Pio V e la politica iberica dello Stato pontificio (1566-1572)
(Religione e società)EAN 9788838239908
Maurizio Gattoni è «giovane studioso» tra i più prolifici ed attenti alla storia geopolitica d’Europa. La sua attività di ricerca nell’Archivio Segreto Vaticano e nei principali archivi d’Europa – «un ideale pellegrinaggio da Roma a Lisbona», scrive – ha fatto sì che proponesse alla comunità di studio (e non solo) importanti contributi alla conoscenza delle dinamiche sottese alle relazioni internazionali ed alla geopolitica degli stati italiani ed europei del Rinascimento. Anche il presente volume sulla politica iberica dello Stato pontificio negli anni di guida di un santo, il papa domenicano Pio V (al secolo Antonio Michele Ghislieri), è il frutto, gradito ed opportuno, dell’attività di ricerca condotta tra Archivio Segreto Vaticano, Arquivo Nacional Torre do Tombo e Archivo General de Simancas: egli ha prima presentato le sue ricerche in un’apprezzata relazione al convegno per il V centenario della nascita di quel Pontefice, quindi ha perfezionato l’ordito di quello studio, consegnando all’opinione pubblica le pagine che ci occupano, inserite con lungimiranza editoriale nella fortunata collana «Religione e società. Storia della Chiesa e dei movimenti cattolici».
Giova ricordare che, al momento dell’elezione a Pontefice di Pio V, nel 1566, la situazione politica e geopolitica italiana era caratterizzata da un fattore peculiare, rispetto agli anni precedenti: l’espansionismo dell’Impero Ottomano. Quale fu, allora, il ruolo di Pio V? L’azione del Pontefice «seguì.... più fasi» che Gattoni riassume in «1. Cogitatio (1566-1569)», «2. Constructio (1570-71) e «3. Mediatio (1571-72)». E così, se nella prima fase «il Pontefice si muove su una linea doppia: da un lato, animare il mondo cristiano nella sfida rappresentata dall’espansionismo turco e, dall’altro, utilizzare questo spirito in funzione antispagnola » in maniera tale che la potenza iberica avesse un contrappeso in un fronte, che fosse «erede della tradizionale alleanza rinascimentale Venezia-Stato Pontificio», nella fase della «Constructio» viene descritta da Gattoni come prese vita «la trattativa finalizzata alla nascita della Lega Santa, in una situazione resa ardua sia dalla difficoltà delle “potenze cristiane” a trovare un accordo», sia dall’inizio delle «operazioni militari turche contro Cipro».
È, questa, la fase nella quale l’autore analizza «l’ante ed il post Lepanto per ciò che concerne la dimensione diplomatica», senza soffermarsi, giustamente, sulla battaglia, oggetto di una costante attenzione da parte degli studiosi. «Dallo scontro di Lepanto nell’ottobre 1571 alla morte di Pio V il 1° maggio 1572 – annota poi l’autore nel presentare la terza fase, quella della “Mediatio” – l’impegno pontificio si focalizza su come fosse possibile sfruttare la vittoria e tentare, se non un improbabile recupero di Costantinopoli, quanto meno quello di Cipro, di Rodi, del Peloponneso e delle isole dell’Egeo, in modo da ripristinare un equilibrio simile a quello esistente a metà del ’400, quando la presenza turca era limitata alla penisola anatolica ».
L’autore cerca di leggere la politica pontifica non solo guardando alla dimensione italiana, quanto, piuttosto, inquadrandola nella più ampia filosofia politica di Pio V. E lo fa inserendo preziosi tasselli recuperati in Portogallo, «il grande assente negli studi anche di politica comparata – ha avvertito Giovanni Castaldo – attinenti al Rinascimento» ed emergono così nuove coordinate, tali da stabilire come il Papa santo non solo abbia rivolto grande attenzione all’Impero portoghese, ma abbia tentato di «attrarlo nella competizione per la definizione degli equilibri mediterranei». Quell’impero infatti, tutto sommato, era fresco di successi avendo da pochi decenni instaurato, con Manuel I, il dominio in Africa sudoccidentale e sudorientale, in Angola e Mozambico, e ancora nelle Indie e nel Brasile: la parabola non si preannunciava ancora discendente, come lo sarebbe stata da lì a qualche anno, quando re Sebastiano, ultimo discendente degli Aviz, sarebbe caduto in battaglia contro i mori (1578) e quando il paese sarebbe stato occupato dalle truppe di Filippo II di Spagna, riconosciuto re dalle Cortes (1580). E proprio il Portogallo, dunque, viene illuminato da questo studio che ha anche il pregio di presentare una compiuta analisi «degli equilibri politici interni al paese lusitano sia in rapporto all’attiguo regno di Spagna, sia nei confronti dello Stato Pontificio».
In molte pagine, intensamente strutturate, l’Autore porta contributi davvero determinanti allo studio del periodo preso in esame e non abbandona nemmeno per un attimo l’oggetto della ricerca che è quel grande Pontefice, sotto il cui governo lo Stato pontificio si mosse «in un’altra direzione» rispetto alla condotta dei Pontefici del Rinascimento. Pio V, infatti, «non fece particolari sforzi per dotarsi di un dispositivo militare né si curò di dare vota ad una politica nepotistica, mentre guardò al Mediterraneo, utilizzando la parte beneficale ed inquisitoriale per premere sugli interlocutori, indipendentemente da considerazioni di realpolitik, tanto che già era stata abbozzata la scomunica nei confronti del re di Spagna». I commentatori più accorti hanno notato come da queste pagine emerga un pontefice «abile “tessitore” di un’alleanza, che, infelicemente, non riuscì a sopravvivere alla sua morte, avvenuta nel 1572, il che, storiograficamente, ha finito per facilitare l’identificazione del pontefice Ghislieri con l’epico scontro di Lepanto » (Castaldo). E proprio Lepanto, il guardare al Mediterraneo di questo pontefice hanno portato alcuni ad “attualizzare” lo studio in oggetto.
L’autore, però, già in limine, e con opportuni accenti, non può fare a meno di osservare che «Pio V, per ragioni tutto sommato estranee al suo essere Pontefice, ha finito per essere menzionato molto in questi anni. Da quando, infatti – osserva – a seguito dei tristi eventi dell’11 settembre 2001, uscì un pamphlet dello studioso americano Samuel Huddington sullo Scontro tra Civiltà, in cui prefigurava un ineluttabile scontro metafisico tra occidente presuntamene cristiano e un oriente islamico, la saggistica si è soffermata a “rispolverare” la figura del pontefice di Bosco Marengo, identificato con la vittoria di Lepanto, in una prospettiva di “titanismo”», in cui si è voluto vedere «negli anni Settanta del ’500, il precedente allo scontro in atto oggi». Ma non è, questo, l’intento delle belle pagine che ci occupano: esse sono finalizzate «a riscoprire le dinamiche caratteristiche del tardo ’500, nel tentativo di trovare nei carteggi olografi non già le risposte ai problemi di oggi, quanto, piuttosto, le risposte ai problemi di ieri, cioè contemporanei ai protagonisti dell’epoca».
Tratto dalla rivista "Parola e Storia" n. 1/2007
(http://www.scienzereligiose-br.it)
-
-
-
-
-
-
16,00 €→ 15,20 € -
-
16,00 €→ 15,20 € -
17,00 €→ 16,15 €
storia della chiesa, papa, politica, storia dei papi, Spagna, Pio V, stato pontificio, politica iberica