Preparazione evangelica può essere considerata un vero e proprio monumento dell'intera cultura occidentale: si tratta di uno scritto che, pur appartenendo al genere letterario dell'apologetica, si colloca nella storia della cultura e della filologia, in quanto uno dei più straordinari florilegi di autori dell'antichità classica mai pervenuti. Non c'è scrittore, poeta, storico o filosofo, di cui Eusebio non citi almeno una volta un passo o un verso. Sotto questo profilo l'opera ha il pregio innegabile di aver contribuito a meglio comprendere autori i cui testi ci sono pervenuti e a farci conoscere testi di autori altrimenti sconosciuti.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
La Preparazione evangelica è indubbiamente un'opera particolare, un vero e proprio monumento non solo del cristianesimo, ma dell'intera cultura occidentale: siamo in presenza, infatti, di uno scritto che, pur appartenendo in senso stretto al genere letterario dell'apologetica, si colloca nella storia della cultura e della filologia in quanto è uno dei più straordinari florilegi di autori dell'antichità classica che ci siano pervenuti. Si può dire che non c'è scrittore, poeta, storico o filosofo che sia di una qualche rinomanza, di cui Eusebio non citi almeno una volta un passo, un verso, una testimonianza, più o meno lunga o, almeno, il nome. Sotto questo profilo, dunque, l'opera ha il pregio innegabile di aver contribuito o a meglio comprendere autori i cui testi ci sono pervenuti o a farci conoscere testi di autori di cui altrimenti non conosceremmo nulla.
1. LA VITA
È fuor di dubbio che Eusebio sia stato una delle maggiori personalità dell'epoca in cui visse.
Non conosciamo con precisione né il luogo né l'anno della sua nascita: l'opinione più accreditata e verosimile è che sia nato a Cesarea di Palestina, agli inizi della seconda metà del III secolo, in un anno imprecisato compreso tra la persecuzione di Valeriano (258- 260) e il dodicesimo anno di Gallieno (264-265), anno in cui morì martire Dionigi, vescovo di Alessandria, che Eusebio considera suo contemporaneo. Del tutto sconosciuti gli avvenimenti relativi ai primi 35-40 anni della sua vita, giacché nulla .sappiamo della sua famiglia, della sua estrazione sociale, della sua infanzia adolescenza e formazione. Impossibile dire se fosse un convertito o se provenisse da una famiglia cristiana, se essa fosse più o meno agiata e di origine semita o meno. Di nessun valore biografico la presenza, all'inizio delle sue opere, della soprascritta Eusébios tou Pamfilou Eusebio di Panfilo): non «schiavo» o «nipote» di Panfilo, come nel passato ha pensato qualcuno, bensì, come attesta Girolamo, semplicemente amico e allievo del presbitero e martire palestinese, che, come ci informa Eusebio stesso, egli aveva conosciuto a Cesarea al tempo del vescovo Agapio e di cui era diventato compagno inseparabile.
Originario di Berìto (in Fenicia) e appartenente a una nobile e facoltosa famiglia cristiana, dopo aver iniziato gli studi nella sua città natale, Panfilo si era trasferito ad Alessandria d'Egitto, dove era stato discepolo del presbitero Pierio, allora a capo del Didaskaleion. Trasferitosi a Cesarea, era stato ordinato presbitero da Agapio e, continuando la tradizione origenista, aveva riorganizzato e ampliato la ricca biblioteca fondata anni prima dal grande Origene: alla biblioteca, Panfilo aveva affiancato una scuola simile al Didaskaleion di Alessandria. Fu appunto in questa scuola che Eusebio, sotto la guida di Panfilo, completò la sua formazione letteraria, filosofica e teologica, apprese il metodo filologico alessandrino e aiutò il maestro nella ricerca e nello studio dei testi sacri.
Intorno al 300 Eusebio fu ordinato presbitero e compì lunghi viaggi in Palestina, Fenicia ed Egitto; durante uno di questi viaggi poté frequentare a Gerusalemme la biblioteca che il vescovo Alessandro vi stava allestendo.