Opere / Risposta ad Agostino Theiner
(Grandi opere)EAN 9788831190428
Gli eventi che in questi ultimi tempi hanno messo al centro dell’attenzione della vita della Chiesa il sacerdote roveretano Antonio Rosmini (1797-1855), hanno sicuramente contribuito a risvegliare l’interesse per questo pensatore vissuto nella prima metà del XIX secolo. Infatti, il rito della beatificazione, celebrato nel Palazzetto dello Sport di Novara il 18 novembre 2007, ha permesso a quanti vi hanno partecipato e, più in generale, a molti cristiani di conoscere per la prima volta la vicenda esistenziale e il percorso culturale che ha segnato la biografia di questo illustre esponente del cattolicesimo liberale italiano. Tuttavia, se ciò è vero per il grande pubblico è altrettanto vero che l’interesse di un numero pur esiguo di studiosi non è venuto mai meno nei confronti del Rosmini, soprattutto per ciò che concerne l’attenzione alla sua riflessione filosofica e teologica e specificamente al copioso numero delle opere da lui scritte nel corso della sua vita. È in questa linea, perciò, che si colloca lo sforzo dell’Editrice Città Nuova di pubblicare l’edizione critica delle opere del sacerdote roveretano, rinnovando e migliorando quanto era già stato fatto nell’Edizione Nazionale degli scritti di Rosmini edita negli anni 1934-1977. Il volume che in questa circostanza intendiamo presentare e recensire e che è dovuto alla cura di A. Sabetta il quale, oltre all’edizione critica, ha approntato anche l’ampia e documentata introduzione, si colloca appunto all’interno di questa preziosa collana (Opere edite e inedite di Antonio Rosmini, 57), riprendendo e ampiamente rinnovando il testo dei volumi 42 e 43 dell’Edizione Nazionale editi nel 1971-1972. Entrando nei dettagli dell’opera, osserviamo subito che la Risposta ad Agostino Theiner contro il suo scritto intitolato Lettere storico – critiche intorno alle Cinque piaghe della Santa Chiesa rappresenta un caso esemplare circa la genesi e la successiva accoglienza di molti lavori dei lavori del Rosmini nel corso della sua esistenza. Come, infatti, ha ben illustrato Sabetta nell’Introduzione, questo testo venne redatto dal Roveretano in risposta agli attacchi ricevuti dal fronte che si era costituito e coalizzato per ottenere la condanna e la messa all’Indice delle sue Cinque piaghe della santa Chiesa. Per conto di tale fronte A. Theiner aveva composto il pamphlet critico intitolato Lettere storico – critiche intorno alle Cinque piaghe della S. Chiesa del chiarissimo sacerdote Antonio Rosmini – Serbati datato 19 marzo 1849. Ed è proprio nel contesto di queste dolorose e controverse circostanze che Rosmini decide di rispondere polemicamente al pamphlet del Theiner, componendo questo lavoro la cui estensione è di gran lunga maggiore rispetto alle Lettere storico – critiche stesse. Il curatore, a tal proposito, facendo largo uso della preziosa testimonianza dell’Epistolario, utilmente si sofferma ad illustrare tutto il travaglio che ha accompagnato la stesura e soprattutto la stampa del testo. Infatti, se da un lato l’opera nasceva per il legittimo desiderio di Rosmini di difendersi dalle accuse del Theiner, dall’altro lato la prudenza suggeriva al Roveretano di pubblicare il tutto in forma anonima, premettendo soltanto al volume una nota introduttiva genericamente firmata “Gli Editori”. È in questo contesto, pertanto, che la Risposta viene redatta dal Rosmini per buona parte durante il suo soggiorno ad Albano nel 1849 e quindi consegnata al Puecher per la stampa il 25 marzo 1850 (cf. ASIC A.2 54/B f.40, uno dei pochi appunti manoscritti relativi a questo testo che sono rimasti). Le vicende romane e la messa all’Indice delle Cinque piaghe e de La Costituzioni civile secondo la giustizia sociale, spinsero però il Rosmini a ritirare le copie della Risposta impedendone la distribuzione e facendo sì che lo scritto rimanesse inedito fino alla pubblicazione avvenuta con l’Edizione Nazionale nel 1971-1972, come già accennato. Sabetta, tuttavia, documentando attraverso l’Epistolario il suo lavoro di introduzione, sottolinea ed evidenzia l’intento del Rosmini di voler comunque diffondere il suo testo. Cosa che avviene attraverso lo scritto di F. Puecher, Osservazioni critiche sull’opuscolo intitolato: Lettere storico – critiche intorno alle cinque piaghe della Santa Chiesa ec. del P. Agostino Theiner, pubblicato nel 1851 dal medesimo tipografo che aveva curato l’edizione della Risposta, il Casucci. Un volume, quest’ultimo, oltremodo significativo, poiché esso non è solo il riassunto della Risposta, ma contiene interi capitoli dell’originale rosminiano stesso (così, ad esempio, il cap. II è praticamente uguale al cap. IV della prima parte della Risposta; il cap. III al cap. VI; il cap. IV al cap. I; il V al cap. II; e infine i capp. VI e VII al cap. V). Resta pertanto confermato in questo modo quanto il Roveretano aveva comunicato nello scambio epistolare con Gustavo Benso il 14 ottobre del 1850: diffondere le idee essenziali del suo scritto, evitando però le polemiche che sicuramente sarebbero seguite se esso fosse uscito direttamente sotto la sua responsabilità. Per quanto concerne il contenuto della Risposta, va intanto sottolineato il fatto che l’edizione del Sabetta si può a buon diritto definire la prima vera edizione critica. Infatti, dal punto di vista della struttura, il testo può essere utilmente suddiviso in due parti: la prima prevalentemente incentrata su questioni di carattere giuridico e sulla distinzione tra diritto divino costitutivo e diritto divino morale; la seconda, invece, improntata al richiamo di tutte quelle considerazioni di carattere storico sulla elezione dei Vescovi che egli già aveva utilizzato in corrispondenza dell’illustrazione della quarta piaga della Santa Chiesa e nelle Lettere sopra le elezioni Vescovili pubblicate a Napoli nel 1849. Ed è appunto qui che il curatore ha operato con grande acribia nella ricostruzione del testo. Da un lato, infatti, egli ha ricostruito il lavoro del Rosmini, confrontando l’Edizione Nazionale della Risposta con le fonti manoscritte reperibili presso l’Archivio Storico dell’Istituto della Carità (molto poche per la verità); e dall’altro lato, ha corretto i numerosi errori ivi contenuti soprattutto per ciò che concerne le indicazioni delle autorità e, più in generale, delle fonti alle quali il Roveretano si era affidato a supporto delle sue tesi. Tutto ciò con particolare evidenza nella seconda parte del testo senza però trascurare il lavoro di revisione della prima. Il risultato finale, pertanto, come già sottolineato è quello di possedere finalmente un’edizione veramente critica di quest’opera del Rosmini, con la possibilità di apprezzare il ricorso a tutte le autorità in essa citate e di individuare l’origine di tutti quei riferimenti diretti che spesso sono riportati dall’autore tra virgolette senza tuttavia indicare con precisione la fonte. Da questo punto di vista, infatti, per ciò che concerne il primo punto è significativo richiamare il copioso ricorso ai testi del Concilio di Nicea, alle lettere di Ignazio di Antiochia e di Cipriano e in generale ai Padri greci; quanto al Medioevo, Rosmini fa frequente riferimento al De honore ecclesiae di Placido di Nolantula (opera che era stata ampiamente utilizzata anche dal Theiner), al Contra Guitbertum antipapam di Anselmo da Lucca; infine, per ciò che concerne le fonti moderne, importanti sono i richiami alle opere di Thomassin e dell’Alexander e, soprattutto, agli Annales Ecclesiastici iniziati dal Baronio e poi proseguiti ad opera del Rinaldo. Per il secondo punto, invece, significativo è il richiamo all’opera De concordantia sacerdotii et imperii di P. De Marca e le indicazioni ora restituite dal curatore delle numerose citazioni da essa tratte senza alcuna indicazione (cf. ad esempio la nota 168 di p. 177 o la nota 113 di p. 269). A conclusione di queste note si può di conseguenza salutare con grande favore la pubblicazione di quest’opera e la cura che ad essa è stata rivolta da parte del suo editore. La Risposta ad Agostino Theiner rimane, infatti, un lavoro significativo non solo per comprendere le Cinque piaghe della Santa Chiesa, ma anche per capire le ragioni di un atteggiamento spesso polemico degli scritti di Rosmini. Atteggiamento che non nasce da un’inclinazione personale del loro autore quanto piuttosto dalla situazione nella quale egli si è trovato a dover operare e scrivere a difesa del suo pensiero. A questo però si deve aggiungere il merito che va ascritto ad A. Sabetta di aver saputo ricostruire il contesto storico e culturale entro il quale il testo ha avuto origine, e di aver fornito tutti quegli strumenti indispensabili per poterlo leggere e studiare secondo quell’istanza critica che un tale lavoro di fatto richiede.
Tratto dalla rivista Lateranum n. 2/2008
(http://www.pul.it)
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