Citazione spirituale

Wittgenstein e i limiti del linguaggio

di

Hadot Pierre


Copertina di 'Wittgenstein e i limiti del linguaggio'
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EAN 9788833928272

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Descrizione
Tipo Libro Titolo Wittgenstein e i limiti del linguaggio Autore A cura di Chitussi B. Editore Bollati Boringhieri EAN 9788833928272 Pagine 128 Data novembre 2016 Collana Temi
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il 1 agosto 2024 alle 16:24 ha scritto:

Sempre interessato agli scritti di un grande studioso della filosofia antica greco-romana, della Patristica, con il desiderio di ampliare le prospettive filosofiche che ì grandi pensatori, anche del Novecento, offrono, mi sono accostato a questi studi del filosofo francese Hadot, in linea con il suo orientamento: filosofia come scelta di vita. Pur non condividendo l’accentuazione che viene ripetuta nei suoi vari studi (accentuazione che mi sembra non cogliere adeguatamente quella dimensione teoretica che gli studi tradizionali hanno opportunamente sempre sottolineato) rimane sempre un autentico spirito filosofico quello di ‘seguire’ chi propone le proprie scelte, con profondità di riflessione. Questo vale sia per Hadot che per il pensatore cui sono dedicate queste pagine: Wittgenstein. (In accordo con l’affermazione del Nostro, a pag.72: ‘Credo che una grande filosofia si riconosca dal fatto che essa introduce una volta per tutte una problematica nuova’.)Non da meno: l’utilità di avere a che fare con un libriccino, valido, anziché con libri voluminosi che affaticano l’attenzione del lettore.
Il contenuto ,oltre ad una Prefazione e Postfazione, si articola in quattro capitoli,ognuno corrispondente a contributi apparsi su riviste filosofiche:il PRIMO,’Riflessioni sui limiti del linguaggio a proposito del Tractatus logico-philosoficus’, pubblicato su ‘Revue de Metaphysique et de Morale’,1959. ILSECONDO ed il TERZO:’Wittgenstein filosofo del linguaggio I e II’ su ‘Critique’,1959.IL QUARTO:’Giochi linguistici e filosofia’, sulla rivista sopra citata,nel1962.
Inevitabili le ripetizioni.
Sul problema del linguaggio in ambito filosofico si è scritto molto; perché allora non ricordare, arricchendo la posizione del filosofo austriaco, quanto scrisse secoli fa Herder ,preromantico, ossia l’uomo è creatura del linguaggio;non è l’uomo che crea il linguaggio,ma il linguaggio che crea l’uomo. Più vicino a noi,heideggerianamente, il linguaggio come l’orizzonte nel quale si manifesta l’essere.
Il linguaggio,oggi,che la tecnologia consente di manifestare sotto questa forma,certo operativa ma di previa riflessione, del commento che si fa a libri in vendita on line.
Perché tralasciare un’osservazione? Quanto sostiene Wittgenstein sul linguaggio non è forse una (SUA) dottrina ,che ha richiesto un’astrazione concettuale? L’umiltà del filosofo: proporre il ‘proprium’ evitando la polemica sull’ ‘alterum’, anche se diventa necessario polemizzare ... contro il polemizzare.