Breve storia del dogma trinitario nella chiesa antica (gdt 329)
(Giornale di teologia)EAN 9788839908292
Indice generale
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1. Introduzione al problema 8
2. Gli inizi della cristologia 10
3. Primi modelli del rapporto
tra 'Padre' e 'Figlio' 19
4. La controversia fra i teologi del Lógos
e i monarchiani 30
5. L'istanza di Ario di Alessandria
e la reazione dei suoi avversari 54
6. L'intervento dell'imperatore Costantino
e il concilio di Nicea 63
7. Lo sviluppo nel periodo postconciliare 77
8. La divisione teologica dell'impero 88
9. Serdica, il fallito concilio dell'impero 97
10. Costanzo II
e la ricerca del compromesso teologico 106
11. Il raduno dei neoniceni 121
177
12. La questione dello Spirito Santo 141
13. Il concilio di Costantinopoli
e l'intesa con l'Occidente 148
14. Sguardo panoramico 158
Indicazioni bibliografiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 167
Indice analitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 170
Cartina geografica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 176
178 | Indice generale
Frutto della Tradizione viva della chiesa, di tre secoli di fede celebrata nelle liturgie, testimoniata nella quotidianità anonima o nell’eroismo martiriale, vissuta dalle comunità o dai singoli credenti, meditata e ‘pensata’ con intelligenza dai teologi, con partecipazione e passione non prive talora di conflittualità, il Simbolo niceno-costantinopolitano, che ancora unisce le diverse confessioni cristiane, non si è proposto solo il compito difensivo dell’ortodossia dalle fuorvianti dottrine degli eretici ma anche quello di annunciare tutta la ricchezza della «salutaris veritas» della fede nell’unico Dio Padre e Figlio e Spirito.
L’autore del libro conduce il lettore alle origini, cioè ai primi tentativi di esprimere in parole umane il «mistero» della Trinità consegnato dalla rivelazione di Cristo ai suoi discepoli, lo accompagna attraverso tredici capitoli a conoscere le tappe dello «sviluppo» talora aggrovigliato della riflessione teologica sul tema e a districarsi nel labirinto delle molteplici «vie» intraprese dai pensatori dei primi secoli (alcune di queste finiranno in vicoli ciechi con condanne e scismi, al di là delle intenzioni dei protagonisti), lo mette in contatto con le parole stesse dei primi scrittori avviandolo alla comprensione contestualizzata e critica della terminologia che tanta importanza assunse nel dibattito teologico e nella formulazione della «professio fidei» trinitaria. Lo introduce a capire gli influssi della cultura nella discussione, l’apporto anche delle eresie nelle dispute trinitarie non meno di quello dei pastori e teologi ortodossi, il peso delle personalità con il loro bagaglio culturale-esegetico-teologico e con la loro rivalità intellettuale, gli interventi degli imperatori e le vicissitudini politiche, i punti decisivi a cui pervennero le chiese riunite a concilio. Si tratta di un processo «evolutivo» nel quale il Dio uni-trino che si rivela all’umanità non vuole fare a meno dell’uomo, non può comunicarsi che nella complessità delle vicende storiche, utilizzando il linguaggio e i pensieri, la creatività e la litigiosità delle creature.
In uno sguardo panoramico, nel quattordicesimo e conclusivo capitolo, l’autore tenta un bilancio – piú con domande che con affermazioni – dei risultati del dibattito teologico sulla Trinità ritenendo che «la complessità e la dinamica di questo processo di chiarificazione non permettono di ritenere che in questo caso si sia finalmente di nuovo imposta in maniera vittoriosa e ferma, contro ogni attacco e ogni contestazione, una verità che esisteva già da lungo tempo» (p. 158). Ed è il lettore, il teologo, il credente di oggi che viene interpellato: «Il risultato di questo faticoso lavoro per arrivare all’immagine cristiana di Dio, cioè la dottrina neonicena dell’unica divinità in tre persone o dell’unica essenza divina in tre ipostasi, è convincente per l’osservatore odierno, che è separato dalle discussioni della chiesa antica da piú di un millennio e mezzo? Riesce egli a riconoscere in tale risultato la rivelazione di dio storicamente mediata? [...] Che cosa significa per la nostra comprensione della Trinità il fatto che oggi l’orizzonte della nostra comprensione non è piú (prevalentemente) influenzato dal platonismo?» (pp. 158-159).
Come si vede, il compito della teologia (e della pastorale, della catechetica, della spiritualità, della chiesa) non è terminato con le enunciazioni conciliari decisive e normative (da cui partire per ulteriori indagini): non solo per spiegare e capire il senso della professione della chiesa antica (compito ermeneutico), bensí per aiutare le generazioni contemporanee (compito profetico) a ri-dire in termini culturali attuali il mistero trinitario, a ri-esprimere la fede ‘apofaticamente’ e per mezzo di linguaggio simbolico, a trovare ulteriori cammini di accesso al mistero che nessuna acquisizione umana può esaurire.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2007, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 8
(http://www.ilregno.it)
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Catechista ANDREA BONZANO il 15 marzo 2021 alle 09:56 ha scritto:
Bellissimo testo sul dogma trinitario, breve sì ma molto dettagliato. La trinità è il mistero su cui è fondata la nostra fede e merita uno studio e un'attenzione sempre molto minuziosa.