NOTA EDITORIALE
L'arco narrativo coperto dai libri XIII-XIV-XV del Commento origeniano inquadra il Vangelo di Matteo da 17, 10 a 20, 16; le titolature da noi apposte a sezioni e paragrafi segnalano le opzioni ermeneutiche con cui Origene ha svolto l'esegesi del testo evangelico, commentato in lectio continua:
Il ritorno di Elia: Cm Mt XIII, 1-2 su Mt 17, 10-13: la presenza di Elia nella storia del giudaismo e della Chiesa;
Il "mal di luna": Cm Mt XIII, 3-7 su Mt 17, 14-20: l'episodio rivela l'impotenza onnipotente della fede che si rimette a Dio;
Il Figlio consegnato: Cm Mt XIII, 8-9 su Mt 17, 22-23: nella solitudine del Figlio dell'uomo si opera la riconciliazione degli uomini con Dio;
La tassa del tempio: Cm Mt XIII, 10-13 su Mt 17, 24-27: dalla halacha sul tributo emerge il rapporto della comunità cristiana con il giudaismo e, per estensione, con lo stato;
Il Bambino: Cm Mt XIII, 14-19 su Mt 18, 1-5: il discorso sul Bambino come modello-simbolo-metafora del Regno dei cieli;
Gli scandali necessari: Cm Mt XIII, 20-26 su Mt 18, 6-9: non scandalizzare coloro che si fanno piccoli per la fede in Gesù;
Gli angeli: Cm Mt XIII, 27-29 su Mt 18, 10-14: gli angeli custodiscono presso Dio la segreta grandezza dei discepoli;
La correzione ecclesiale: Cm Mt XIII, 30-31 su Mt 18, 15- 18: il perdono nella comunità dei fratelli rende presente in Gesù la misericordia del Padre;
La Chiesa-sinfonia:: Cm Mi XIV, 1-4 su Mt 18, 19-20: la comunione delle membra nella Chiesa delle membra nella Chiesa sprime e chiede un dono divino, tenuto in vita dalla preghiera;
La chiesa fra misericordia e giudizio: Cm Mt- XIV, 5-13 su Mt 18. 21-35: la parabola del servo impietoso: la misericordia gratuitamente ricevuta deve farsi dono;
Le "piene": Cm Mt XIV, 14-15 su Mt 19;
Interludio: le parole 1-2: dal discorso ecclesiologico al viaggio verso Gerusalemme, dalla profezia alla realtà;
La Chiesa-Sposa: Cm Mt XIV, 16-25 su Mt 19, 3-11: la halacha in ordine al matrimonio restaurato dal Cristo secondo il disegno divino;
Per il regno dei cieli: Cm Mt XV, 1-5 su M r le), 12: nella prospettiva unitaria della sequela: parole sulle nozze e sulla verginità per il Regno;
La benedizione dei bambini: Cm Mt XV, 6-9 su Mt 19, 13 15: all'annuncio del Regno-Bambino si congiunge il dono di grazia riserbato ai piccoli;
Ricchezza e povertà: Cm Mt XV, 10-20 su Mt 19 16-26:l'episodio del giovane ricco esprime l'assoluto della sequela;
La sequela tra tempo ed eterno: Cm Mt X, 2 1 -27 su Mt 19, 27-30: Vcapovolgimento escatologico dei valori nel Regno;
La Chiesa-Vigna: Cm Mt XV, 28-37 su Mt 20, 1-16: a Dio la chiamata per grazia a lavorare nella vina, all'uomo la celebrazione del Donatore nella condivisione del Dono.
Se per le linee di raccordo fra Matteo e Origene rinviamo alla Introduzione generale con cuí abbiamo iniziato il percorso dal primo volume, le note cercheranno di trasmettere dati più specifici dei libri editi in questa seconda parte nella quale nella quale vorremmo confluisse qualcosa degli interessi che ,speriamo già suscitati dalle ricchezze inizialmente elargite: «Ricevendo il danaro del Signore, state attenti a come tenere pronti gli interessi per il Signore che viene. Gli interessi della parola di Dio sono nel mettere in pratica, nella vita e nelle azioni,quanto comanda la parola di Dio»; «Non riponiamo "in un fazzoletto la mina" affidataci, e neanche "consegniamo il denaro alla banca", ma prestiamoli con l'interesse al popolo! E, una volta che vi abbiamo affidato la partita del Signore, starà a voi vedere come pagare í debiti "con gli interessi"» (Origene, Omelie sull'Esodo XIII, 1; Omelie su Isaia V, 3).
Il percorso del Vangelo di Matteo non si conclude con la svolta dalla Galilea verso la Giudea, e il Commento origeniano resta per via, con i suoi segnali che tralucono nei nomi del Cristo. il Maestro, la Guida, aprendo il colloquio in molte direzioni: con ogni lucida disperazione umana — «Nulla ci importa di noi, quali fummo prima... (Non c'è) alcuna differenza dal non essere mai nati, quando la vita mortale è annullata dalla morte immortale» (Lucrezio, La natura delle cose III, 852s.868s.) —; con ogni domanda etica — «La virtù non è preclusa ad alcuno, è permessa a tutti, accoglie tutti, chiama a sé tutti... Non sceglie la casa o il censo, si accontenta dell'uomo nudo» (Seneca, I benefici III, 18) —; con la filosofia mosaica — «Vi sono due convinzioni... l'una che attribuisce tutto all'intelletto, come... suprema guida di tutto:... l'altra si sottomette a Dio come a quello che è suo Creatore. Simbolo della prima convinzione è Caino, detto possesso... dell'altra... Abele... colui che riporta tutto a Dio» (Filone, I sacrifici dl Abete e di Caino 2) —. Il kérygma della Pasqua del Cristo, al di là diquesti percorsi — ci dice Origene — afferma una necessita divina: «Quando diventiamo conformi alla morte di Cristo, non siamo più oppressi né dalle catene dei re della terra... né dal giogo dei principi di questo mondo... conformi non solo alla sua morte. ma anche alla sua risurrezione. È grazie a lui che camminiamo in novità di vita» (Cm Mt XIII, 9).