L' uomo è cammino. Verso una sintesi teologica
(Teologia. Contributi di teologia)EAN 9788831148085
L’Autore, già docente di teologia trinitaria alla Pontificia Università Lateranense, presenta un bel testo di spiritualità in chiave di teologia trinitaria. Il saggio è inserito nella collana «Contributi di teologia», diretta da Piero Coda.
Tratto dalla rivista Concilium n. 1/2011
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
L’esperienza di vita è un cammino di gestazione sia dentro il cosmo e la storia sia dentro la benedizione del Dio-Trinità. L’esperienza drammatica del male morale denuncia tuttavia la volontà della creatura di dimenticare la sua fragilità. C’è necessità, per il riscatto, di rivolgersi a Dio nel segno della fiducia riconoscente, nel sentirsi accompagnati dalla condivisione di Gesù e cioè dalla misteriosa onnipotenza di Dio e dalla kenosi di amore dello Spirito manifestata sulla croce. Solo così si compie l’inabitazione di Dio-Trinità in noi e il nostro dimorare in lui.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 4
(http://www.ilregno.it)
Due idee centrali guidano la riflessione di Carmelo Nigro – prete romano già docente di teologia presso la Pontificia Università Lateranense – che trova e-spressione nel volume inserito tra i saggi della collana Contributi di Teologia di-retta da Piero Coda. La prima ruota attorno al concetto di crescita. La considerazione della pre-senza di un processo intrinseco che attraversa l’uomo e il creato verso un ‘di più’ fisico e ontologico, viene declinata in una serie di riflessioni teologiche e spiri-tuali che Nigro desume principalmente da Teilhard De Chardin (uno degli autori più citati insieme a San Tommaso D’Aquino, Ireneo e Drewermann). L’apertura illimitata verso la piena nascita rappresenta il ‘minimo comune denominatore’ dell’umanità in cammino verso Dio: «L’avventura della nostra esistenza umana fa emergere, in profondità, una triplice dimensione: la nostra apertura verso l’Assoluto, il continuo nascere del nostro essere e la nostra fragilità esistenziale» (p. 16). Ed è proprio la fragilità la seconda tematica che viene approfondita nel vo-lume. La debolezza ontologica che segna la natura degli uomini non deve essere considerata come una battuta d’arresto nel cammino di perfezione ma, al contra-rio, come una risorsa che permette il passaggio da uno stadio segnato dall’immaturità a uno contrassegnato dall’adultità: «Il male morale, o peccato (in Adamo e in tutti noi), nasce non come caduta da uno stato iniziale di perfezione, ma come non accettazione di questo paziente cammino di maturazione-mascita-risurrezione» (p. 41). Le tensioni dinamiche evidenziate nel corso della trattazione trovano il loro sbocco teologico nella riflessione attorno al mistero Trinitario: è solo nell’onnipotente debolezza che trova la sua massima espressione la divina umiltà dell’Amore rivelato nel Cristo; tale Amore esplicita il nesso esistente tra la soffe-renza umana, l’evento pasquale (morte e risurrezione) e il mistero dell’unico Dio in tre persone. Il breve ma intenso lavoro che l’A. offre si colloca, coerentemente con la scelta editoriale, nella linea dell’approfondimento (anche spirituale) di alcune attuali tematiche teologiche e della ricerca di un dialogo con la cultura contem-poranea. Un rilievo critico: l’apparato scientifico è ben sviluppato perché l’A. correda le sue affermazioni con abbondanza di citazioni dalle quali, tuttavia, emerge una bibliografia ferma, nella maggior parte dei casi, agli anni Novanta. Il libro resta, comunque, interessante nella sua impostazione teo-antropologica e negli spunti che offre.
Tratto dalla Rivista di Scienze Religiose di Brindisi "Parola e Storia" n.2-2010