Esaurito
Descrizione
De Maistre ci mostra l'altra faccia della luna, quella che non vediamo con i nostri ragionamenti corretti. I Cinque paradossi - dedicati al duello, alle donne, al gioco, al bello, ai libri - furono scritti nel 1795, in un anno che lo trova intento a comporre altri pamphlets: Jean-Claude Têtu, Bienfaits de la révolution française; subito dopo l'incompiuto Studio sulla sovranità (che è del 1794), prima delle anonime Considerazioni sulla Francia (escono nel 1796). Ma i Cinque paradossi, al di là della fascinosa scrittura e dell'ironia che li permea, sono una presentazione accattivante delle idee di de Maistre: infatti, il paradosso - andando contro l'opinione comune - è il suo strumento di conoscenza. Anche se ci sentiamo distanti e riteniamo che talune sue osservazioni abbiano soltanto sostegni nel passato, merita di essere riletto. L'attualità è nella sua intelligenza, ancora viva, sorprendente; la sua prosa ci insegna a sbugiardare, a demolire, a ridere ma anche - e soprattutto - a non perdere mai di vista i riferimenti fondamentali. De Maistre è l'inattuale più raffinato della filosofia moderna e nella sua ricerca dei principi è un contemporaneo. Le domande che si pone sulla società ci interessano, o cominciano a interessarci.
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Joseph de Maistre scrive l’opera nel 1795 e usa la forma retorica e filosofica del paradosso per rovesciare i pregiudizi comuni, ma soprattutto per indicare alcune sue considerazioni di fondo. Il paradosso come strumento di conoscenza e di divertimento intellettuale si applica ai temi del duello, delle donne, del gioco, del bello e dei libri. Come esempio basti il riferimento alle Lettere provinciali di Pascal: «Ebbene, signora, state certa che, se fossero state scritte contro i reverendi padri cappuccini, nessuno al mondo ne avrebbe parlato ». Anche se il tradizionalismo di de M. non è più viabile, l’attualità della sua intelligenza è ancora oggi una scuola di libertà e di vivacità creativa.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 4/2010
(http://www.ilregno.it)
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