Realismo e utopia
-In memoria di Lukács e Bloch
(Biblioteca. Filosofia)EAN 9788835952961
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DETTAGLI DI «Realismo e utopia»
Tipo
Libro
Titolo
Realismo e utopia - In memoria di Lukács e Bloch
Autore
Prestipino Giuseppe
Editore
Editori Riuniti
EAN
9788835952961
Pagine
552
Data
2002
Collana
Biblioteca. Filosofia
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Recensioni di riviste specialistiche su «Realismo e utopia»
Recensione di Francesco De Carolis della rivista Studia Patavina
Il pensiero contemporaneo si trova a doversi confrontare con questioni profondamente nuove, derivanti dallo stesso sviluppo tecnico e sociale che l’uomo ha attivato negli ultimi secoli. A questa constatazione comune, vista nei suoi termini generali ma senza genericità, Prestipino, nel suo sforzo di approfondimento e di sintesi, guarda senza alcuna preoccupazione di delegittimare la scienza e il progresso tecnico, ma senza voler subordinare l’uomo alla tecnica e senza ritenere il declassamento dell’uomo e la sua frequente riduzione a oggetto di pianificazione come una necessità. Prestipino considera certo gli squilibri sociali, politici, ecologici contemporanei nei loro vari aspetti, ma soprattutto cerca una conclusione di fondo: guardare in maniera neutra la realtà ha poco senso, cosí che bisogna considerare le cose in rapporto a un ideale umanistico che non si conformi alla immagine dell’individuo isolato, sempre in competizione con gli altri. È chiaro che rapportarsi con la tematica del realismo e dell’utopia comporta anche il confronto con molti problemi e tesi differenti che generano talora perplessità. Tuttavia, Prestipino, senza dogmatismi, dà prova di volersi collegare con le fonti stesse del pensiero moderno, per contribuire a costituire un dibattito antropologico di ampio profilo. Perciò egli si riferisce anche alla morale kantiana, che è piú del rigorismo, e può richiamare al valore fondamentale dell’uomo.
Prestipino non si nasconde affatto il fallimento del regimi comunisti o del socialismo reale, e non ignora che voci di intellettuali marxisti assai significativi, come quelle di Luckacs e Bloch, sono state spesso fraintese per la loro carica di innovatività. Prestipino è attento anche alle riflessioni di Gramsci, il cui valore critico, ricorda, non può essere messo in discussione da chi ha diversi orientamenti filosofici. È evidente che molte pagine di questo ampio e documentato volume possono anche non essere condivise, ma è l’autore stesso a mettere in evidenza che il relativismo epistemologico e filosofico, spesso nichilista o indifferente, è in fondo una posizione poco fruttuosa, laddove è invece importantissimo mantenere uno sguardo critico vigile e formulare ipotesi sempre rivedibili, ma utili al dibattito culturale attuale.
Nonostante le opposizioni di fatto, scambiate come opposizioni di diritto, Prestipino ritiene che il possibile sia parte rilevante della «realtà» e che l’umanesimo, inteso anche dal punto di vista della vita associata, non sia da tralasciare. In questo senso, realismo ed utopia potrebbero anche non essere sempre in contrasto. Il realismo potrebbe sfociare nella progettazione, cosí come l’utopia potrebbe essere finalizzata, senza astrazioni eccessive e sterili, verso la progettazione di un mondo piú umano e quindi piú concretamente vivibile. Qui si potrebbe ritrovare il contributo di Lukacs e Bloch. Kantianamente si potrebbe riproporre la tematica di quel «regno dei fini» in cui individuo e società possono conciliarsi in modi non riduttivi e in sintonia con la sempre piú pressante salvaguardia di tutte le forme di vita presenti sul pianeta.
Nella prima parte soprattutto, Prestipino mostra, del resto, una sicura capacità di leggere i nostri tempi, contrassegnati dal crollo delle ideologie marxiste e dei totalitarismi di destra e di sinistra. Egli comprende le sfide complesse della economia e di una politica che rispecchia una umanità che va integrandosi sempre di piú. La capacità di cogliere il concreto storico e diverse suggestioni filosofiche è, dunque, un tratto di questa filosofia che vuole confrontarsi con le sfide aperte della globalizzazione: «gioverebbe – nota Prestipino – oltrepassare la logica di un incontrastato dominio del sapere sulla natura per finalizzare lo stesso sapere a una volontà generale lungimirante o per attingere la logica – o, piú esattamente, l’etica – di una riflessività di forma superiore, come dominio sul dominio della natura» (p. 173). Se il nostro mondo è in trasformazione, trasformare la trasformazione in senso antropologico è possibile, benché complesso: e tramite questo avvertimento del valore dell’uomo il vasto studio di Prestipino si mostra come un volume incisivo e originale, che può contribuire a un dibattito piú profondo sulla condizione dell’uomo d’oggi. Esso dimostra che l’esigenza etica non è tramontata nei diversi settori della cultura di oggi, qualora si comprenda nuovamente l’intimo legame tra etica e antropologia.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Prestipino non si nasconde affatto il fallimento del regimi comunisti o del socialismo reale, e non ignora che voci di intellettuali marxisti assai significativi, come quelle di Luckacs e Bloch, sono state spesso fraintese per la loro carica di innovatività. Prestipino è attento anche alle riflessioni di Gramsci, il cui valore critico, ricorda, non può essere messo in discussione da chi ha diversi orientamenti filosofici. È evidente che molte pagine di questo ampio e documentato volume possono anche non essere condivise, ma è l’autore stesso a mettere in evidenza che il relativismo epistemologico e filosofico, spesso nichilista o indifferente, è in fondo una posizione poco fruttuosa, laddove è invece importantissimo mantenere uno sguardo critico vigile e formulare ipotesi sempre rivedibili, ma utili al dibattito culturale attuale.
Nonostante le opposizioni di fatto, scambiate come opposizioni di diritto, Prestipino ritiene che il possibile sia parte rilevante della «realtà» e che l’umanesimo, inteso anche dal punto di vista della vita associata, non sia da tralasciare. In questo senso, realismo ed utopia potrebbero anche non essere sempre in contrasto. Il realismo potrebbe sfociare nella progettazione, cosí come l’utopia potrebbe essere finalizzata, senza astrazioni eccessive e sterili, verso la progettazione di un mondo piú umano e quindi piú concretamente vivibile. Qui si potrebbe ritrovare il contributo di Lukacs e Bloch. Kantianamente si potrebbe riproporre la tematica di quel «regno dei fini» in cui individuo e società possono conciliarsi in modi non riduttivi e in sintonia con la sempre piú pressante salvaguardia di tutte le forme di vita presenti sul pianeta.
Nella prima parte soprattutto, Prestipino mostra, del resto, una sicura capacità di leggere i nostri tempi, contrassegnati dal crollo delle ideologie marxiste e dei totalitarismi di destra e di sinistra. Egli comprende le sfide complesse della economia e di una politica che rispecchia una umanità che va integrandosi sempre di piú. La capacità di cogliere il concreto storico e diverse suggestioni filosofiche è, dunque, un tratto di questa filosofia che vuole confrontarsi con le sfide aperte della globalizzazione: «gioverebbe – nota Prestipino – oltrepassare la logica di un incontrastato dominio del sapere sulla natura per finalizzare lo stesso sapere a una volontà generale lungimirante o per attingere la logica – o, piú esattamente, l’etica – di una riflessività di forma superiore, come dominio sul dominio della natura» (p. 173). Se il nostro mondo è in trasformazione, trasformare la trasformazione in senso antropologico è possibile, benché complesso: e tramite questo avvertimento del valore dell’uomo il vasto studio di Prestipino si mostra come un volume incisivo e originale, che può contribuire a un dibattito piú profondo sulla condizione dell’uomo d’oggi. Esso dimostra che l’esigenza etica non è tramontata nei diversi settori della cultura di oggi, qualora si comprenda nuovamente l’intimo legame tra etica e antropologia.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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