ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
VITA DI TEODORETO
Teodoreto, «una delle più nobili figure nelle lotte intellettuali della Chiesa orientale», nacque ad Antiochia intorno all'anno 393 da una coppia di agiati cristiani rimasta per lungo tempo senza figli. La sua nascita fu molto desiderata dai suoi genitori, che si rivolsero alle preghiere dell'asceta Macedonio, un solitario dell'entroterra antiocheno, promettendo di consacrare a vita religiosa il bambino che a loro fosse «donato da Dio» (tale è il significato del nome greco che gli sarà imposto).
Teodoreto fu educato a stretto contatto col monachesimo siriaco, ma questo non gli impedì di formarsi una solida cultura classica alle scuole di retorica ancora fiorenti in Antiochia. Dopo aver esercitato fin da giovane età l'ufficio di lettore, alla morte dei genitori si fece monaco in un monastero nei dintorni di Apamea. Là visse fino al 423, quando contro la sua stessa volontà il patriarca Teodoto di Antiochia lo consacrò vescovo di Cirro, una diocesi suffraganea di Ierapoli nella Siria eufratense.
Dal suo seggio episcopale Teodoreto parteciperà in prima persona alle grandi controversie dottrinali del quinto secolo, come uno dei rappresentanti della teologia antiochena. La sua biografia verrà così a coincidere largamente con la storia della Chiesa orientale nel periodo cruciale tra i concili di Calcedonia.
Delle lotte nestoriane e monofisite Teodoreto fu un protagonista, determinato ad affermare le posizioni fondamentali della cosiddetta Scuola antiochena. Delle tradizioni di questa Scuola si era profondamente impregnato negli anni della sua formazione, sebbene non sia affatto certo che egli abbia avuto come maestri diretti Giovanni Crisostomo, Deodoro di Tarso e Teodoro di Mopsuestia e come compagni di studi Nestorio e il patriarca Giovanni di Antiochia.
Nel giugno 431, quando il concilio fu convocato a Efeso per dirimere la controversia sorta fra la Chiesa di Costantinopoli e quella di Alessandria a causa delle opposte formulazioni cristologiche di Cirillo e di Nestorio, il vescovo di Cirro aveva già una solida fama di teologo grazie alla sua vasta produzione di scritti apologetici e antiereticali.
Amico personale di Nestorio e naturale avversario delle tesi Teodoreto era già stato incaricato da Giovanni di Antiochia di redigere una confutazione degli Anatematism i di Cirillo. Quando il concilio sotto la pressione del partito alessandrino votò la deposizione di Nestorio, Teodoreto fu il portavoce della resistenza dei vescovi orientali. Dopo la conclusione del concilio (luglio 431), la lotta fra le due parti continuò aspra fino all'aprile 433, quando fu accettata una formula di unione, probabilmente redatta da Teodoreto, che nel suo carattere di aperto compromesso poté garantire unicamente una precaria tregua.
Le ostilità fra Alessandria e Antiochia ripresero nel 438 con l'attacco portato da Cirillo contro Deodoro di Tarso e Teodoro di Mopsuestia. Teodoreto ribatté con un libro in cui si sforzava di dimostrare la perfetta ortodossia dei due grandi Padri della teologia antiochena.
Morto nel giugno del 444, il suo successore Dioscoro individuò immediatamente in Teodoreto colui che per dottrina e autorevolezza rimaneva il naturale e più temibile avversario della teologia alessandrina, ma anche delle pretese giurisdizionali della Chiesa di Alessandria.
La diffusione, a partire dal 446 circa, delle tesi monofisite dell'influente archimandrita Eutiche di Costantinopoli fece precipitare la situazione. Eutiche, che, più o meno confusamente, voleva richiamarsi alla cristologia cirilliana, si guadagnò il favore sia di Dioscoro che dell'imperatore Teodosio II. Ma già nel 447 Teodoreto pubblicava il Mendicante, in cui, pur senza fare il nome di Eutiche, si scagliava contro «la nuova eresia», cioè contro varie tendenze di tipo monofisita. Si attirò così le ire di Dioscoro, che lo accusò di nestorianismo dinanzi al patriarca antiocheno Domno.
Invano Teodoreto, nell'estate del 448, inviò a Dioscoro una lunga lettera per chiarire la propria posizione dottrinale e per rigettare, sulla base della formula di unione del 433, l'accusa di eresia. Dioscoro lo anatematizzò e intrigò contro di lui presso la Corte imperiale. Con la costituzione del 16 febbraio 448, Teodosio II rinnovò la condanna di Nestorio e di tutti i libri non conformi alla fede nicena, efesina e cirilliana; contemporaneamente ordinò la deposizione del vescovo di Tiro, Ireneo, amico di Nestorio e di Teodoreto. Quest'ultimo veniva, per il momento, relegato nella sua diocesi.