Agli appunti, alla memoria della sua segretaria, Giovanna Maria Scalabrini, ai documenti conservati nell'archivio della comunità, si deve la narrazione della vita della madre Margherita Marchi qui presentata, sulla quale si innesta quella della comunità monastica di Viboldone. Racconto esteso, che prende origine a partire dalla stessa infanzia di colei che qui viene chiamata «Nostra Madre», ripercorre le tappe della vita, dall'incontro con Cristo alla decisione di porsi alla sua sequela, nella tensione di una sempre più piena conformazione a Colui che diede senso compiuto alla sua vita e che le fece intraprendere vie nuove per seguire le orme del Signore e Maestro. «Non so dove il Signore mi voglia condurre, ma so che è il Signore che mi conduce e deve bastarmi», scriveva il 10 ottobre 1932, dopo essere stata eletta superiora della Casa di Gesù crocifisso delle Sorelle dei Poveri di s. Caterina da Siena. E continuava il 26 ottobre: «Quello che dovevo fare lo avrei letto giorno per giorno nel Suo cuore: devo sentire come Lui, vedere come Lui, sforzarmi di amare come Lui? Un andare povero, oscuro, faticoso, con Lui». Con questo abbandono fiducioso procede la ricerca appassionata della madre Marchi, sulla quale si innesta quella delle giovani donne che con lei condividevano la vita religiosa e formerà il nucleo iniziale della Comunità delle Benedettine di Viboldone. Un cammino a ritroso nel tempo per chi oggi pubblica queste pagine, nella memoria dei 70 anni dall'approdo di quel primo gruppo in terra lombarda.