Cantico spirituale
(Versus)EAN 9788831171076
Esce per i tipi di Città Nuova una nuova traduzione del capolavoro del mistico spagnolo del XVI secolo. Stefano Arduini è professore di Linguistica generale all’Università di Urbino. È direttore del Centro europeo per l’editoria e del Master per redattori editoriali della stessa Università. Coautore di un Manuale di traduzione (Roma, Carocci 2006), non si era cimentato prima con la traduzione del santo di Fontiveros. Ma ha affrontato la sfida con determinazione e tenacia, come confessa egli stesso nell’Introduzione: «La traduzione di Giovanni della Croce mi ha tenuto occupato per più di un anno costringendomi a un corpo a corpo con il testo che spesso mi ha lasciato vinto, senza voce e senza soluzioni. Un universo intero mi ha investito con una rete di rimandi che spesso non riuscivo a ricostruire. Una lotta con la lingua che mi diceva ad ogni passo che non era il castigliano di Giovanni della Croce a produrre il mistico del testo, ma era proprio lo sguardo mistico a creare una lingua (…) Tradurre Giovanni della Croce è stato dunque questo, una lotta con la lingua» (p. 5).
Nella stessa Introduzione il curatore si sofferma a lungo sulla considerazione che il linguaggio mistico vive dell’eccesso, in virtù del fatto che il suo oggetto in sé è indicibile. Perciò «la contraddizione è la modalità esemplare della comunicazione mistica perché mette in gioco la tensione dialettica che contraddistingue tale linguaggio. Ad essa appartengono varie figure, l’antitesi, il paradosso, l’ossimoro fra le altre» (p. 9). Anche il simbolo e le figure diventano una specie di alternativa al silenzio (cf p. 13).
Da qui la scelta metodologica che si impone al traduttore: «Schleiermacher scriveva che le uniche due possibilità innanzi un testo da tradurre sono o di lasciar in pace il lettore o di lasciare in pace lo scrittore. Il mistico vuole un testo che tormenti il lettore, che mostrando l’indicibilità assoluta del suo oggetto lo conduca a una rinascita» (p. 22).
In realtà, nel panorama delle traduzioni già esistenti, il curatore ignora alcune delle più recenti, come quella curata da Silvano Giordano per le Edizioni OCD. Un confronto fra queste due traduzioni mostra i diversi criteri ispiratori dei due traduttori: in un italiano più gradevole e leggibile quella dell’Arduini, ma per forza di cose più libera e talvolta distante dal testo originale (es: «la carne» per las inclinaciones de la carne a p. 77 o la rinuncia alla forma superlativa a p. 134); più fedele al testo originale quella del Giordano, forse talvolta con il rischio di appiattirsi su una fedeltà troppo letterale.
Ottimo appare il criterio ispiratore scelto dal traduttore nei casi in cui deve apparire la forza di contraddizione del testo (si vedano i celebri paragrafi del prologo in cui il santo si dibatte fra la presenza e l’assenza divina alle pp. 53ss).
Peccato che l’Arduini non abbia curato più a fondo la conoscenza del bagaglio culturale e lessicale del mondo monastico e carmelitano in modo particolare, il che lo fa cadere in qualche svarione di troppo, come quello di non riconoscere il cognome religioso di una monaca (cf p. 29) o, peggio ancora, quello di santa Teresa di Gesù (p. 123). Si può lamentare qualche imprecisione nella trascrizione dei nomi biblici (cf p. 288). Altrettanto si può dire della scelta azzardata di allontanarsi dall’uso abituale di termini tecnici consolidati nel lessico teologico e antropologico, come quella di tradurre potencias con «forze» (cf p. 58).
Nel complesso, però, si tratta di una nuova voce nel panorama delle traduzioni sanjuaniste, che contribuisce ad arricchire la conoscenza e la diffusione della dottrina del mistico spagnolo.
Tratto dalla Rivista di Vita Spirituale n. 3/2010
(http://www.vitaspirituale.it)
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