla base di ciò che ci è pervenuto dell'Etica di Bonhoeffer ci sia un intento sistematico forte, una trama unitaria, che non è per nulla in contrasto con gli sviluppi di Resistenza e resa e ha il suo punto focale in quella che per primo Ott ha definito «ontologia cristologica» o «cristologia ontologica».
Durante l'elaborazione dell'Etica, Bonhoeffer cerca un confronto con il mondo «senza Dio» che non si risolva nell'arroccamento in uno spazio «sacro». Egli sostiene che «non esistono due realtà, ma una sola, e precisamente la realtà di Dio che in Cristo si è rivelata nella realtà del mondo. Se siamo partecipi di Cristo, ci troviamo al tempo stesso nella realtà di Dio e in quella del mondo. La realtà di Cristo racchiude in sé la realtà del mondo». Alla luce di questa considerazione, il teologo tedesco può interpretare «l'alleanza» tra i cristiani e i non-?credenti, difensori dei valori umanistici minacciati dalla barbarie nazista, non come «un'operazione tattica e un'alleanza di convenienza destinata a sciogliersi al termine della lotta», ma come «un ritorno alle origini» dei «figli della Chiesa, divenuti indipendenti e allontanatisi da lei». In questo modo, però, a ben vedere, il mondo non viene ancora considerato «nelle sue posizioni più forti», non si è ancora ammessa l'autentica indipendenza degli uomini contemporanei, che ormai se la sanno cavare anche senza «l'ipotesi di lavoro Dio» e, quindi, non hanno affatto bisogno della Chiesa. Vi è quindi, nel giudizio sul mondo secolarizzato, una certa differenza tra l'Etica e Resistenza e resa, ben visibile se si mettono a confronto due testi come Eredità e decadenza e la lettera del 16 luglio 1944 (o dell’8 giugno 1944).
L'Etica di Bonhoeffer è ben più di un'opera sulla morale cristiana. Essa raccoglie, intreccia e sintetizza le diverse problematiche, che appaiono negli scritti precedenti del teologo, e apre quelle prospettive che saranno poi l'oggetto delle riflessioni di Tegel: l'autonomia del mondo, l'abbandono dell'ipotesi di lavoro Dio, il cristianesimo non religioso, l'interpretazione non religiosa dei concetti biblici. Per questo l'Etica può essere considerata a ragione la Lebenswerk di Bonhoeffer, l'arco di volta del suo pensiero. Al tempo stesso il tema etico appare qualcosa di più di una questione inerente la filosofia pratica, dal momento che la prospettiva della Gestaltung, che si è assunta come chiave di lettura dell'opera, in connessione con la dottrina dei mandati, dell'ultimo-?penultimo e della vita responsabile, comprende insieme problemi morali, teologici e ontologici. Questo ruolo fondamentale della questione etica in generale, e dell'Etica in particolare, viene a mio parere messo ancor più in rilievo dalla nuova edizione critica, che contribuisce a rivelare l'architettura originale dell'opera, a rendere visibile «come era stato progettato e pensato il tutto» e «il materiale con cui si era costruito o si doveva costruire».