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Descrizione
Chi considera solo una seccatura leggere il programma letterario di un poema sinfonico di Franz Liszt o di Richard Strauss prima di un concerto, chi desidera che a un concerto di Lieder la sala sia oscurata anche se non si potranno leggere i testi stampati sul programma, chi ritiene superfluo imprimersi nella mente prima della rappresentazione l'azione drammatica di un'opera in una lingua che non conosce (chi dunque, in altre parole, tratta con sprezzante noncuranza la parte che spetta alla parola nella musica da concerto o d'opera) prende una decisione di estetica musicale; si può credere che questa decisione dipenda dal proprio gusto personale, ma in realtà è espressione di una tendenza estetica precisa, dell'adesione a un 'paradigma estetico', quello della 'musica assoluta'. Introdotto da Wagner nel 1846, il termine 'musica assoluta' indica una musica scritta indipendentemente da qualsiasi possibile fine e impiego extramusicale, sia esso la messa in scena di un testo teatrale, l'elevazione religiosa dell'ascoltatore, una mozione di determinati affetti, l'illustrazione di situazioni sceniche, teatrali o cinematografiche, o anche il semplice accompagnamento di attività quotidiane. L'idea che in questo risieda la natura più vera, più autentica, più pura della musica costituisce il 'paradigma estetico' oggi dominante, ma in realtà questo è nato non più di due secoli or sono, e in contrasto con ogni concezione corrente della musica prima di esso.
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