Introduzione al Vangelo di Giovanni

La morte improvvisa di P. Raymond E. Brown nel 1998 interruppe un lavoro di aggiornamento del suo rinomato commento al QV edito in Italia dalla Cittadella. Non aveva ancora finito di aggiornare l’introduzione. Il compito dell’edizione e dell’aggiornamento definitivo è stato assegnato a un altro rinomato giovannologo, Francis J. Moloney, che oltre ad aver conseguito il dottorato sul tema del «Figlio dell’uomo nel QV», ha al suo attivo molti altri studi e ultimamente un commento che segue il metodo narrativo (The Gospel of John, 1998). L’introduzione ha la stessa struttura di quella del commento originario nella successione dei temi. La bibliografia generale, invece che alla fine, viene posta all’inizio, mentre alla fine di ogni capitolo si trova una bibliografia specifica ben aggiornata. Le aggiunte più significative di Moloney sono: l’introduzione in cui discute alcune tesi fondamentali del Brown come la formazione del QV in tre stadi invece di cinque o la sua concezione del «Figlio dell’uomo» nel QV; la conclusione, in cui aggiorna alcune questioni già trattate dal Brown; e dopo la panoramica degli studi giovannei, il primo excursus «Approcci narrativi al quarto Vangelo» (pp. 43-52), un tema appena sfiorato dal Brown. L’impostazione è perciò decisamente diacronica, tralasciando quindi tutta la ricca ricerca attuale di carattere letterario sincronico (letterario, narrativo, semantico, funzionale, canonico). Le tematiche affrontate sono: l’unità e la composizione del QV; tradizione giovannea: relazione con i Sinottici e storicità (ove è ben esposta la tesi attuale di Lovanio sulla dipendenza diretta del QV dai vangeli sinottici ed è rivalutata la storicità); possibili influenze del pensiero religioso del QV con un buon aggiornamento sullo gnosticismo; echi dell’apologetica e lo scopo del QV, ove viene recepita la sua tesi esposta nella monografia sulla comunità giovannea; l’autore (il testimone oculare originario, il discepolo amato, un discepolo anonimo di Gesú, ma non Giovanni; e l’evangelista che appartiene alla scuola giovannea), il luogo (preferito ancora Efeso), la data fra la più bassa e la più alta (intorno al 100) ; questioni cruciali di teologia giovannea (ancora per tematiche staccate senza un tentativo di visione unitaria); la lingua il testo e la forma del Vangelo, che riprende praticamente quanto aveva già scritto con qualche lieve aggiornamento a mio avviso insufficiente; una breve delineazione del Vangelo cioè la struttura.
Molto opportuni sono gli indici degli autori e l’indice analitico.
Nel suo genere, storico-critico, è perciò un classico ben aggiornato.

Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2007, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)