Le apparizioni di Gesù risorto
(Teologia)EAN 9788831133753
Lo studio poggia su numerosi studi che tre campi teologici – l’esegetico, il sistematico, lo spirituale – hanno dedicato a tale argomento, privilegiando in particolare i tre autori che appaiono i più significativi nel loro rispettivo ambito: Ghiberti, Kessler, Barsotti. Il teologo citato, Hans Kessler, è autore di La risurrezione di Gesù Cristo; – Cristologia, editi in traduzione italiana dalla Queriniana.
Tratto dalla rivista Concilium n. 1/2012
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
Le apparizioni del Risorto, l’evento che trasforma la vita di un gruppo di «uomini impauriti e delusi dalla morte in croce del loro Maestro» nella coraggiosa testimonianza della «fede pasquale», sono fatte oggetto di un’originale ricerca teologica pluridisciplinare. Il metodo seguito dall’a. fa interagire – in forza della peculiarità epistemologica della teologia fondamentale – la prospettiva di tre diverse discipline, concentrandosi per ciascuna sul contributo di un a.: la teologia biblica (G. Ghiberti); la teologia sistematica (H. Kessler) e la teologia spirituale (D. Barsotti). «Il risultato offre la possibilità di un’onesta ed esaustiva lettura delle tre prospettive e di un loro pertinente confronto e reciproco arricchimento» (dalla prefazione di P. Coda).
Tratto dalla Rivista Il Regno 2012 n. 6
(http://www.ilregno.it)
È piuttosto raro imbattersi nella pubblicazione di una tesi dottorale, la cui lettura integrale – anche, riteniamo, da parte di un cultore medio di teologia – non richieda sforzi eccessivi di comprensione, né dal punto di vista dei contenuti, sviluppati fondamentalmente con linearità e coerenza, né dal versante del linguaggio, quasi sempre piano e scorrevole.
Ancora piú raro, probabilmente, è il fatto che ciò non riduca il valore oggettivo del lavoro e non mortifichi l’originalità della ricerca, con cui N. Demelas, giovane presbitero della diocesi di Ales- Terralba (OR), ha conseguito nel 2009 il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, sotto la direzione di Piero Coda. Il tema indagato, immediatamente perspicuo dal titolo, è altresí impegnativo e, particolarmente negli ultimi decenni, alquanto dibattuto sotto diversi aspetti. Mentre l’objectum materiale della dissertazione riguarda l’analisi dell’evento che manifesta l’avvenuta risurrezione di Gesú crocifisso – le apparizioni pasquali, appunto – mettendo a fuoco la nascita della «fede pasquale» e l’inizio di una «vita nuova» in coloro che avevano seguito il Messia di Nazareth, l’objectum formale è dato dall’interazione di tre prospettive teologiche (biblica, sistematica, spirituale), per ciascuna delle quali è stato studiato un autore rappresentativo (Giuseppe Ghiberti, Hans Kessler, Divo Barsotti).
Tali prospettive – qui si coglie il taglio specifico della ricerca di Demelas – sono raccordate tra di loro in virtú della valenza epistemologica che soltanto la teologia fondamentale può conferire al discorso relativo alle apparizioni. In apertura, si fa apprezzare un’efficace seppur sintetica esposizione dello status quaestionis sul dibattito relativo alle apparizioni del Risorto lungo le tre fasi della ricerca sul Gesú storico. Seguono tre capitoli dedicati all’analisi della proposta degli autori (con un ritorno stilisticamente martellante e francamente eccessivo dei rispettivi nomi), nei quali vengono delineati anzitutto l’impostazione metodologica e il contesto entro cui ciascuno ha situato il discorso in oggetto, per passare poi allo studio dettagliato delle opere principali e a una sintesi teologica conclusiva, che richiama schematicamente gli apporti positivi e gli eventuali punti critici emersi dall’analisi. Del biblista Ghiberti emerge l’originalità e la flessibilità (che talvolta maschera tuttavia un’indeterminatezza epistemologica) del metodo di accostamento al dato scritturistico, nella convinzione che ogni lavoro esegetico traccia di fatto la strada e richiama la necessità della teologia sistematica per un naturale proseguimento della ricerca.
Dall’analisi dei racconti neotestamentari delle apparizioni, nello specifico, affiora il dato incontestabile secondo cui la fede pasquale nasce dall’incontro nuovo e inatteso, eppure sensibile/esperienziale, con Gesú risorto. Con Kessler viene posta a seguire la domanda sul fondamento oggettivo e sull’oggetto proprio della fede pasquale. In dialogo critico con Lessing (l’obiezione inerente il «largo fossato» tra l’esperienza dei testimoni diretti e la fede dei credenti delle successive generazioni) e con Verweyen (in merito alle condizioni sufficienti per la nascita della fede pasquale), la risposta del cristologo tedesco chiama in causa proficuamente la prospettiva trinitaria, mentre suscita una certa perplessità la sua presa di posizione in merito alla questione del corpo di Gesú risorto.
La frattura tra esegesi e vita cristiana e tra riflessione sistematica ed esperienza credente, retaggio doloroso dell’epoca moderna, viene ricomposta infine nella proposta di Divo Barsotti, che rimarca l’introduzione in una vita nuova, illuminata dalla fede pasquale, sia da parte dei beneficiari delle apparizioni del Risorto, sia da parte di tutti coloro che, in virtú del dono dello Spirito, partecipano del mistero pasquale mediante l’eucaristia. Il quarto e ultimo capitolo riprende in chiave sistematica il legame inscindibile tra i diversi metodi d’indagine (esegetico, teologico- sistematico, teologico-spirituale), focalizzando il compimento pasquale della fede in Gesú di Nazareth nel cammino dei testimoni e nella vita nuova dei discepoli, secondo una prospettiva testimoniale, kerygmatica e sacramentale.
La conclusione sintetizza ulteriormente l’importanza e la pregnanza del discorso dal punto di vista cristologico, antropologico, ecclesiologico ed escatologico. Un piccolo appunto potrebbe essere mosso, qua e là, all’eccessiva preoccupazione di schematicità, non da ultimo nella suddivisione della bibliografia finale.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 3/2012
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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