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Lettera agli efesini
(I libri biblici) [Con sovraccoperta stampata]EAN 9788831524261
Disponibile in 24/48 ore lavorative
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DETTAGLI DI «Lettera agli efesini»
Tipo
Libro
Titolo
Lettera agli efesini
Autore
Romanello Stefano
A cura di
Stefano Romanello
Editore
Paoline Edizioni
EAN
9788831524261
Pagine
302
Data
gennaio 2003
Peso
590 grammi
Altezza
23,5 cm
Larghezza
15 cm
Profondità
1,8 cm
Collana
I libri biblici
COMMENTI DEI LETTORI A «Lettera agli efesini»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Lettera agli efesini»
Recensione di Tiziano Lorenzin della rivista Studia Patavina
Stefano Romanello, presbitero della diocesi di Udine, ha conseguito la licenza in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico in Roma nel 1994 e il dottorato in Teologia biblica alla pontificia Università Gregoriana in Roma nel 1998. È ora docente di teologia biblica al ciclo di specializzazione della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano, e di Esegesi al Seminario di Udine.
Questo commento alla Lettera agli Efesini esce nella nuova collana «I libri biblici. Nuovo Testamento», diretta da Olimpia Cavallo e da Rinaldo Fabris, edita dalle Paoline.
Secondo il programma della collana, il volume dopo una prefazione inizia con una “sezione introduttiva”. In essa R. propone un profilo retorico-letterario e storico della lettera, in cui sono trattati i seguenti argomenti: le caratteristiche letterarie della lettera, le questioni dell’autore e del canone, il parallelismo tra le Lettera ai Colossesi e la Lettera agli Efesini, destinatari, datazione e scopo della lettera, composizione retorico-letteraria della lettera (prescritto epistolare [1,1-2], la rivelazione del mistero [1,3-3,21], l’esortazione a vivere il mistero [4,1-6,9], perorazione conclusiva: affidarsi alla forza del Signore [6,10-20], conclusione epistolare [6,21-24]), profilo estetico, una tabella di hapaxlegomena nella Lettera agli Efesini, una seconda tabella del vocabolario esclusivo di Efesini-Colossesi, e una terza di parallelismi lessicali e tematici tra Efesini-Colossesi.
L’autore definisce il proprio metodo di lettura come retorico-letterario. Non vuole però sovrapporre la motivazione retorica dall’esterno sul senso piano e logico del testo, ma parte da un’analisi interna al testo stesso, verificando come, nella sua organizzazione letteraria, esso adoperi in modo originale le teorizzazioni retoriche. In tal modo l’analisi retorica può rivelare la sua fecondità. Egli tiene anche in debito conto sia la natura epistolare della lettera, sia i generi letterari da essa impiegati, al pari delle varie figure di parola in essa presenti. L’approccio sincronico costituisce per R., il metodo irrinunciabile e prioritario per entrare in relazione con la lettera.
Nel corso dell’esegesi, egli dimostrerà che le singole affermazioni della lettera non offrono indizi per essere valutate come singole risposte a un ipotetico Sitz im Leben di natura problematica, ma trovano, invece, un eccellente senso, quando sono colte come un insieme unitario, espressione di un coerente universo concettuale.
La lettera, tuttavia, non è nemmeno un “trattato” distaccato rispetto alla situazione dei destinatari. Secondo R., infatti, nella sua prima parte, essa, con il suo tono generalizzante e irenico, mira a intensificare la coscienza dell’identità cristiana dei destinatari, che sono (in buona parte) cristiani proveniente dalle genti. Nella seconda parte, invece, il tono è prevalentemente esortativo: si invitano i lettori a una condotta di vita che sia conforme allo statuto da questi goduto. Non è quindi un trattato asettico, ma ha in vista uno specifico intento persuasivo.
Complessivamente lo stile caratterizzante della lettera nel suo insieme può essere definito quello dell’“amplificazione”, la cui funzione comunicativa era quella di evocare il non detto e il non dicibile, di comunicare il senso della trascendenza insito nel mysterion, di far percepire alla conoscenza umana ciò che sorpassa ogni conoscenza (Ef 3,19). È un processo che sfocia naturalmente nella preghiera di adorazione e di lode, che tanto spazio hanno nella lettera. Non si tratta, secondo R., di un entusiasmo disincarnato. Il mysterion presentato è un dono che interpella a una continua adesione personale.
La sezione centrale del volume comprende la traduzione e il commento dei singoli versetti o gruppi di versetti. Invece la terza parte è dedicata ad una sintesi teologica, frutto dell’esegesi fatta nella parte centrale.
R. tenta di configurare in modo coerente e unitario i vari aspetti della teologia che nella lettera sono progressivamente emersi. Divide la sua presentazione nei seguenti punti: all’origine del mysterion: Dio Padre, Cristo, lo Spirito; l’attuazione del mysterion: la Chiesa e il cosmo; il mysterion accolto dai singoli: l’esistenza dei credenti; i tempi del mysterion: escatologia “già” e “non ancora” compiuta.
Secondo il programma della collana, segue una storia dell’interpretazione della lettera e il suo rilievo canonico. Alla fine, è aggiunto un utile lessico biblico-teologico e retorico. Tra i vocaboli proposti potrebbero utilmente essere aggiunti anche altri termini, che ricorrono nel libro, come “lessema”, “sintagma”, ecc. Il volume, infatti, è rivolto non solo ai professori e agli studenti di teologia, ma anche a quei laici colti che si stanno accostando con entusiasmo alla Bibbia. Forse allora il linguaggio, a volte, potrebbe essere meno tecnico – non tutti possono disporre di un lessico di semiotica –, senza per questo rimanere impreciso.
La lettura di questo nuovo commentario alla Lettera agli Efesini porterà certamente i frutti sperati dall’autore: un coinvolgimento del lettore nella lode riconoscente a Dio per la rivelazione del suo mysterion in Cristo.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2004, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Questo commento alla Lettera agli Efesini esce nella nuova collana «I libri biblici. Nuovo Testamento», diretta da Olimpia Cavallo e da Rinaldo Fabris, edita dalle Paoline.
Secondo il programma della collana, il volume dopo una prefazione inizia con una “sezione introduttiva”. In essa R. propone un profilo retorico-letterario e storico della lettera, in cui sono trattati i seguenti argomenti: le caratteristiche letterarie della lettera, le questioni dell’autore e del canone, il parallelismo tra le Lettera ai Colossesi e la Lettera agli Efesini, destinatari, datazione e scopo della lettera, composizione retorico-letteraria della lettera (prescritto epistolare [1,1-2], la rivelazione del mistero [1,3-3,21], l’esortazione a vivere il mistero [4,1-6,9], perorazione conclusiva: affidarsi alla forza del Signore [6,10-20], conclusione epistolare [6,21-24]), profilo estetico, una tabella di hapaxlegomena nella Lettera agli Efesini, una seconda tabella del vocabolario esclusivo di Efesini-Colossesi, e una terza di parallelismi lessicali e tematici tra Efesini-Colossesi.
L’autore definisce il proprio metodo di lettura come retorico-letterario. Non vuole però sovrapporre la motivazione retorica dall’esterno sul senso piano e logico del testo, ma parte da un’analisi interna al testo stesso, verificando come, nella sua organizzazione letteraria, esso adoperi in modo originale le teorizzazioni retoriche. In tal modo l’analisi retorica può rivelare la sua fecondità. Egli tiene anche in debito conto sia la natura epistolare della lettera, sia i generi letterari da essa impiegati, al pari delle varie figure di parola in essa presenti. L’approccio sincronico costituisce per R., il metodo irrinunciabile e prioritario per entrare in relazione con la lettera.
Nel corso dell’esegesi, egli dimostrerà che le singole affermazioni della lettera non offrono indizi per essere valutate come singole risposte a un ipotetico Sitz im Leben di natura problematica, ma trovano, invece, un eccellente senso, quando sono colte come un insieme unitario, espressione di un coerente universo concettuale.
La lettera, tuttavia, non è nemmeno un “trattato” distaccato rispetto alla situazione dei destinatari. Secondo R., infatti, nella sua prima parte, essa, con il suo tono generalizzante e irenico, mira a intensificare la coscienza dell’identità cristiana dei destinatari, che sono (in buona parte) cristiani proveniente dalle genti. Nella seconda parte, invece, il tono è prevalentemente esortativo: si invitano i lettori a una condotta di vita che sia conforme allo statuto da questi goduto. Non è quindi un trattato asettico, ma ha in vista uno specifico intento persuasivo.
Complessivamente lo stile caratterizzante della lettera nel suo insieme può essere definito quello dell’“amplificazione”, la cui funzione comunicativa era quella di evocare il non detto e il non dicibile, di comunicare il senso della trascendenza insito nel mysterion, di far percepire alla conoscenza umana ciò che sorpassa ogni conoscenza (Ef 3,19). È un processo che sfocia naturalmente nella preghiera di adorazione e di lode, che tanto spazio hanno nella lettera. Non si tratta, secondo R., di un entusiasmo disincarnato. Il mysterion presentato è un dono che interpella a una continua adesione personale.
La sezione centrale del volume comprende la traduzione e il commento dei singoli versetti o gruppi di versetti. Invece la terza parte è dedicata ad una sintesi teologica, frutto dell’esegesi fatta nella parte centrale.
R. tenta di configurare in modo coerente e unitario i vari aspetti della teologia che nella lettera sono progressivamente emersi. Divide la sua presentazione nei seguenti punti: all’origine del mysterion: Dio Padre, Cristo, lo Spirito; l’attuazione del mysterion: la Chiesa e il cosmo; il mysterion accolto dai singoli: l’esistenza dei credenti; i tempi del mysterion: escatologia “già” e “non ancora” compiuta.
Secondo il programma della collana, segue una storia dell’interpretazione della lettera e il suo rilievo canonico. Alla fine, è aggiunto un utile lessico biblico-teologico e retorico. Tra i vocaboli proposti potrebbero utilmente essere aggiunti anche altri termini, che ricorrono nel libro, come “lessema”, “sintagma”, ecc. Il volume, infatti, è rivolto non solo ai professori e agli studenti di teologia, ma anche a quei laici colti che si stanno accostando con entusiasmo alla Bibbia. Forse allora il linguaggio, a volte, potrebbe essere meno tecnico – non tutti possono disporre di un lessico di semiotica –, senza per questo rimanere impreciso.
La lettura di questo nuovo commentario alla Lettera agli Efesini porterà certamente i frutti sperati dall’autore: un coinvolgimento del lettore nella lode riconoscente a Dio per la rivelazione del suo mysterion in Cristo.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2004, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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