Il pensiero umile. In ascolto della rivelazione
(Contributi di teologia)EAN 9788831132923
In ristampa breve
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Tipo
Libro
Titolo
Il pensiero umile. In ascolto della rivelazione
Autore
Repole Roberto
Editore
Città Nuova
EAN
9788831132923
Pagine
200
Data
gennaio 2007
Peso
224 grammi
Dimensioni
13 x 20 cm
Collana
Contributi di teologia
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Recensioni di riviste specialistiche su «Il pensiero umile. In ascolto della rivelazione»
Recensione di Riccardo Battocchio della rivista Studia Patavina
L’elaborazione di un pensiero a misura dell’umiltà suppone, non troppo paradossalmente, una buona dose di coraggio. Coraggiosa è infatti scelta di attraversare in poco meno di duecento pagine un territorio i cui confini tendono a coincidere con la realtà stessa, affidandosi per questa impresa ad un’unica ma ben definita idea-guida: la possibilità di un pensiero né «forte» (quello della modernità) né «debole» (quello della postmodernità), bensì «umile». Dove l’umiltà sta tutta nel porsi in ascolto della Rivelazione cristiana, senza la pretesa di catturarla e di costringerla nelle maglie di una logica oggettivante, ma anche senza fare del dubbio l’unico principio di conoscenza disponibile agli umani.
Il coraggio dell’umiltà non manca all’autore, il teologo torinese Roberto Repole, già apprezzato per la capacità di mettere in dialogo filosofia e teologia, antropologia ed ecclesiologia, dimostrata con la sua tesi di dottorato (Chiesa, pienezza dell’umano. Oltre la postmodernità: G. Marcel e H. De Lubac, Glossa, Milano 2002).
La mole del libro che ora egli ci offre è contenuta, ma l’orizzonte che esso invita a percorrere è quanto mai ampio. La sua struttura tripartita richiama quella di una nota Summa e il paragone non è indiscreto, se si tiene conto del fatto che a venire messo in campo non è qualche aspetto o tema particolare della sistematica teologica, ma la possibilità di ripensare il tutto «sub ratione humilitatis». Il che, se siamo fedeli alla Rivelazione, non è cosa diversa dal pensarlo «sub ratione Dei».
Delle tre parti, la prima (pp. 14-54: «Pensiero umile. Un’altra via per abitare il nostro tempo») ha il carattere di diagnosi della cultura presente e di proposta epistemologica; la seconda (pp. 55-124: «Umile Dio») va alla radice teologica dell’umiltà, a Dio stesso quale si è dato (non solo a conoscere) in Gesú Cristo; la terza (pp. 125-179: «Chiesa umile») tratta della Chiesa in prospettiva «relazionale», corrispondendo così all’intenzione profonda di Lumen gentium: dire la Chiesa a partire dalla sua intima relazione con il Dio di Gesú Cristo, con il Dio «umile». La relazione al Padre, a Cristo, allo Spirito fiorisce nelle relazione tra le «chiese», andando oltre la brusca alternativa fra «primato della chiesa universale» e «primato della chiesa locale» e favorendo l’articolazione del nesso collegialità episcopale – comunione ecclesiale. Il principio-relazione permette inoltre alla Chiesa di mantenere assieme, al suo interno, unità e diversità, e di vivere la propria condizione di «sacramento di universale di salvezza» come servizio e responsabilità nei confronti del «mondo». Forse si sarebbe potuto aggiunge che una Chiesa «umile» è consapevole non solo di dare, ma anche di ricevere dal «mondo» (cf. Gaudium et spes n. 44).
Il saggio di Repole è un esempio di teologia insieme rigorosa e accessibile. Lo si può leggere come una introduzione aggiornata ai grandi temi della sistematica teologica (una specie di «introduzione al cristianesimo» o di «invito alla teologia») o come momento di serena ricapitolazione, quasi contemplazione sintetica di un paesaggio già noto nei particolari. Una lettura, in ogni caso, che nutre con gusto.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2007, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Il coraggio dell’umiltà non manca all’autore, il teologo torinese Roberto Repole, già apprezzato per la capacità di mettere in dialogo filosofia e teologia, antropologia ed ecclesiologia, dimostrata con la sua tesi di dottorato (Chiesa, pienezza dell’umano. Oltre la postmodernità: G. Marcel e H. De Lubac, Glossa, Milano 2002).
La mole del libro che ora egli ci offre è contenuta, ma l’orizzonte che esso invita a percorrere è quanto mai ampio. La sua struttura tripartita richiama quella di una nota Summa e il paragone non è indiscreto, se si tiene conto del fatto che a venire messo in campo non è qualche aspetto o tema particolare della sistematica teologica, ma la possibilità di ripensare il tutto «sub ratione humilitatis». Il che, se siamo fedeli alla Rivelazione, non è cosa diversa dal pensarlo «sub ratione Dei».
Delle tre parti, la prima (pp. 14-54: «Pensiero umile. Un’altra via per abitare il nostro tempo») ha il carattere di diagnosi della cultura presente e di proposta epistemologica; la seconda (pp. 55-124: «Umile Dio») va alla radice teologica dell’umiltà, a Dio stesso quale si è dato (non solo a conoscere) in Gesú Cristo; la terza (pp. 125-179: «Chiesa umile») tratta della Chiesa in prospettiva «relazionale», corrispondendo così all’intenzione profonda di Lumen gentium: dire la Chiesa a partire dalla sua intima relazione con il Dio di Gesú Cristo, con il Dio «umile». La relazione al Padre, a Cristo, allo Spirito fiorisce nelle relazione tra le «chiese», andando oltre la brusca alternativa fra «primato della chiesa universale» e «primato della chiesa locale» e favorendo l’articolazione del nesso collegialità episcopale – comunione ecclesiale. Il principio-relazione permette inoltre alla Chiesa di mantenere assieme, al suo interno, unità e diversità, e di vivere la propria condizione di «sacramento di universale di salvezza» come servizio e responsabilità nei confronti del «mondo». Forse si sarebbe potuto aggiunge che una Chiesa «umile» è consapevole non solo di dare, ma anche di ricevere dal «mondo» (cf. Gaudium et spes n. 44).
Il saggio di Repole è un esempio di teologia insieme rigorosa e accessibile. Lo si può leggere come una introduzione aggiornata ai grandi temi della sistematica teologica (una specie di «introduzione al cristianesimo» o di «invito alla teologia») o come momento di serena ricapitolazione, quasi contemplazione sintetica di un paesaggio già noto nei particolari. Una lettura, in ogni caso, che nutre con gusto.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2007, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Recensione della rivista Il Regno
Saggio teologico il cui senso «sta nel mostrare, a fronte della rigida alternativa tra un "pensiero forte" e un "pensiero debole", la possibilità di un'altra via, quella di un "pensiero umile", capace di non catturare, ma di mettersi in ascolto della rivelazione: per riscoprire da qui che Dio e la Chiesa stessi non sono né forti né deboli, ma piuttosto umili». Dalla recensione delle speculazioni contemporanee (il «pensiero debole» fu proposto una ventina d'anni fa da G. Vattimo e P.A. Rovatti) si passa ai successivi cc. sul Dio e la Chiesa umili.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 2
(http://www.ilregno.it)
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 2
(http://www.ilregno.it)
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