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Abdia, Naum, Abacuc, Sofonia
(I libri biblici) [Con sovraccoperta stampata]EAN 9788831531030
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DETTAGLI DI «Abdia, Naum, Abacuc, Sofonia»
Tipo
Libro
Titolo
Abdia, Naum, Abacuc, Sofonia
Autore
Savoca Gaetano
A cura di
Gaetano Savoca
Editore
Paoline Edizioni
EAN
9788831531030
Pagine
230
Data
settembre 2006
Peso
613 grammi
Altezza
23,5 cm
Larghezza
15,5 cm
Profondità
1,3 cm
Collana
I libri biblici
IMMAGINI DI «Abdia, Naum, Abacuc, Sofonia»
COMMENTI DEI LETTORI A «Abdia, Naum, Abacuc, Sofonia»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Abdia, Naum, Abacuc, Sofonia»
Recensione di Tiziano Lorenzin della rivista Studia Patavina
Con questa sua opera Gaetano Savoca, sacerdote Gesuita di Agrigento, professore emerito della Facoltà Teologica «S. Luigi» di Napoli, ci vuole consegnare il frutto di una vita dedicata allo studio dell’Antico Testamento, in particolare all’approfondimento della letteratura profetica. Di lui molti studenti conoscono l’utilissima Traduzione interlineare dei salmi ebraici.
Il lavoro di Savoca inizia con una lunga prefazione dove egli presenta la sequenza «canonica» di Abdia, Naum, Abacuc, Sofonia, richiamando come e perché in questi ultimi anni le singole composizioni dei «dodici» profeti, distinte le une dalle altre e collegate in vario ordine, abbiano potuto essere considerate come un’unità letteraria, a somiglianza del triplice testo isaiano o dei cinque libri dei Salmi. I libri di Abdia, Naum, Abacuc e Sofonia nel commentario sono presentati in una sequenza che può trovare una prospettiva teologica attorno all’attesa del «giorno di JHWH», che si sarebbe abbattuto sulle potenze pagane e sui ribelli del popolo eletto, se non si fossero ravveduti in tempo. Si possono qualificare come un annunzio profetico dell’unico Dio contro la malvagità di quei popoli che hanno oppresso la nazione da lui prediletta. E sono un costante invito per ogni nazione, l’israelitica compresa, a ravvedersi da qualsiasi iniquità, nella prospettiva di un’era di salvezza universale e di glorificazione del nome di Dio presso gli autentici eredi di Sion. La comunità del popolo eletto, guidata dallo Spirito, ha saputo leggere e coordinare gli enunciati dei vari portavoce di JHWH, scorgendovi esistenzialmente, di generazione in generazione, le linee del millenario disegno del Dio dei padri in attesa della sua piena realizzazione nella storia.
Savoca presenta tutti i commentari ai singoli profeti secondo una medesima struttura: sezione introduttiva, in cui egli fa un profilo storico-letterario del libro (personalità del profeta, autenticità del libretto, epoca di composizione, testo e struttura letteraria); la parte seconda è dedicata alla traduzione e al commento dei singoli testi profetici; nella parte terza viene sintetizzato il messaggio teologico dei singoli libri, e sono richiamate le varie fasi della loro trasmissione nel corso della storia, con alla conclusione un lessico biblico-teologico di ogni profeta.
Credo che nei tentativi - anche se non molto approfonditi - di tracciare una storia della trasmissione del kerygma dei singoli profeti lungo la storia, Savoca abbia segnalato una pista che sarà in futuro sempre più esplorata. Coloro che lungo i secoli tramandarono il messaggio dei profeti scrittori a noi noti, potrebbero essere considerati «Profeti letterari», oppure «Profeti Tradenti». Ad essi non deve essere in nessun modo tolto il carisma profetico.
In particolare, Savoca nel suo commentario si è soffermato a isolare il messaggio personale di ogni profeta. Quello di Abdia è una buona notizia per i suoi connazionali dopo il crollo di Gerusalemme del 586/7: nessuno si immagini che il Dio dei patriarchi abbia ripudiato il progetto di salvezza e di pace affidato alla stirpe di Abramo e di David. Anche il messaggio di Naum non è uno sfogo di un acceso nazionalista, finalmente fattosi avanti nel culmine del disastroso governo di Manasse, ma ribadendo le verità rivelate ai padri, indica ancora una volta la via della salvezza. Su tutto il carme di Naum domina la figura del Dio santo e onnipossente. Il kerygma poi di Abacuc risponde a problemi che emergevano nel suo tempo: l’apparente silenzio di Dio di fronte all’oppressione dei giusti a lui fedeli, e o «perché» mai bisognava assistere al sopruso dei malvagi contro onesti cittadini. A suo tempo il Signore interverrà con forza: si tratta di una certezza di fede, basata su una rivelazione del supremo dominatore e Signore degli eventi, clemente e benevolo verso chi, attraverso qualsiasi vicissitudine gli rimane fedele. Sofonia, infine, di fronte a popolo idolatrico che non vuole cambiare condotta, non rivela solo un castigo esemplare, ma si presenta anche come il cantore della misericordia del Dio dei suoi padri in atto, che costituirà sul suo monte santo «un popolo umile e povero» e ne allontanerà i superbi e millantatori.
Concludendo, per la sua chiarezza questo commentario di Savoca sarà certamente per gli studenti di teologia un aiuto alla comprensione della letteratura profetica e per gli esegeti una base sicura da cui partire per ulteriori approfondimenti.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Il lavoro di Savoca inizia con una lunga prefazione dove egli presenta la sequenza «canonica» di Abdia, Naum, Abacuc, Sofonia, richiamando come e perché in questi ultimi anni le singole composizioni dei «dodici» profeti, distinte le une dalle altre e collegate in vario ordine, abbiano potuto essere considerate come un’unità letteraria, a somiglianza del triplice testo isaiano o dei cinque libri dei Salmi. I libri di Abdia, Naum, Abacuc e Sofonia nel commentario sono presentati in una sequenza che può trovare una prospettiva teologica attorno all’attesa del «giorno di JHWH», che si sarebbe abbattuto sulle potenze pagane e sui ribelli del popolo eletto, se non si fossero ravveduti in tempo. Si possono qualificare come un annunzio profetico dell’unico Dio contro la malvagità di quei popoli che hanno oppresso la nazione da lui prediletta. E sono un costante invito per ogni nazione, l’israelitica compresa, a ravvedersi da qualsiasi iniquità, nella prospettiva di un’era di salvezza universale e di glorificazione del nome di Dio presso gli autentici eredi di Sion. La comunità del popolo eletto, guidata dallo Spirito, ha saputo leggere e coordinare gli enunciati dei vari portavoce di JHWH, scorgendovi esistenzialmente, di generazione in generazione, le linee del millenario disegno del Dio dei padri in attesa della sua piena realizzazione nella storia.
Savoca presenta tutti i commentari ai singoli profeti secondo una medesima struttura: sezione introduttiva, in cui egli fa un profilo storico-letterario del libro (personalità del profeta, autenticità del libretto, epoca di composizione, testo e struttura letteraria); la parte seconda è dedicata alla traduzione e al commento dei singoli testi profetici; nella parte terza viene sintetizzato il messaggio teologico dei singoli libri, e sono richiamate le varie fasi della loro trasmissione nel corso della storia, con alla conclusione un lessico biblico-teologico di ogni profeta.
Credo che nei tentativi - anche se non molto approfonditi - di tracciare una storia della trasmissione del kerygma dei singoli profeti lungo la storia, Savoca abbia segnalato una pista che sarà in futuro sempre più esplorata. Coloro che lungo i secoli tramandarono il messaggio dei profeti scrittori a noi noti, potrebbero essere considerati «Profeti letterari», oppure «Profeti Tradenti». Ad essi non deve essere in nessun modo tolto il carisma profetico.
In particolare, Savoca nel suo commentario si è soffermato a isolare il messaggio personale di ogni profeta. Quello di Abdia è una buona notizia per i suoi connazionali dopo il crollo di Gerusalemme del 586/7: nessuno si immagini che il Dio dei patriarchi abbia ripudiato il progetto di salvezza e di pace affidato alla stirpe di Abramo e di David. Anche il messaggio di Naum non è uno sfogo di un acceso nazionalista, finalmente fattosi avanti nel culmine del disastroso governo di Manasse, ma ribadendo le verità rivelate ai padri, indica ancora una volta la via della salvezza. Su tutto il carme di Naum domina la figura del Dio santo e onnipossente. Il kerygma poi di Abacuc risponde a problemi che emergevano nel suo tempo: l’apparente silenzio di Dio di fronte all’oppressione dei giusti a lui fedeli, e o «perché» mai bisognava assistere al sopruso dei malvagi contro onesti cittadini. A suo tempo il Signore interverrà con forza: si tratta di una certezza di fede, basata su una rivelazione del supremo dominatore e Signore degli eventi, clemente e benevolo verso chi, attraverso qualsiasi vicissitudine gli rimane fedele. Sofonia, infine, di fronte a popolo idolatrico che non vuole cambiare condotta, non rivela solo un castigo esemplare, ma si presenta anche come il cantore della misericordia del Dio dei suoi padri in atto, che costituirà sul suo monte santo «un popolo umile e povero» e ne allontanerà i superbi e millantatori.
Concludendo, per la sua chiarezza questo commentario di Savoca sarà certamente per gli studenti di teologia un aiuto alla comprensione della letteratura profetica e per gli esegeti una base sicura da cui partire per ulteriori approfondimenti.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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