INTRODUZIONE
VITA
Scarse e assai frammentarie sono le notizie che possediamo sulla vita di Eusebio: la cosa desta meraviglia, specie se si considera che siamo in presenza di una delle più grandi personalità della sua età: oltre che padre della storia ecclesiastica, egli fu senza dubbio non solo il più grande erudito della sua epoca, ma anche teologo, oratore, apologista, topografo, bibliofilo ed esegeta. L'importanza del ruolo che egli svolse nelle vicende ecclesiastiche e politiche del suo tempo gli procurò non poche inimicizie. Ed è forse a quest'ultimo fatto che si deve ricondurre la scarsità di notizie biografiche e la perdita dell'unica biografia di cui si ha notizia. Solo in parte ci vengono in aiuto le brevi informazioni che su di lui si ritrovano nelle opere di suoi contemporanei, come Atanasio, Ario, Eusebio di Nicomedia e Alessandro di Alessandria, i quali spesso, nel riferirle, non sono esenti da inesattezze o tendenziosità. Di scarso interesse risultano altresì le poche testi monianze di scrittori dei periodi a lui successivi, come Socrate, Gelasio, Cizico, Rufìno e Girolamo, Teodoreto, Filostorgio. In mancanza d'altro non rimane allora che affidarsi ai dati biografici, anche questi scarsi e frammentari in verità, che si possono ricavare dalle stesse opere di Eusebio.
1. Dalla nascita alla nomina episcopale
Non sappiamo quando sia nato, ma, da alcuni sincronismi ricavabili dalla sua Storia ecclesiastica, è possibile collocare la data di nascita in un periodo compreso tra la persecuzione di Valeriano (258-260) e il dodicesimo anno di Gallieno (264-265). Sconosciuto anche il luogo: che sia nato a Cesarea, città di cui fu vescovo per lunghi anni, è infatti notizia assai tarda (secolo XIV) e il fatto che i contemporanei lo abbiano chiamato Eusebio di Cesarea, per distinguerlo dall'omonimo vescovo di Nicomedia, sta a significare solo che fu vescovo di quella città e non che vi sia nato.
Nulla sappiamo anche della sua famiglia. Non manca chi, fondandosi sul fatto che greci sono il suo nome e la lingua di cui si serve negli scritti, nonché sulla sommaria conoscenza che dimostra di avere di lingue come l'ebraico, l' aramaico e il siriaco, esclude l'origine semitica di Eusebio. Nulla è possibile dire anche della sua estrazione sociale, come pure della sua infanzia ed adolescenza.
La gratitudine che ebbe nei confronti di Panfilo, che egli chiama suo «padrone», in onore del quale scrisse anche un'opera e di cui prese il nome, ha fatto pensare addirittura che egli fosse un suo schiavo, cosa che Girolamo esclude ed attribuisce piuttosto all'amicizia che legò il giovane al martire palestinese («ob amicitiam Pamphili martyris ab eo cognomentum sortitus est»).
Eusebio conobbe Panfilo a Cesarea di Palestina, quando era vescovo della città Agapio. Dopo essere stato discepolo di Pie-rio ad Alessandria, Panfilo si era trasferito a Cesarea dove aveva ereditato la tradizione origenista ed era stato ordinato presbitero. Qui egli aveva organizzato ed ampliato la ricca biblioteca che Ori-gene aveva fondato ottant'anni prima dando vita attorno ad essa ad una scuola sul modello di quella di Alessandria. A questa scuola, sotto la guida di Panfilo, Eusebio compì la sua formazione scientifica e col maestro si occupò della ricerca di testi sacri e di studi critici dei codici biblici: attività che egli proseguì per tutta la vita, dando nuovo impulso allo scriptorium collegato alla biblioteca che costituì un punto di riferimento per tutti gli studiosi non solo della sua epoca.
A quanto ci è dato sapere, nel 300 Eusebio fu ordinato presbitero da Agapio e negli anni successivi compì numerosi viaggi: ad Antiochia, a Cesarea di Filippo e a Elia Capitolina (Gerusalemme), dove ebbe modo di frequentare la biblioteca che il vescovo Alessandro vi stava allestendo.