Roger, in vacanza invernale in Florida con la moglie Stacy, una figlia di cinque anni e un piccolo di tre, entra in un poligono di tiro che vende anche armi e munizioni e compera una Glock che poi infila nel cruscotto della macchina a noleggio. Roger, un costruttore e impresario edile, e Stacy, un'operatrice sociale, si sono conosciuti nove anni prima, in un caffè di Harvard Square. Flirtano, e qui Stacy fa il primo errore: nota al polso di Roger un Rolex d'oro dall'aria costosissima e commenta tra sé e sé, "oggetti come questo mi lasciano indifferente". Dovrebbe invece capire che per l'uomo, più vecchio di lei di una decina d'anni, e senz'altro baciato dal successo, quel Rolex non è solo uno status symbol, ma una ragione di vita, letteralmente. Dovrà rendersene conto una decina d'anni più tardi, durante quella vacanza in Florida, quando si troverà la Glock nuova di zecca puntata alla tempia. Cos'è successo tra il Rolex e la Glock? Anni di matrimonio, felici, che Stacy vive dedicandosi ai figli e al marito, nel lusso: un appartamento di otto stanze su Park Avenue, scuole private per i bambini, tate, viaggi in Europa. Cose che però non la conquistano, non le fanno perdere l'amore per la semplicità, la solidarietà, gli altri. Quindi, quando l'impresa del marito va a rotoli, ed è costretta a traslocare in un dignitoso bilocale, a iscrivere i figli a una scuola pubblica, e a lavare la biancheria nel seminterrato, la donna non si scompone. Anche perché ha un'ottima migliore amica e una cognata deliziosa, nonché due suoceri gentili e attenti, e una serie di interessi, compreso un corso serale di scrittura. Mentre Roger appare disperato, cupo, silenzioso, inappetente, insonne, come se nulla per lui avesse più senso. Thurm possiede la capacità di tenerci in sospeso per tutta la lunghezza della storia e di raccontarla con un linguaggio molto chiaro, che rivela gradualmente ma senza tregua il punto di vista critico dell'autrice sui miti e i riti della società USA degli ultimi decenni.