Discorsi sul povero Lazzaro
(Testi patristici)EAN 9788831182058
La «Collana di testi patristici», pubblicata dalla casa editrice Città Nuova e ben nota ed apprezzata dagli studiosi italiani dei Padri della Chiesa, si è arricchita di un volume, il numero 205, che raccoglie le sette omelie con cui il «principe dei predicatori cristiani», Giovanni Crisostomo (c. 347-407) commenta la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro (Lc 16,19-31). Occorre essere senz’altro grati alla casa editrice e a Signifredi, lo studioso che di questo ciclo di omelie crisostomiane ha curato la traduzione, l’introduzione, le note e gli indici dei nomi e dei riferimenti biblici: fino ad ora, per quanto ci consta e da quanto emerge dalla bibliografia citata, è la prima volta che questa opera, nella sua interezza, viene presentata in traduzione italiana.
Questa gradevole versione italiana dei Discorsi sul povero Lazzaro è condotta a partire dall’orginale greco edito dall’ottocentesca Patrologia Greca (vol. 48) che riproduce l’edizione settecentesca del dotto benedettino Bernard de Montfaucon: emerge così l’attesa di un’edizione critica più aggiornata anche di quest’opera del Crisostomo. Rispetto al testo originale, il traduttore ha opportunamente introdotto, all’interno di ogni omelia, dei titoli che aiutino il lettore a cogliere lo sviluppo del pensiero dell’autore. L’introduzione offre dapprima un sommario dei contenuti delle sette omelie (pp.5-8), successivamente si sofferma a considerare la condizione dei poveri nella grande città di Antiochia di Siria, ove il Crisostomo, giovane prete, pronunziò i discorsi (pp. 8-11). Segue una sintesi dell’interpretazione crisostomiana di Lazzaro e del ricco epulone considerati come modello, positivo e negativo, di vita cristiana (pp. 11-15). Il curatore si sofferma poi sul Discorso 3 per commentare la digressione del Crisostomo sull’importanza della lettura e della conoscenza della Bibbia (pp. 15-20). Conclude la sua introduzione con alcune doverose informazioni di critica testuale (19-20). Scorrendo la bibliografia riportata nelle note a pie’ di pagina notiamo con soddisfazione che il curatore si è avvalso di una produzione scientifica aggiornata e di notevole interesse: gli studi sul Crisostomo si sono, infatti, significativamente arricchiti in occasione del recente sedicesimo centenario della sua morte (407-2007). Facilitare l’accesso alle opere dei Padri della Chiesa permettendo ad un pubblico più vasto della stretta cerchia degli «addetti ai lavori» di entrare in contatto con esse attraverso traduzioni ed agili guide alla lettura è un’operazione culturalmente pregevole.
Infatti, anche se composto nel IV secolo, il ciclo di Discorsi sul povero Lazzaro che affronta il discorso ricchezza-povertà è sorprendentemente attuale. Annota Signifredi sintetizzando il pensiero del Crisostomo: «La sua insistenza sull’elemosina ha lo scopo di difendere le ragioni dei poveri in un’epoca di mutamenti delle strutture economiche e di grande instabilità sociale. Ma per Giovanni la difesa dei poveri non significa semplicemente prendere le loro parti ma concepire una società accogliente, in cui essi possano vivere insie-me ai ricchi; quantomeno, il primo modo per difendere i poveri è metterli al centro delle preoccupazioni dei cristiani e accoglierli all’interno della Chiesa [...] Giovanni si rivolge alla città nel suo complesso e la richiama ai suoi doveri di accoglienza e di umanità: egli non mette in discussione le strutture sociali ed e-conomiche, ma si fa promotore di un ambizioso progetto di trasformazione della città, che ha un fattore primario proprio nell’amore ai poveri» (pp. 10-11). Questa sensibilità ai problemi sociali della loro epoca è una caratteristica che accomuna alcuni dei Padri della Chiesa del IV secolo, compreso il Crisostomo, autore dei Discorsi sul povero Lazzaro. Nello stesso periodo, per esempio, Ambrogio di Milano, proprio a partire da un altro testo biblico, quello della vigna di Naboth, denunciava con tono vibrante l’avidità degli speculatori. Forse, sarebbe stato opportuno ricordare la diffusione di questa tematica di etica socio-economica anche tra altri esponenti della patristica e cogliere, in questo senso, le peculiarità del Crisostomo.
Ci permettiamo, inoltre, di esprimere una certa sorpresa: invano abbiamo cercato, nelle pagine introduttive, una, sia pur breve, presentazione dei principi esegetici che guidano il Crisostomo, esponente della «scuola antiochena», e, dun-que, fedele interprete del testo biblico, attento agli aspetti letterari, al contesto storico, e, soprattutto, interessato all’applicazione etico-ascetica. Riteniamo, infatti, che il lettore tragga beneficio dalla conoscenza dell’ermeneutica biblica dei Padri i cui principi illuminano e agevolano la lettura delle loro opere. Esprimiamo ancora una volta la nostra gratitudine ed il nostro apprezzamento al curatore di quest’opera crisostomiana per il pregevole lavoro svolto non senza sottolineare anche l’utilità dell’ «indice scritturistico» (pp. 193-198) in cui riporta tutti i riferimenti biblici contenuti nei Discorsi sul povero Lazzaro la cui frequenza mostra un altro principio fondamentale dell’esegesi patristica: Scriptura illustrat Scripturam.
Tratto dalla rivista "Parola e Storia" n. 1/2010
(http://www.scienzereligiose-br.it)
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sig.ra Cristina sarritzu il 3 ottobre 2011 alle 20:49 ha scritto:
Una figura così poco conosciuta nei dettagli e troppo poco ricordata eppure così rappresentata nel nostro mondo. Rivolgiamo lo sguardo a Dio ed a Lazzaro e avremo compreso gran parte della sapienza della Vita vera.