Opere di Origene vol. 14/4
-Esegesi paolina. I testi frammentari
(Opera omnia di Origene)EAN 9788831195263
l volume che ci si accinge a presentare non può passare inosservato anzitutto per i suoi due protagonisti, il commentatore e il commentato. Da una parte Origene, la più interessante e penetrante personalità esegetica della Chiesa antica, dall’altra san Paolo, per eccellenza l’Apostolo e insieme il complesso cantore del mistero di Cristo. Leggere Origene che interpreta Paolo non è mai impresa facile, ma questa volta si è sostenuti dalla ricca introduzione del curatore del volume, cui si deve anche un’ottima traduzione dei testi – offerti pure in lingua originale, talora in testo critico o criticamente riveduto – e un pregevole commento in calce agli stessi. La traduzione a firma di Francesco Pieri di questi testi frammentari è un elemento di forza del libro. Si è trattato, in molti casi, non solo di tradurli per la prima volta in assoluto, ma di fare ciò al di fuori di un contesto generale, come invece per uno scritto giunto per intero: l’operazione filologica e interpretativa che si è posta in atto è stata dunque particolarmente delicata, considerata inoltre la complessità intrinseca del pensiero in essi racchiuso. Il volume è corredato infine da ricchi e preziosi indici analitici, che sorreggono e orientano seriamente il lettore nell’esame dei testi proposti. La ricerca risponde a un’esigenza da tempo avvertita nel campo degli studi sul cristianesimo antico e viene ad allargare sensibilmente le nostre conoscenze sul maestro alessandrino. Opera dunque di singolare valore, si presenta come una raccolta finalmente ordinata di tutti i commenti origeniani alle Lettere di Paolo, con la sola esclusione di quello alla Lettera ai Romani, che ci rimane unicamente (se si escludono alcuni testi papiracei) in una versione latina, la quale abbraccia però l’intero testo dell’epistola paolina. Come ricorda Romano Penna, nella sua breve ma densa prefazione, tali commenti ci sono pervenuti sfortunatamente in modo sparso e frammentario, e attestati in forme varie: o come citazioni presenti in altri autori antichi oppure inseriti in catene, ossia florilegi di testi esegetici redatti a partire dai secoli del tardo antico oppure, infine, in traduzioni latine. In concreto, il materiale proposto concerne commenti parziali, ma di estensione assai differente, relativi a 1Corinzi, Efesini, Colossesi, 1Tessalonicesi, Tito, Filemone, Ebrei, rendendone per davvero fruibile il contenuto. Dei commenti frammentari elencati sopra, il più ampio risulta essere quello a 1Corinzi, che occupa all’incirca 180 pagine del volume. Diversamente da quanto si pensa comunemente, Pieri insinua il dubbio che tali frammenti derivino non tanto da una serie di omelie sulla lettera paolina, quanto piuttosto da un vero e proprio commentario esegetico allo scritto dell’Apostolo. In tale commentario ritroviamo alcuni dei caratteri guida della tecnica esegetica origeniana, sempre ben segnalati dal curatore dell’opera: la pluralità delle interpretazioni, tra loro collegate anche sul piano grammaticale, in un quadro di sovrapposizione e non di alternativa che ha come scopo la ricerca di significati sempre nuovi e infinitamente fecondi che si accumulano l’uno sull’altro; la presenza di un’interpretazione spirituale che segue e affianca quella letterale, specie là dove il testo rivela qualche punto oscuro e sembra esigere il confronto con altri testi paolini in funzione di supporto. Anche la sezione relativa a Efesini costituisce una parte significativa dell’opera. Scientificamente parlando, è la porzione più originale della silloge, poiché Pieri è qui al contempo editore critico dei testi. Tra quelli proposti in questa sede troviamo pure un interessante frammento di Girolamo, grazie al quale ci è dato modo di conoscere il pensiero di Origene circa l’ipotesi della preesistenza delle anime. Poco invece ci resta dell’esegesi origeniana su Galati, Colossesi, Ebrei, e qualcosa in più su 1Tessalonicesi, Tito, Filemone. In particolare, relativamente a Ebrei, Origene osserva acutamente che occorre distinguere tra i pensieri svolti, che sono propri di Paolo, e il linguaggio adoperato, da attribuire più probabilmente a qualcun altro, mentre il commento a Tito ci propone un brano di straordinario interesse per la testimonianza che offre sulle deviazioni dottrinali del tempo del maestro alessandrino. Il lavoro di Francesco Pieri, per i caratteri fin qui illustrati, riuscirà indubbiamente utile agli studiosi di storia dell’esegesi e agli esegeti di professione, ma risulterà interessante anche ai non specialisti, ossia a tutti coloro che sono innamorati della Scrittura e vanno in cerca di suoi autentici e imperituri interpreti.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 2/2010
(htto://www.ilregno.it)
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