Chiesa cattolica
-Essenza - Realtà - Missione
(Biblioteca di teologia contemporanea)EAN 9788839904577
Indice
1. Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Tendenze nella società attuale 6
Il desiderio di benedizione
e la fede nel Creatore 9
Gli argomenti affrontati in questo libro 11
2. Il nostro sguardo sul mondo . . . . . . . . . . . . . . . 13
La prospettiva delle scienze: spiegare 14
La prospettiva filosofica: comprendere 15
La prospettiva della fede: stupore e gratitudine 17
3. Diversi modi di intendere Dio e il mondo . . . . . 21
Alcuni dicono: «L'evoluzione
non lascia posto a un Dio creatore» 23
Alcuni dicono: «Il mondo stesso
o la natura sono il divino» 25
Alcuni dicono: «Dio e mondo
sono strettamente separati» 28
La fede cristiana dice: «Dio ha creato il mondo
dal nulla per amore libero» 31
175
4. In principio Dio creò il cielo e la terra»:
«
la fede biblica nella creazione . . . . . . . . . . . . . . 43
Fede e mito 43
Il grande inno della creazione: la casa della vita 54
Adamo, Eva e il paradiso: il mondo ferito 66
Il rinnovamento della creazione in Cristo:
speranza di compimento 82
5. Domande alla fede nella creazione . . . . . . . . . . 95
Perché la sofferenza'
Fede nella creazione e teodicea 95
Da dove il male'
Fede nella creazione e 'peccato originale' 107
Tutto è solo 'caso''
Fede nella creazione e scienze della natura 116
Vivere come con-creature'
Fede nella creazione ed etica ecologica 126
A che cosa serve pregare'
Fede nella creazione e divina 'provvidenza' 136
6. Spiritualità cristiana della creazione . . . . . . . . . 157
Simboli della fede nella creazione 158
La professione della fede cristiana
nella creazione 163
Il Creatore trinitario del mondo 166
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 171
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Con questo nuovo libro Walter Kasper porta a termine un progetto perseguito per molti anni, completando così, con una ecclesiologia, le sue grandi monografie precedenti: quella sulla cristologia (Gesù il Cristo) e quella sulla dottrina di Dio (Il Dio di Gesù Cristo). Una sintesi attesa, nella quale la questione della chiesa è prospettata alla luce della questione di Dio e del messaggio del regno di Dio.
Tratto dalla rivista Concilium n. 1/2012
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
Questo libro non vuole presentare una nuova ecclesiologia cattolica, ma un’ecclesiologia cattolica rinnovata nel senso del concilio Vaticano II». Così l’a., teologo, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani fino al 2010, presenta il suo ultimo vol. col quale si compie un progetto a lungo perseguito dopo le due precedenti monografie (Gesù detto il Cristo e Il Dio di Gesù Cristo). Nell’attesa quasi ventennale, le «esperienze pastorali, ecclesiali universali ed ecumeniche» dell’a. hanno arricchito il vol. senza diminuirne l’accuratezza scientifica. Una sezione autobiografica «prepara il campo» per una proposta che, «nella luce della questione di Dio e del messaggio del regno di Dio», intende «inquadrare la Chiesa sia biblicamente, sia esistenzialmente». Una lettura d’ampio respiro e una ricchezza di spunti da meditare.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2012 n. 6
(http://www.ilregno.it)
È possibile scrivere un trattato di ecclesiologia autobiografico? A giudicare dal poderoso lavoro del cardinale Walter Kasper sembrerebbe proprio di sí. La connotazione biografica è data dal fatto che il percorso di esperienze ecclesiali e umane del porporato costituisce il valore aggiunto e originale di questo testo. Egli si cimenta, infatti, in un lavoro che giunge quasi a compimento di una lunga carriera teologica e pastorale, ricca di esperienze, incontri e responsabilità. È per questo che il volume può essere interpretato come una «ecclesiologia in chiave autobiografica», poiché non nasce da un puro intento accademico ma come compendio di una vita vissuta e dedicata al servizio della chiesa, sia intesa come istituzione che come realtà di popolo di Dio.
L’opera "Chiesa cattolica: Essenza - Realtà - Missione", era da tempo nelle intenzioni dell’autore, come continuazione di precedenti pubblicazioni significative quali Gesú il Cristo (1975) e Il Dio di Gesú Cristo (1984). Ma gli impegni ecclesiali succedutisi agli anni dell’insegnamento non gli avevano dato la possibilità di addentrarsi in questa impresa che si pone come una naturale continuazione delle precedenti. Tuttavia, l’aver procrastinato l’intento ha favorito – a giudizio dello stesso Kasper – «una maggiore completezza e un approfondimento, giacché l’iniziale progetto si è accresciuto e maturato grazie a esperienze pastorali, ecclesiali ed ecumeniche» e «le istanze fondamentali di “scientificità, ecclesialità, contemporaneità critica e costruttiva” sono rimaste le stesse».
La sensazione di vissuto permea le pagine del libro, cosí che la chiesa non è esplorata nelle sue realtà essenziali dall’esterno, in una esposizione asettica, ma a partire dalla fede nella chiesa e dalla fede che parla di essa. Un ulteriore apporto vitale è dato dal fatto che la riflessione non è chiusa dentro le mura cattoliche ma in un continuo dialogo con le chiese, in particolare quelle protestanti e ortodosse, ma anche con le «libere chiese» con le quali si confronta in modo dialettico e franco. Questo apporto si rivela un valore aggiunto accresciutosi con la vicenda ministeriale a contatto per anni con le diverse confessioni cristiane. Come a dire che una ecclesiologia che si sviluppa solo in una prospettiva, quella cattolica nel nostro caso, rischia di diventare asfittica e settaria, e alla fin fine non giova a nessuno.
Una ulteriore connotazione biografica la si coglie nelle citazioni delle opere di teologi e filosofi degli ultimi due secoli, per la maggior parte tedeschi, molti conosciuti personalmente. Nelle pagine si dipana una carrellata delle posizioni teologiche e filosofiche piú significative che l’autore stesso riconosce come vere e proprie opere di formazione personale. Le finalità del volume sono esposte chiaramente nella prima parte (pp. 64-65). L’intento è l’esposizione di alcuni tratti dell’ecclesiologia cattolica e di riflettere sull’essenza, sulla realtà e sulla missione della chiesa. Non la presentazione di una «nuova» ecclesiologia cattolica, ma di una ecclesiologia cattolica «rinnovata» nel senso inteso dal Vaticano II. Le coordinate fondamentali sono la questione di Dio e il messaggio del Regno, in prospettiva sia biblica che esistenziale. La categoria teologica entro la quale si svolge la trattazione è la storia universale della salvezza con una tensione pneumatologica ed escatologica costante rispetto a una puramente sociologica.
La visuale è teocentrica perché si prospetta piú onnicomprensiva e aiuta a recuperare e armonizzare gli elementi divini e terreni di cui è composta la chiesa stessa, come segno e strumento della venuta del Regno. Sullo sfondo della trattazione riluce la preoccupazione – non senza speranza – per la situazione della fede nelle chiese di antica cristianità, nelle quali la struttura stessa e l’immagine pubblica sono fortemente messe in discussione. «La chiesa potrà avere una rilevanza per il singolo e per la società solo se essa possiede un’identità e se sa chi essa è. […] Piú che in qualsiasi altra parte del mondo la chiesa ha bisogno di un nuovo slancio, di una visione e di prospettive concrete per il futuro nella “vecchia Europa”» (p. 65). È questo riferimento all’oggi, sia del mondo che della chiesa, che emerge in continuità nel discorso oltre un intento puramente accademico; un dialogo orizzontale e verticale per mettere in luce la centralità del discorso ecclesiologico nel contesto attuale non solo per gli addetti ai lavori. Due sono le parti che compongo il volume, visivamente non bilanciate: la prima, come già sottolineato, presenta un carattere autobiografico e ne dichiara gli intenti; la seconda, molto estesa (pp. 69- 550), comprende la trattazione vera e propria in sette corposi capitoli. Le tematiche seguono uno schema classico, cosí come eloquentemente il titolo dell’opera lascia intravedere.
Dall’identità della chiesa «Essenza» (capp. 1-4), si passa alla sua forma concreta «Realtà» (cap. 5), fino al compito attuale «Missione» (capp. 6-7). Approfondendo le tematiche fondamentali che la definiscono come chiesa cattolica in particolare – le famose quattro note (una, santa, cattolica, apostolica) –, accosta anche i nodi irrisolti, fonte ancora di frizione con le altre confessioni religiose: unità e unicità, subsistit in, santa e peccatrice… La posizione cattolica è sempre bene evidenziata e motivata ma senza accenti polemici o controversistici (pp. 246-317). Il capitolo cinque (pp. 318-461) è il piú robusto e affronta «la parte piú difficile e controversa dell’ecclesiologia», a detta dell’autore stesso. In esso si tratta infatti della communio cioè di ministeri, servizi e carismi; del sacerdozio comune e di quello ministeriale; del ministero petrino e dell’infallibilità; della collegialità e della sinodalità. Lo sviluppo tematico segue la direzione tracciata dal Concilio nella Lumen gentium, premettendo ciò che è comune e che unisce per chiarire poi le differenziazioni e la reciproca correlazione all’interno dell’unico popolo di Dio.
Le questioni scottanti (celibato, viri probati, ordinazione delle donne, diaconesse…) sono pure presenti e per ciascuna ne è riportata la posizione ufficiale della chiesa motivata con precisione puntuale. Le affermazioni, spesso conclusive, non sembrano lasciare spazio a ulteriori ricerche se non per la comprensione del contenuto di ministerium riferito al diaconato permanente (p. 382) e sul riconoscimento dei ministeri in ambito ecumenico, terreno privilegiato dall’autore (excursus, pp. 388-393). Un sassolino Kasper se lo toglie parlando del rapporto tra chiesa universale e chiesa locale. Era stato «rimproverato» dall’allora cardinal Ratzinger per «non essere piú capace di vedere la grande idea della chiesa di Dio» ridotta a una visione empirica nella determinazione delle realtà particolari e locali.
Lo scritto gli offre la possibilità di chiarire ulteriormente il fraintendimento nel quale è incorso il suo pensiero, esponendo la propria prospettiva sostenuta dall’autorità teologica di H. de Lubac e di J.A. Mölher (pp. 439-443). Dal punto di vista metodologico le affermazioni sono abbondantemente corroborate da riferimenti sia biblici che patristici che teologici, ricorrendo non solo alla consolidata «scolastica» ma anche agli autori moderni e contemporanei con un occhio privilegiato per la «scuola di Tubinga» della quale è stato erede nell’insegnamento (1970-1989). Va particolarmente sottolineato il riferimento alla teologia e alla strutturazione delle altre chiese, protestanti e ortodosse su tutte, delle quali evidenzia gli aspetti che maggiormente si avvicinano alla prospettiva cattolica. L’intento è quello ecumenico, cioè di mettere in luce le autodeterminazioni comuni (es. congregatio fidelium: p. 178, communio sanctorum: p. 183…) ma anche le differenze (es. cattolicità: p. 291ss; apostolicità: p. 307 e 314ss; sacerdozio comune: 323s…).
Nella trattazione contenutistica la rilevanza dei concetti non è mai esclusiva o escludente ma di raccordo, per non perdere la ricchezza degli elementi che contraddistinguono la chiesa (popolo di Dio, corpo di Cristo, Scrittura, Spirito santo…). Tentando una valutazione dell’opera possiamo dire che la posizione dell’autore è mediana rispetto a una visione intimistica o modernistica della chiesa, corrispondente all’atteggiamento mantenuto sia negli anni della docenza a Tubinga che nel dialogo ecumenico. Il passato è recuperato nelle sue potenzialità e ricchezze ma per divenire antesignano del futuro che avanza. Non una prospettiva di rottura o di discontinuità ma di continuità e di riforma secondo la stessa visuale di papa Benedetto XVI. Alla fin fine risulta come la riflessione ecclesiologica sia per l’autore il punto centrale della riflessione teologica. Nell’ecclesiologia si tratta del programma di tutta la teologia, cioè di rendere ragione della speranza evangelica. L’ecclesiologia si colloca nell’orizzonte della speranza storico-salvifica ed escatologica universale della Bibbia e della tradizione ecclesiale. Per questo rimane reale la distanza tra l’ecclesiologia e la chiesa, una distanza analoga a quella che esiste tra la sociologia e la società.
Il suo scopo è solo quello di proporre un certo numero di strumenti per comprenderla. Se un accenno critico è permesso, esso va nel senso della produzione di un manuale scolastico secondo i canoni tradizionali ma che difetta di slancio prospettico. L’aver precisato i contenuti dogmatici della ecclesiologia cattolica non soddisfa la ricerca di vie nuove per affrontare i problemi nei quali si dibatte la chiesa oggi. Una prospettiva eurocentrica fa da sfondo a tutta la trattazione mentre la crescita vitale delle chiese giovani rimane in secondo piano. La loro vitalità potrebbe essere di fermento per dare un nuovo volto alla chiesa chiamata a definirsi e comprendersi attraverso il suo darsi in contesti nuovi e dalle problematiche cangianti. Il tema della missione, che pure riconosce la fine di un concetto eurocentrico di evangelizzazione, andava probabilmente sviluppato non solo nell’ottica del dialogo ecumenico (pp. 471-496) piú volte affrontato, per aiutare i lettori ad allargare gli orizzonti, dato che questo versante non sembra andare oltre i modesti risultati dei «dialoghi» e delle reciproche dichiarazioni di intenti.
Di attualità invece il dialogo con le altre religioni, ambito che sta attirando sempre piú l’attenzione anche per gli aspetti politici e culturali implicati (pp. 497-511). E ugualmente il dialogo con il mondo contemporaneo, che, sulla scia della Gaudium et spes, va sviluppato non in un rapporto «chiesa e mondo» ma «chiesa nel mondo» (pp. 524-550), secondo il «motto programmatico» della nuova evangelizzazione. Il compito, però, rimane ancora compreso e declinato entro le coordinate pastorali classiche della martyría – leiturghía – diakonía (p. 541) ormai bisognose di rilettura. L’opera si chiude con un invito alla speranza in una nuova Pentecoste, perché attraverso l’opera dello Spirito c’è il rinnovamento. «Egli può di nuovo farci prendere coscienza del fatto che non abbiamo motivo di preoccuparci e che la gioia per Dio è piuttosto la nostra forza. Se in virtú di questa gioia proviamo, come popolo di Dio, gioia per la chiesa, la chiesa vivrà anche domani e avrà un futuro anche dopodomani».
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 2/2012
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
I due volumi, che riuniscono il decennale lavoro teologico e pastorale del card. W. Kasper, meritano di essere collocati nella biblioteca personale di ogni studente di teologia, ma non dovrebbero mancare neppure in quella di ogni pastore, che vuole rinfrescare o aggiornare la propria cultura teologica. Ritengo che difficilmente si possano trovare raccolti insieme così tanti preziosi contributi, che formano quasi una sorta di enciclopedia sull’ecclesiologia del XX secolo. Il primo dei due volumi riunisce 24 saggi, già apparsi in svariate riviste, qualcuno dei quali anche già tradotto in lingua italiana, come ad esempio gli stimolanti interventi sull’interpretazione e la ricezione del Vaticano II (pp. 131-227).
Un indice delle fonti permette, in appendice, di vedere la cronologia e l’origine di questi vari contributi. Ma la novità è data da una retractatio iniziale, in cui Kasper ripensa a tutto il suo «cammino» nell’ecclesiologia (pp. 7-105) e dà una chiave di lettura per comprendere i nodi che la chiesa ha dovuto sciogliere in questi decenni travagliati e gli sviluppi che attendono ancora di essere realizzati. È uno sguardo attento e critico sull’intera problematica della chiesa nel XX secolo, che l’autore definisce umilmente come un «compendio» (p. 5) di un’opera che avrebbe voluto scrivere se fosse rimasto nel mondo accademico. Gli impegni pastorali gliel’hanno impedito, ma le pagine qui presentate sono utilissime per chiunque opera in questo «cantiere sempre aperto», che è la chiesa da costruire ogni giorno e in ogni luogo, come pure possono servire da introduzione al classico trattato De Ecclesia nelle scuole di teologia. Per sua natura, dice Kasper, «la chiesa non è affatto un sistema chiuso, bensì un sistema aperto (...) per sviluppi futuri che a mala pena sono prevedibili» (p. 117).
Molto belle sono le pagine in cui egli reagisce al pessimismo dei «profeti di sventura» circa il futuro della chiesa e invita a guardare alla realtà con fiducia. Così si leggono con gioia le sue affermazioni sul si gnificato permanente del Vaticano II e sulla teologia della comunità locale. Garbata e puntuale la sua risposta alla divergenza con l’allora card. J. Ratzinger circa il rapporto tra chiesa universale e chiesa locale (pp. 453- 465): un amichevole confronto tra due diverse «scuole teologiche», unite però dall’auspicio che la chiesa sia una communio «in cui la diversità è riconciliata», perché poggia su fondamenti di fede condivisa. Anche il secondo volume è dedicato all’ecclesiologia. Alcuni contributi riprendono, talvolta alla lettera, quanto già esposto nel primo saggio: si confrontino ad esempio i rispettivi capitoli iniziali, in cui W. Kasper tratteggia il suo cammino nella chiesa e con la chiesa. Ma la seconda parte di questo secondo volume entra in dettaglio su questioni fondamentali, come il mysterium della communio, i rapporto tra istituzione ed evento, i ministeri della chiesa (da quello dei laici ai presbiteri, da quello dei vescovi al ministero petrino).
Si può dire che la prospettiva salda, univoca e chiara, è sempre la communio, che viene dallo Spirito e diventa criterio di ecclesialità, nonché meta verso cui tendere con fiducia e rinnovato impegno. Da segnalare le pagine sulla nuova evangelizzazione (pp. 538-545), una breve nota, ma preziosa, che termina invitando alla testimonianza di una chiesa povera: «I tempi di una chiesa feudale, ricca e autoritaria sono passati (...) Per amore della credibilità della chiesa, i suoi rappresentanti devono evitare di dare qualsiasi impressione di ricchezza e di potere». In tedesco già è cominciata l’edizione dell’Opera Omnia del card. W. Kasper («Walter Kasper Gesammelte Schriften» [WKGS], per i tipi della Herder di Freiburg im Breisgau), ma bisogna senz’altro ringraziare l’editrice Queriniana per il servizio che da tanti anni continua a rendere, pubblicando volumi come questi, che permettono di dare alla propria fede il saldo fondamento di una riflessione teologica matura e aperta, orientata con fiducia verso il futuro.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n. 3 del 2012
(http://www.credereoggi.it)
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