Trattati
(Corpus scriptorum Ecclesiae aquileiensis) [Libro rilegato]EAN 9788831190923
Zenone fu vescovo di Verona tra gli anni 362 e 380; la tradizione locale lo colloca all’ottavo posto nell’elenco dei vescovi della città. Egli ebbe grande popolarità ed è ricordato come confessor martyr inclitus. Probabilmente doveva essere originario dell’Africa, dal momento che era chiamato “africano”. Pur non essendo uno scrittore di professione, ci sono giunte alcune sue omelie/tractatus raccolte in due libri: il primo contiene 62 testi, mentre il secondo solo 30. Va tenuto presente che soltanto una trentina di questi tractatus sono completi, mentre per il resto si tratta di abbozzi o riassunti; per questo è evidente che l’edizione della raccolta non si deve a Zenone, ma ad altri che successivamente assemblarono il materiale a loro disposizione.
L’editrice Città Nuova ha recentemente edito nella collana Corpus Scriptorum Ecclesiae Aquileiensis i Tractatus di Zenone, riproponendo il testo latino di B. Löfstedt già edito nel Corpus Christianorum Series Latina XXII, Brepols, Tournhout 1971, con alcune varianti proposte da G. Banterle e pubblicate in S. Zenone di Verona, I discorsi, Scrittori dell’area Santambrosiana 1, Biblioteca Ambrosiana, Città Nuova, 1987. La traduzione italiana posta a fronte del testo latino è di G. Banterle riveduta e corretta da R. Ravazzolo. Precedono il testo la Bibliografia che presenta la letteratura in ordine cronologico e l’introduzione ad opera di G. Fedalto. L’introduzione (pp. 15-24) dà qualche ragguaglio circa il contesto della vita e dell’opera di Zenone di cui, in verità, sappiamo ben poco. Anche la storia dell’evangelizzazione della regio decima, all’interno della quale ricadeva Verona, non è del tutto nota, dal momento che la Chiesa veronese non ha specifici ricordi o culti martiriali, come invece accade per Aquileia e per quasi tutte le sue Chiese suffraganee. Per Fedalto, comunque, l’opera di Zenone va collegata con la Chiesa milanese, perché fino al 380 la Chiesa veronese era suffraganea della metropoli di Milano e solo dopo il 381 venne inclusa nella regione ecclesiastica aquileiese. Quanto ai tractatus, va notato che essi rivelano i segni di una vasta cultura attinta sia dagli scrittori cristiani africani, come Tertulliano, Cipriano, Lattanzio, Ilario, sia dai più importanti scrittori pagani, quali Cicerone, Virgilio, Catullo, Orazio, Ovidio, Seneca.
Dai tractatus affiora anche una grande conoscenza della Scrittura; infatti per l’AT sono attestati soprattutto i libri della Genesi, dell’Esodo e dei salmi; mentre per il NT è molto presente il vangelo di Matteo insieme con la Lettera ai Romani e la I Corinti di Paolo. In tal senso, molti tractatus sono di argomento esegetico, per lo più dedicati a passi e personaggi dell’AT, interpretati in senso tipologico, ovvero in chiave cristologica, per cui ad esempio Giona, Giacobbe, Giobbe sono visti come typoi di Cristo. Abbiamo, inoltre, alcuni tractatus di natura liturgica collegati ai riti battesimali e pasquali e ed altri di natura morale relativi, ad esempio, ai temi della pudicizia, della continenza e dell’avarizia. Relativamente alla lingua latina è stato notato che il tono della trattazione è elevato, la lingua è forbita e ci sono anche delle clausole ritmiche. Quanto alla teologia di Zenone notiamo che è disseminata un po’ dappertutto all’interno dei tractatus.
Per la trinitaria si avverte una certa padronanza del dogma di Nicea; infatti Zenone non ha dubbi nell’affermare l’uguaglianza e la coeternità delle persone divine all’interno dell’unica natura e non teme di smentire ogni inferiorità del Figlio rispetto al Padre, come scrive nel tractatus 5, De eo quod scriptum est: «Cum tradiderit regnum Deo et Patri» del libro II (pp. 222 – 227). Per la cristologia Zenone confuta i fotiniani, sostenendo la duplice nascita di Cristo: quella eterna dal Padre e quella nel tempo dalla madre cf il tractatus 54, De nativitate Christi del libro I (pp. 174-177). La pubblicazione di questi tractatus è certamente un contributo alla conoscenza del patrimonio omiletico di ambiente latino, che si va ad aggiungere alla grande tradizione omiletica agostiniana, ed offre un ulteriore tassello alla conoscenza del IV secolo nel nord Italia.
Tratto dalla rivista "Parola e Storia" n. 1/2009
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