Camminare nella luce. Sermoni scelti per l'anno liturgico
(Letture cristiane del secondo millennio) [Con sovraccoperta]EAN 9788831536073
La professoressa Mary Melone, docente di trinitaria e pneumatologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma, ha curato questo testo antologico dell’Opus Evangeliorum di sant’Antonio, sia sotto il profilo della selezione degli scritti antoniani da lei tradotti, sia per quanto riguarda la corposa introduzione e l’apparato di note di cui ha dotato i singoli sermoni.
Circa un terzo del libro (oltre 100 pagine) è infatti occupato dal corposo saggio introduttivo della curatrice, il quale presenta in forma sintetica, ma esaustiva, la vita, l’opera e il pensiero del Dottore Evangelico. Sono tre le parti in cui si suddivide l’Introduzione: I) Profilo biografico di Antonio di Padova; II) I Sermoni domenicali e festivi; III) Percorsi di teologia e spiritualità. Nella prima sezione l’autrice tratteggia non solo il consueto percorso di vita del Santo di Padova, ma cerca di puntualizzare l’importanza della scelta minoritica e del duplice impegno ministeriale di Antonio nell’insegnamento e nella predicazione. Svolta francescana e attività di docente e di predicatore itinerante sono identificate quali fondamenta esistenziali dell’opera teologica composta dal Santo, e ciò risulta bene evidenziato nella seconda parte dell’introduzione.
In essa i Sermoni vengono contestualizzati nell’ambito dell’ars praedicandi del XIII secolo; Antonio assume e rielabora personalmente la tradizione dei quattro sensi della Scrittura, forgiando su di essi e sul metodo della Concordantia fra i diversi brani biblici di ogni singola domenica la sua originale opera di commento, costruita in vista della preparazione del predicatore. La Melone mette in risalto il carattere dei Sermoni come risposta alle esigenze della Chiesa e dell’Ordine francescano. Con il Concilio Lateranense IV (1215) si era rilanciata la necessità della predicazione al popolo e della formazione del clero adibito al ministero della Parola e del Sacramento della confessione. Non inferiore è l’importanza attribuita all’appartenenza di Antonio al movimento minoritico per dare ragione delle particolarità del Sermonario; solo alla luce di questa realtà, secondo la Melone, si può comprendere l’intento e il disegno dell’opera scritta di sant’Antonio: una finalità didattico-formativa a servizio dell’annuncio evangelico, in linea con il mandato ricevuto dal Fondatore dell’Ordine di insegnare la teologia ai frati. Antonio, fino alla fine dei suoi giorni, continuerà ad impegnarsi nella duplice attività di apostolo itinerante, predicatore popolare di indiscusso successo e fama, e insieme di docente, ponendosi in tal modo tra l’esperienza originaria della prima generazione francescana e l’insorgere di nuove priorità e necessità, dovute alla diffusione dell’Ordine in ambienti cittadini e al suo sviluppo interno.
Antonio, quindi, non rappresenta un “allontanamento” dalla volontà di semplicità e di umiltà intellettuale di Francesco, ma si fa interprete dell’esigenza di garantire alla predicazione penitenziale degli inizi, per lo più occasionale ed esortativa, una riflessione articolata e in grado di dirigersi agli uomini del suo tempo, indicando loro una via morale concreta e percorribile, radicata nella dottrina cristiana autentica ed ortodossa, in un periodo caratterizzato dall’aggressiva diffusione del catarismo. Lo scopo, i destinatari e la struttura dei Sermones, vengono delineati con brevi tratti essenziali nella seconda parte del saggio, soffermando l’attenzione sull’ermeneutica antoniana basata sulla celebre quadriga (la concordanza dei testi dell’Epistola, del Vangelo, dell’antifona introitale e della lettura biblica dell’ufficio divino), sulla stratificazione dei sensi della Scrittura (letterale, allegorico, morale e anagogico) e nutrita dell’eredità dei Padri della Chiesa e delle autorità teologiche e spirituali del Medioevo.
La Melone non manca di presentare anche l’uso del simbolismo naturale negli scritti antoniani. Esso viene visto non solo come debito tributo alle mode dell’eloquenza del XIII secolo, ma soprattutto come scrutatio del liber naturae, opera di Dio e portatore di una rivelazione che completa e corrobora quanto disvelato dalle divine Scritture. La III parte dell’Introduzione è consacrata alla sintesi tematica della teologia del «primo lettore» dell’Ordine Serafico. Viene riconosciuto il desiderio di Antonio di esporre la dottrina collegandola continuamente alla Scrittura, non con una fi nalità speculativa, ma piuttosto pratica: per condurre cioè gli ascoltatori alla conversione e ad una vita pienamente cristiana. Mary Melone illustra il fondamento trinitario della teologia di Antonio, e rileva la capacità del Santo di cogliere e presentare efficacemente la peculiarità della funzione salvifica di ognuna delle tre Persone divine.
La misericordia del Padre, attraverso l’amore redentivo del Figlio – centro dell’universo e della storia – contemplato in particolare nell’umiltà dell’Incarnazione e nell’umiliazione della Passione, offre all’umanità il dono dello Spirito Santo, “splendore” dell’anima, principio della rigenerazione pasquale e della vita nuova. L’antropologia delineata negli scritti di sant’Antonio nel segno della conversione, come ricostruzione nell’uomo della somiglianza con il Figlio di Dio, unita all’insistenza sulla necessità di percorrere la via della penitenza come cammino di conformazione a Cristo, portano il santo Dottore a parlare diffusamente della confessione e della lotta ai vizi (spesso sintetizzati nella terna superbia-avarizia-lussuria), ostacoli sul sentiero della sequela del Signore.
La presentazione della dottrina teologica di Antonio si conclude con un riferimento alla Mariologia e alle immagini impiegate dal Dottore Evangelico per suggerire la collaborazione di Maria al mistero della redenzione e la sua attiva mediazione e intercessione presso il Figlio. Una bibliografi a essenziale e aggiornata si interpone tra il saggio introduttivo e la scelta antologica dei Sermoni. Di particolare rilievo è la selezione operata dalla Melone sui testi antoniani: vengono riportati in traduzione italiana dieci interi sermoni, disposti – come dice il sottotitolo del libro – secondo l’ordine dell’anno liturgico. Questa particolare scelta permette di far cogliere al lettore la struttura e l’andamento del singolo sermone, oltre che i temi di cui Antonio tratta. Nei limiti editoriali imposti dalla collana, la Melone ha saputo selezionare alcuni dei sermoni più signifi cativi tra quelli domenicali e festivi, tra cui spiccano il sermone del Natale, quello per l’inizio del digiuno (mercoledì delle Ceneri), il sermone di Pasqua e un sermone mariano (Annunciazione).
L’unico rammarico è l’esclusione, seppur giustifi cabile nell’economia generale, del sermone per la terza domenica di Quaresima, che tanto bene illustra il metodo e i temi cristologici e morali del teologo francescano. Le note e le spiegazioni con le quali la curatrice correda i testi sono quantomai apprezzabili, specialmente per i riferimenti alle etimologie latine, su cui sovente Antonio costruisce i suoi argomenti, non altrimenti apprezzabili nella traduzione. Seguendo l’edizione critica patavina del 1979, la Melone evidenzia non solo le citazioni bibliche, ma anche quelle patristiche (e degli scrittori più recenti) adoperate da Antonio.
Tale cospicuo apparato offerto a corredo del testo, insieme ai ricchi indici, fanno di questo libro un interessante e serio sussidio per l’approccio iniziale allo studio della produzione letteraria del Santo di Padova, ancor oggi più conosciuto come taumaturgo che come predicatore e maestro della Sacra Pagina, nonostante il titolo di Dottore della Chiesa conferitogli nel 1946.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. I-II/2010
http://www.seraphicum.org
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Dalila Setta il 17 maggio 2020 alle 13:22 ha scritto:
buono, conciso ed esaustivo