Ecclesiologia. La sacramentalità della comunità cristiana
(Biblioteca di teologia contemporanea)EAN 9788839904386
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 16
(http://www.ilregno.it)
Il teologo spagnolo Salvador Pié-Ninot, tra i piú noti ecclesiologi in campo internazionale, con la pubblicazione di Ecclesiologia. La sacramentalità della comunità cristiana si propone di dare un contributo scientifico in occasione della celebrazione del cinquantesimo anniversario del concilio ecumenico Vaticano II. L’opera è suddivisa in due parti.
Queste vengono precedute da un’ampia «Introduzione generale» (100 pagine) che rende ragione della sintesi ecclesiologica presente nei documenti del Vaticano II il quale, in particolare nella costituzione dogmatica Lumen gentium, presenta l’opzione per una ecclesiologia sacramentale comunionale. Questa consente di chiarire molte questioni, piú volte affrontate nel corso dei secoli e che sono giunte al Vaticano II come veri e propri nodi ecclesiologici da sciogliere. In particolare, la necessità di una visione equilibrata delle due dimensioni fondamentali della chiesa, quella di mistero e quella di società, oggetto di diversa attenzione nel primo e nel secondo millennio. Mentre nel primo prevalse un’ecclesiologia sacramentale che aveva nella celebrazione liturgica il suo momento piú significativo e costitutivo, nel secondo dominò la preoccupazione giuridica di orientamento apologetico.
Non sarà sufficiente il recupero moderno dell’aspetto misterico per ridare all’ecclesiologia quel giusto rapporto che sant’Agostino indicò come lo stare nella chiesa con il corpo e con il cuore. Pertanto, nella formula «comunione gerarchica» si trova la soluzione ideale di un rapporto equilibrato tra elementi costitutivi dell’evento chiesa che si annodano attorno alle parole «comunione» e «gerarchia». Nella prima parte del libro, l’A. presentata la fondazione della chiesa radicata in Gesú che prende i nomi di «popolo di Dio», «corpo di Cristo», «comunione», «tradizione vivente» e che ha nella sacramentalità il principio ermeneutico dell’ecclesiologia. Il ricorso alla categoria «sacramento» non deve far pensare a una interpretazione «sacrale» della chiesa dove vengono idealizzate le persone e gli aspetti istituzionali «bensí mostrare che essa è tutta quanta orientata a una “significazione” sacramentale ultima, che è Gesú Cristo; ma siccome è entrata “nella storia degli uomini” (LG 9), la chiesa continua a condividere sempre l’opacità e l’ambiguità della sua realizzazione nella storia umana e nel mondo, essendo “santa insieme e sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento” (LG 8)» (pp. 217-218).
Nella seconda parte, Pié-Ninot approfondisce il tema «Chiesa, sacramento universale della salvezza» attraverso tre grandi momenti: la chiesa come filiazione e fraternità in Cristo, la chiesa come comunità e la chiesa come società. Da segnalare l’ampia trattazione del secondo momento nel quale vengono collocati i seguenti temi: l’appartenenza alla chiesa, le condizioni di vita nella chiesa (laicato, ministero pastorale e vita consacrata), la chiesa diocesana (localizzazione della cattolicità della chiesa), il ministero episcopale e il ministero petrino. A quest’ultimo tema l’A. riserva un’attenzione speciale (complessivamente 130 pagine) trattandosi di un argomento chiave per un corretto rapporto tra esercizio del ministero petrino e collegialità episcopale e per i suoi riflessi in ambito ecumenico.
A tale proposito, seguendo l’invito di Ut unum sit (1995), Pié-Ninot offre precise indicazioni per una revisione e per una articolazione concreta del ministero petrino aperto a una situazione nuova (ordo communionis primatus) nella prospettiva di una «collegialità strutturata». Il pregio maggiore dell’opera sta nell’approccio storico all’ecclesiologia. La presentazione dello sviluppo della riflessione teologica sulla chiesa e la presentazione delle diverse questioni sono nutrite di un quadro ampio di informazioni, dati storici e bibliografici, considerazioni di ordine giuridico che completano il quadro generale della conoscenza. Il Vaticano II viene presentato come momento di approdo e di chiarificazione di tanti aspetti ecclesiologici e anche come momento di rilancio di alcune questioni che, per la verità, secondo Pié-Ninot, non hanno trovato sviluppo adeguato e coerente nel postconcilio. In particolare, viene segnalata una discrasia tra prospettiva conciliare e codificazione codiciale (1983).
Va inoltre sottolineata in senso positivo l’attenzione rivolta agli aspetti giuridici dell’ordinamento ecclesiale strettamente connessi al segno esteriore della chiesa e agli aspetti istituzionali. Tuttavia, l’abbondanza dei dati e il sovente ricorso all’uso delle note di approfondimento, danno l’impressione di una difficoltà di sintesi ecclesiologica tra il vecchio e il nuovo.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 1/2013
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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