Io Paolo. Le mie confessioni
(Paolo di Tarso) [Con sovraccoperta stampata]EAN 9788831531788
Docente di Nuovo Testamento presso la Kirchliche Hochschule Bethel di Bielefeld (Germania), François Vouga ha offerto i suoi contributi più notevoli in merito alla ricerca sul cristianesimo delle origini (2001) e sulla teologia del Nuovo Testamento (2007), lasciandosi apprezzare per la sua rigorosità metodologica e il suo acume intellettuale. Profondo conoscitore dell’apostolo Paolo e del suo pensiero, Vouga si è cimentato in un’opera letteraria tanto accattivante dal punto di vista estetico quanto puntuale nel suo sviluppo contenutistico. Immaginare che Paolo abbia affidato un manoscritto in cui fossero annotate le sue “confessioni” a Timoteo, poco prima di fare vela verso la Spagna, è un’intuizione brillante, destinata non solo al grande pubblico. La rivisitazione della chiamata, della missione e della predicazione paolina si snoda lungo nove capitoli, inquadrati tra un preludio e una postfazione, affidata al curatore dell’opera, Timoteo.
Il lavoro d’introspezione che caratterizza ogni pagina del libro consente al lettore di osservare le persone e gli eventi con lo sguardo dell’apostolo. Dalla giovinezza trascorsa a Tarso alla chiamata, dalla predicazione in Arabia al viaggio in Europa, dalla collaborazione con Barnaba ai conflitti con le comunità della Galazia, Vouga indaga le pieghe intime della coscienza di Paolo, evidenziando le tensioni e le motivazioni sottese al suo pensiero. Degni di menzione sono alcuni passaggi in cui emerge in tutta la sua sostanza e complessità il travaglio personale dell’apostolo. Stilando un bilancio della sua relazione con i galati, Paolo intende ribadire la verità e l’origine divina del vangelo da lui annunciato. Sul piano personale, la relazione con Cristo e il suo vangelo ha determinato in lui un’esistenza nuova: «Io sono Cristo che vive in me: non sono sospeso, non più, alle qualità ricevute in prestito, così evidenti e così inconsistenti, ma esisto nel mistero per cui sono amato dal Padre che si è manifestato in Cristo, e per cui Cristo, manifestazione di questo amore infinito, è ciò che crea il mio “io”» (p. 40). Rileggendo l’esperienza damascena, Paolo dichiara che «la Croce, nella sua assurdità, mi ha costretto ad un cambio di logica» (50); è in quest’evento che si è manifestato definitivamente il Dio degli antichi padri. A suo modo di vedere, non è corretto considerare la sua come una storia di conversione, bensì di vocazione, poiché «ciò che sono diventato è infatti un superamento e al tempo stesso un compimento di ciò che ero» (p. 58). Ciò che ha costretto Paolo ad assumere una posizione netta e inequivocabile è la valutazione della Legge; egli è persuaso che essa «non è stata data per donare la vita, poiché nessuna legge ha il potere di far vivere» (p. 101). La sua funzione è quella di regolare i rapporti all’interno della comunità civile; tuttavia, non può sostituirsi alla Promessa fatta ad Abramo in cui tutte le genti saranno benedette.
Con quale animo si preparava a intraprendere i suoi viaggi? «Il tempo concessomi è stato un tempo di benedizione » (p. 133): così si esprime tracciando un bilancio degli anni trascorsi a Efeso e Corinto, durante i quali le incomprensioni, così come le gioie, si sono succedute copiosamente. L’apertura universale del messaggio paolino si rende nota soprattutto a partire dal conflitto con la comunità gerosolimitana, guidata da Giacomo, Pietro e Giovanni, la quale asseriva la necessità della circoncisione per l’accoglienza dei pagani. Il viaggio a Gerusalemme modificò notevolmente la comprensione del suo lavoro apostolico; «il Dio del Crocifisso è diverso da tutti gli altri, perché solo con lui si è manifestata una configurazione sociale particolare, caratterizzata da una moltitudine di individui consapevoli di se stessi. In questo senso, riconoscendo Dio, questo Dio e non un altro, gli uomini sono stati riconosciuti come e costituiti come individui» (p. 232). Riteniamo che la lettura di questo volume agevolerà un percorso di maggiore familiarità non solo col contenuto del vangelo paolino, ma anche con la personalità, così complessa, dell’Apostolo delle genti.
Tratto dalla rivista Asprenas n. 1-2/2010
(http://www.pftim.it)