Isaia è stato lo scenario di molte battaglie esegeticheper una interpretazione cristiana della Bibbia. Uno deiprincipali meriti dei Padri - attraverso una lettura metaforicadel testo veterotestamentario - è di aver aiutato il lettore avedere la natura del Dio trinitario riflessa nei versetti biblici,dei quali i Padri evidenziano la straordinaria ricchezza teologica,morale e spirituale. Il presente volume raccoglie testi diquattro commentatori: Eusebio di Cesarea, Girolamo, Cirillodi Alessandria e Teodoreto di Ciro.
INTRODUZIONE A ISAIA 40-66
Isaia è stato lo scenario di molte battaglie nella lotta per un'interpretazione cristiana della Bibbia. A partire dalle dispute sull'identità della vergine, o giovane donna, di Is 7, 14, fino a quella sull'identità del servo nei "canti del servo" dell'ultima parte del libro, rimane incontestato un fatto, ben sintetizzato dal Siracide: Con grande ispirazione vide gli ultimi tempi e consolò gli afflitti di Sion (Sir 48, 24). La visione di Isaia era focalizzata sull'ampio corso della salvezza nella rivelazione data da Dio, rivelazione della sua fedeltà all'alleanza e del suo trionfo d'amore nella storia, contrapposta ad uno sfondo di castigo e alle spietate realtà della miscredenza.
TRA METAFORA E STORIA DIO RIVELA SE STESSO
Il forte uso della metafora nella seconda parte del libro di Isaia è stupefacente. Leggendo il testo, si è quasi investiti dalla forza del torrente retorico che travolge la nostra immaginazione. Si resta colpiti leggendo di come Dio prenda posizione, di come la sua passione bruci contro il male e la malafede e di come prometta fedeltà e salvezza con ancor maggiore intensità. Malgrado ciò, gli scrittori cristiani antichi, nell'interpretare queste azioni di Dio, non lo riducono mai al semplice contenuto delle metafore. Per esempio, quando Isaia si riferisce a Dio come a una donna che non potrebbe mai dimenticare il suo neonato (cf. Is 49, 15), non sta dicendo che Dio è una donna, una madre. Se cerchiamo Dio per quello che è, allora Dio può solo essere quello che dice e che fa nel mondo, nella storia e nella testimonianza di Israele; d'altra parte, una volta preso in considerazione l'aspetto metaforico, rendendosi pienamente conto che queste metafore non esprimono la pienezza dell'esistenza di Dio.
IL CONTRIBUTO DEI COMMENTATORI PATRISTICI ALL'ESEGESI
I Padri della Chiesa — quei teologi cristiani appartenenti ai primi secoli della Chiesa che hanno concorso all'elaborazione fondamentale della fede cristiana —, utilizzando differenti generi letterari, ci rendono più consapevoli della rivelazione che Dio fa di se stesso al mondo. Trattati teologici come quello sullo Spirito Santo di Basilio e quello sulla Trinità di Agostino, oppure scritti di edificazione spirituale come la Vita di Mosè di Gregorio di Nissa e le Conferenze di Giovanni Cassiano, sono fra le opere che più hanno contribuito a formare questa consapevolezza. Nello sviluppo delle loro tematiche, questo tipo di opere si affida in maniera massiccia a brani fondamentali della Scrittura. Diversamente dai trattati teologici, i commentari patristici alla Scrittura non sono focalizzati su un argomento, ma su un testo, sebbene talvolta possano presentare al loro interno brevi annotazioni su passaggi che. in ambito teologico erano particolarmente rilevanti, oppure risposte a questioni sollevate da testi difficili, oppure riassunti di opere o discorsi su cui verteva il dibattito. Questa brevità ha certamente i suoi vantaggi, ma non di rado questi pensieri abbreviati sono troppo brevi per poter comunicare anche ai lettori di oggi l'intuizione che li ispirava.
Uno dei principali contributi che i Padri hanno fornito alla Chiesa nella sua lettura di Isaia è stato quello di permettere al popolo cristiano di accogliere il messaggio di Isaia alla luce della sua realizzazione. I Padri ci aiutano a vedere la natura del Dio trinitario riflessa nei versetti dell'Antico Testamento. Questo significa che vi leggevano quel contenuto traendolo dal Nuovo Testamento così come interpretato dalla Chiesaw? Per certi versi è così. Tuttavia, come detto sopra, l'interpretazione biblica dei Padri raggiunge il suo apice quando è condotta sul piano metaforico. Essa ci raccomanda, per esempio, di fuggire dall'incredulità, non dall'Egitto. Diventa meno credibile, quando è così ansiosa di attualizzare il testo da interpretare gli idolatri di Is 44 come figura degli Ebrei dei tempi post-costantiniani. In generale, però, le parole dei profeti sono come bende sulle ferite intese a guarire il popolo di Dio in tutti i tempi e in tutti i luoghi, e per questo motivo la lettura teologica dei Padri permette ai lettori di oggi di dare la propria interpretazione sulla base della propria situazione.