PREMESSA AL LIBRO II
Come nella raccolta precedente, anche questo gruppo di Conferenze è dedicato a due personaggi in fama di grande dottrina ascetica e santità. Quando Cassiano dedicò loro le Conferenze di questo secondo volume, essi erano ancora nella condizione di semplici monaci: solo dopo qualche anno furono destinati alla dignità episcopale.
Onorato di Lérins, ancora giovinetto, si era dedicato all'ascetismo e aveva intrapreso un viaggio in Oriente con il fratello Venanzio. Morto il fratello e fatto ritorno in Occidente, nei primi anni del 400 prese dimora a Lérins: nella sua scelta ebbe parte il vescovo della vicina Fréjus, Leonzio, dal quale, presumibilmente, Onorato fu ordinato presbitero. Alla sua azione si lega non solo il primo costituirsi della comunità lerinese sul modello dei monasteri orientali, da lui conosciuti durante il suo viaggio in Oriente, ma anche il suo successivo rigoglio. Alla fine del 427 egli fu chiamato a reggere la diocesi di Arles, e fu colto dalla morte nel 4291.
Eucherio di Lione si ritirò nell'asceterio di Lérins poco dopo la fondazione del monastero da parte di Onorato, tra il 412 e il 420. Per la testimonianza di Cassiano stesso, come ora vedremo, egli fu sul punto di lasciare Lérins per compiere un viaggio diretto in Egitto, dimora dei grandi asceti; ma non attuò il suo proposito. Venne in seguito chiamato a reggere la diocesi di Lione nel 435.
Al termine della sua seconda Prefazione, Cassiano già esprimerà il proposito di comporre anche il terzo volume delle Conferenze. LIBRO Il
PREFAZIONE
Mentre molti tra i santi monaci, pur essendo eruditi dal vostro esempio, riescono a stento ad imitare la misura della vostra perfezione, in virtù della quale voi risplendete in questo mondo con ammirabile fulgore come grandi luminari, tuttavia, cari e santi fratelli Onorato ed Eucherio, voi siete presi dal fascino di quei sublimi personaggi, dai quali noi tutti abbiamo ricevuto i primi elementi della vita anacoretica, e ne siete affascinati a tal punto che, di voi, uno, pur presiedendo un numeroso cenobio di fratelli, desidera che la sua comunità si adegui all'esempio di quei padri antichi, pur essendo la comunità stessa educata sull'esempio quotidiano della vostra condotta; l'altro è preso dal desiderio di recarsi in Egitto per essere testimone personale del regime di vita di quei padri; ne deriva così che egli, abbandonando questa provincia irrigidita dal rigore del freddo tutto proprio della Gallia, trasvolerebbe, come una tortorella castissima, verso quelle terre che il sole della giustizia illumina da vicino, con l'abbondanza di frutti ben maturi. E allora la spinta della carità mi ha indotto a non sottrarmi al rischio temibile di scrivere, sia per rispondere al desiderio come pure per non sottrarmi alle fatiche dell'altro, e questo poiché primo sia accresciuta la sua autorità presso i suoi figli, al secondo perché sia risparmiata la necessita di una navigazione rischiosa.
Pertanto, perché non poterono soddisfare del vostra fede e il vostro fervore le Istituzioni cenobitiche da me redatte in dodici Libri nello stile che mi è riuscito e dedicate alla beata memoria del vescovo Castore, così come pure non furono di vostra piena soddisfazione le dieci Conferenze tenute dai Padri dimoranti nel deserto di Scete, da me elaborate, come mi fu possibile, per invito di Elladio e di Leonzio, ecco che ora, anche perché vi sia noto il viaggio da noi compiuto, ho creduto di dovervi dedicare queste ulteriori sette Conferenze, proposte con il medesimo stile in un'altra sede eremitica da parte di tre Padri ivi dimoranti, e che noi incontrammo per primi. Sarà così possibile supplire a quello che, intorno alla perfezione, è stato forse, nei precedenti opuscoli, a causa del mio stile un po' oscuro, mal compreso o dimenticato. Se poi anche queste Conferenze non potranno saziare la santa sete delle vostre aspirazioni, sette ulteriori Conferenze, che io mi propongo di inviare ai santi confratelli che dimorano nelle isole Stecadi, appagheranno, come io suppongo, i vostri desideri.