La parola che dà vita

Di recente pubblicazione, il testo di Tiziano Lorenzin ha subito colto l’interesse dei lettori. La viva sensazione che si prova dinanzi a quest’opera è quella di chi ha davanti un capolavoro dell’arte figurativa, che colpisce immediatamente per la sua bellezza e la sua originalità. Prima ancora di essere compresa nella sua interezza, si avverte un motivo dominante, dato dalla freschezza che emana la Parola contenuta, una Parola che è eterna e che dà vita. Inserita all’interno della collana curata da suor Olimpia Cavallo (Scrutate le Scritture), il testo è uno strumento per la Lectio divina perché tutti possano accostarsi alla Parola di Dio e, per mezzo di essa, entrare nelle profondità del mistero stesso del Signore per trovare risposte alle domande di senso. Il titolo, pertanto, rende giustizia di tutto il lavoro compiuto dal noto biblista, docente di esegesi dell’AT presso la sede centrale della Facoltà Teologica del Triveneto e di Teologia spirituale biblica: la Parola è viva e dà la vita.

Ciò che l’Autore ci consegna è patrimonio ormai consolidato nella tradizione cristiana: la Parola di Dio contenuta e trasmessa nella Sacra Scrittura. L’opera ci offre «alcuni esempi di tradizioni vive e diverse trasmesse lungo la storia di Israele, le quali furono comprese come una buona novella da generazioni vissute anche molti secoli dopo il loro sorgere» (p. 5). Si guada, così, a quel processo di trasmissione della Parola che è all’origine di una comunità che l’ha generata nel suo grembo e al difficile compito di interpretarla tenendo conto del contesto sociale. In questo compito così arduo, l’Autore coglie la necessità di tener presente come gli stessi interpreti, «che vivono all’interno della stessa comunità, scelgono, adattano, modificano, adottano un testo antico, unendovi le proprie affermazioni, producendo così il risultato finale (l’intertesto)» (p. 6).

Vengono, pertanto, presentate tutte le tappe della tradizionale Lectio divina, così caldeggiata dai Vescovi italiani e ormai diffusa all’interno della pastorale biblica delle nostre comunità cristiane: lectio, meditatio, oratio, contemplatio. Il cammino compiuto dall’Autore comprende testi tratti dal Pentateuco e dai Profeti, brani in parte noti al vasto pubblico ma disposti con coerenza secondo un progetto proprio del biblista: I. La notte della Creazione (Genesi 1, 1-2, 4b); II. Nel giardino della vita (Genesi 2, 7-9; 3, 1-7); III. La chiamata di Abramo (Ge-nesi 12, 1-4a); IV. L’acqua nel deserto (Esodo 17, 3-7); V. Davide. Il più piccolo dei fratelli (1Samuele 16, 1-13); VI. Camminiamo alla luce del Signore (Isaia 2, 1-5); VII. Dio è con noi. Chi sarà contro di noi? (Isaia 7, 10-14); VIII. Vieni, Signore, re di giustizia e di pace (Isaia 11, 1-10); IX. La bellezza della comunità (Isaia 35, 1-10); X. Eccomi. Sono qua! (Isaia 52, 7-10); XI. Il miracolo della Parola di Dio (Ezechiele 37, 1-14). Ogni testo scritturistico è tradotto personalmente dall’Autore e in questo si evince la competenza dell’anticotestamentarista, già nota per le numerose pubblicazioni nell’ambito delle Scritture d’Israele. Ma la grandezza dell’opera è ravvisabile in ogni sua parte, soprattutto quando l’Autore cerca di far trasparire dalla lettura del testo quel messaggio forte e radicale che la Parola di Dio porta con sé.

Ogni parte dell’opera è costituita dalla presentazione del testo con annotazioni che aiutano i lettori a inquadrare al meglio il messaggio contenuto e trasmesso; dalla lettura intertestuale che permette di entrare sempre di più nella vita di quelle comunità che hanno generato quella parola; dall’Annunzio, nel tentativo di «calare» nell’oggi della vita presente la forza sprigionata dalla Parola ascoltata e accolta nello Spirito. In più, l’Autore offre la possibilità di interrogarsi con alcune domande per la meditatio e con l’indicazione di testi (scrutatio) che possono aiutare i lettori ad approfondire la vivacità della Parola di Dio. La nostra presentazione non può che invitare i lettori a far propria quest’opera, ad avvertirla come prezioso strumento da «usare» non solo a livello personale, ma soprattutto all’interno di quella vita comunitaria che trova nell’ascolto, nella meditazione e nella testimonianza della Parola di Dio la sua precipua vocazione e missione. Se è vero che, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, «la Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il corpo stesso del Signore» (cf Dei Verbum 21) e che la stessa comunità dei cristiani cresce e si edifica nell’ascolto continuo della Parola di Dio, allora accogliere “i buoni frutti” della produzione dei nostri biblisti in Italia non può che essere di giovamento nella crescita e nella maturazione della fede di ciascuno.

Tratto dalla rivista "Parola e Storia" n. 2/2009
(http://www.scienzereligiose-br.it)