Le opere personali di Rufino di Concordia rappresentano una produzione assai ridotta, ma importante nell'ambito della letteratura cristiana antica. Esso si inserisce in una fiorente tradizione di opere esegetiche sul capitolo 49 della Genesi. Di particolare rilievo il fatto che si tratta dell'unico lavoro esegetico di Rufino, nel quale emrgono assai evidenti anche gli intenti morali e ascetici dell'autore.
INTRODUZIONE
Rufino di Concordia ha da sempre legato il suo nome all'attività di traduttore dei grandi Padri greci della Chiesa, in primo luogo Origene. Si tratta di un'attività che gli riservò grande stima da parte dei suoi contemporanei (basti pensare che a lui si rivolsero personaggi del livello di Cromazio vescovo di Aquileia, Gaudenzio vescovo di Brescia, Paolino, successivamente vescovo di Nola) e da parte dei critici posteriori (Cassiodoro lo definisce un eloquentissimus interpres, Gennadio un uomo di ingens ingenium, etc.) fino a tutto il Medioevo. Fu questa attività, tuttavia, che gli procurò le più aspre critiche da parte degli studiosi, soprattutto per quanto riguarda le traduzioni di Origene, in ragione della contesa con il suo vecchio amico e acerrimo rivale: san Girolamo.
Lo scopo che i recenti studi su Rufino in particolare si sono proposti, è stato proprio quello di riabilitarne l'opera di traduzione, giungendo così a concludere che Rufino è sostanzialmente un traduttore fedele delle opere di Origene, Basilio, Gregorio, Eusebio, etc.
Rispetto al grande numero delle sue traduzioni, le opere personali di Rufino rappresentano una produzione assai ridotta, ma non per questo meno importante. Tra di esse un posto rilevante occupa il De Benedictionibus Patriarch arti m, l'unica opera esegetica originale di Rufino (perlomeno tra quelle a noi note). Noti solo costituisce 1111 importante commento al capitolo 49 della Genesi, ma in essa sono assai evidenti gli intenti morali e ascetici di Rufino, i suoi sforzi tesi all'edificazione del perfetto cristiano.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
1. Vita e opere
Rufino è molto restio a fornire testimonianze personali riguardo alla sua vita. I pochi indizi diretti risalgono per la maggior parte al periodo della controversia origenista durante la quale egli dovette difendere la propria attività e soprattutto la propria ortodossia. Per il resto, oltre a qualche breve ragguaglio sparso nelle sue opere, la biografia di Rufino è frutto di ricostruzione attraverso le testimonianze dei suoi contemporanei.
La sua nascita è da datarsi intorno al 345, essendo egli di qualche anno più vecchio di Girolamo, nato probabilmente intorno al 347. È necessario ricorrere nuovamente a Girolamo per stabilire il luogo di nascita, in quanto egli nomina Rufino almeno due volte come originario di Iulia Concordia, non lontano da Aquileia 1. Palladio, autore della Storia Lausiaca, lo ricorda come uomo di buona famiglia, notizia che induce a pensare che dopo i primi studi a Concordia e Aquileia, Rufino abbia percorso il regolare ciclo scolastico a Roma. Purtroppo non si posseggono dirette testimonianze del suo soggiorno romano da collocarsi tra il 359 e il 366/368 circa, ma si può immaginare che anch'egli facesse parte di quel gruppo di giovani studenti che è ricordato da Girolamo.