Esaurito
Descrizione
Dai trattati sul destino di Cicerone, dello pseudo-Plutarco e di Alessandro di Afrodisia - gli unici che l'antichità ci ha trasmesso - emergono dei temi divenuti classici.Il conflitto fra un'ontologia "chiusa" (dove l'essere è un tutto già da sempre compiuto) e un'ontologia "aperta" (con molteplici e indipendenti fattori del divenire) all'interno del pensiero ellenistico verte sul ruolo da attribuire al principio di causalità, ed è questa la sua specificità rispetto al modo in cui l'idea del «destino» si presentava non solo in Omero o nei Tragici ma anche nei pensatori più antichi come Pitagora, Eraclito o Parmenide, dove la nozione di causa è del tutto assente.In gioco è il rapporto fra destino universale e libertà particolare, fra l'esteriore e l'interiore, fra Dio e l'uomo o fra la natura e lo spirito, e in particolare la legittimità di ritagliare all'interno di un mondo condizionato da rapporti causali necessari uno spazio vuoto tale da poter essere gestito da soggetti autonomi. Ma se l'uomo è libero nella misura in cui svolge liberamente la parte assegnatagli dal destino, come dobbiamo spiegare i comportamenti negativi?Una dialettica necessità/libertà rimasta sostanzialmente inalterata nella cultura occidentale, prolungandosi con altri linguaggi e altri autori nel pensiero cristiano e nella filosofia moderna.
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Dai trattati sul destino di Cicerone, dello pseudo-Plutarco e di Alessandro di Afrodisia – gli unici pervenutici – emergono alcuni temi divenuti classici, in particolare la dialettica necessità/libertà rimasta sostanzialmente inalterata nella cultura occidentale e riemersa nel pensiero cristiano e nella filosofia moderna. A. Magris propone una nuova traduzione dei tre trattati antichi de fato, accompagnata da un commento nel quale si fa spazio anche a brani di altri documenti attinenti di epoca ellenistico-romana (in particolare da Cicerone, Aristotele, Calcidio, Nemesio Apuleio e Alcinoo). In apertura un saggio introduttivo dello stesso curatore sul «destino» nella filosofia greca.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 14/2010
(http://www.ilregno.it)
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