ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
LA STORIOGRAFIA CRISTIANA FINO AL V SECOLO
La prima storia ecclesiastica si può dire che siano gli Atti degli Apostoli, dove sono narrati gli avvenimenti più importanti della Chiesa primitiva: la sua organizzazione, la sua predicazione, i viaggi dei due principali apostoli Pietro e Paolo, le prime conversioni e le prime persecuzioni. Anzi questo testo è l'unico scritto dell' età apostolica che tratta delle origini della Chiesa. Esso, com'è stato notato, non è una semplice raccolta di documenti, ma una storia elaborata: le fonti cui attinge non sono trascritte alla lettera, sebbene se ne avverta in modo inequivocabile la presenza. L'opera, com'è noto, è attribuita all'evangelista Luca e la data della sua composizione non può stabilirsi con sicurezza: con molta probabilità essa va collocata nell'ultimo quarantennio del I secolo. Sozomeno nel prologo della sua storia cita, tra gli autori che diedero informazioni sugli avvenimenti della Chiesa, i nomi di Clemente e di Egesippo, che furono i primi testimoni degli apostoli, e poi quelli di Giulio Africano e di Eusebio di Cesarea.
Clemente è certamente quello romano, che Ireneo colloca al terzo posto dopo Pietro nella lista dei vescovi di Roma e il cui pontificato Eusebio pone tra il dodicesimo anno il di Domiziano e terzo di quello di Traiano, cioè tra il 92 e il 100. Egli, di i Tertulliano ricorda anche la consacrazione episcopale ad opera dell'apostolo Pietro, fu testimo della successione apostolica e scrisse un'Epistola ai Corinzi nella quale, al cap. 5, «fornisce una testimonianza valida sul soggiorno di san Pietro a Roma, sul viaggio di san Paolo in Spagna e sul martirio dei due principi degli apostoli» e, nel cap. 6, «informa sulla persecuzione di Nerone».
Egesippo, di cui Eusebio di Cesarea ricorda l'attività e l'opera 8, visse alla fine del II secolo. È autore delle Memorie in cinque libri, in cui, oltre a polemizzare contro lo gnosticismo, scrive la storia della prima Chiesa di Gerusalemme. Sappiamo che egli dà notizie sulla morte di Giacomo, detto il fratello del Signore e soprannominato il Giusto, sull'atteggiamento di Domiziano davanti ai parenti del Signore, sul martirio di Simeone successore di san Giacomo sul seggio di Gerusalemme, sugli onori divini concessi ad Antinoo, il favorito di Adriano, sulla sua dimora a Corinto e a Roma avvenuta al tempo di Vespasiano. Motivo di discussione è la notizia che troviamo in un frammento delle Memorie, secondo cui Egesippo, venuto a Roma, elaborò «l'ordine di successione fino ad Aniceto».
Del III secolo è l'opera storica di Giulio Africano. Questi, della cui vita siamo male informati, a dispetto del nome con cui è chiamato, non proveniva dall'Africa ma dalla Palestina. Nacque, infatti, forse a Gerusalemme, non sappiamo in quale anno; probabilmente seguì la carriera militare e partecipò alla spedizione che nel 195 Settimio Severo fece contro l'Osroena e, dopo aver ascoltato le lezioni di Eracla ad Alessandria dove entrò in amicizia con Origene, visse ad Emmaus in Palestina.
Fu un autore «particolarmente fecondo» e, tra l'altro, scrisse i Chronographia sive libri quinque de temporibus che «dispongono parallelamente, secondo le date, gli avvenimenti biblici e i riassunti della storia greca o ebraica». Si tratta di un'opera pervenuta in stato frammentario che non può essere ricostruita nei dettagli, ma che «ha lasciato nella letteratura storicaposteriore tracce sufficienti per farcene una nozione esatta». In quest' opera lo storico dimostra anche intenti apologetici: sostiene, come altri apologisti prima di lui avevano fatto, la priorità della religione giudeo-cristiana rispetto alle favole e ai miti greci. Inoltre, in questa cronaca che va dall'origine del mondo, collocata 5.500 anni prima di Cristo, all'Olimpiade 250-251 (cioè al 221), egli dimostra di non disdegnare il millenarismo.
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Catechista ANDREA BONZANO il 3 aprile 2014 alle 16:26 ha scritto:
è sicuramente interessante...una volta letto potrò dare un giudizio più dettagliato