Quest'opera giudaica, composta in lingua greca probabilmente in Egitto nel 70 d.C., ha il suo nucleo centrale nella visione da parte di Abramo di tutta la terra e del giudizio che attende le anime presso le porte dell'aldilà: visione che offre a Dio l'occasione per rivelare la sua volontà salvifica nei confronti dell'uomo. Il testo ebbe grande diffusione tra i cristiani d'Oriente, a conferma di quanto comune fosse in origine il patrimonio religioso e culturale dei seguaci delle due fedi.
INTRODUZIONE
Il genere letterario
Il piccolo scritto giunto a noi in una duplice recensione (TAb A e TAb B) sotto il nome di Testamento di Abramo dovrebbe riguardare, stando ad alcune espressioni del testo, le ultime disposizioni del patriarca intorno ai suoi beni. Come Dio stesso ha ordinato all'arcangelo Michele di ricordargli, Abramo è divenuto assai ricco per le benedizioni effuse su di lui e perciò, essendo giunta l'ora di andare dal suo Signore, deve mettere a posto gli affari della sua casa e provvedere ad assegnare l'eredità. Abramo però non si dà pensiero dell'avvertimento, che gioca quindi solo da pretesto per la venuta dell'arcangelo e per l'avvio della storia.
Questa, nella sua forma originale, è tutta ritmata dal rifiuto del patriarca, giunto a tardissima età, di accettare il comune destino di tutti gli uomini, cioè la morte, ed ha il suo nucleo centrale nella visione di tutta la terra — a cui si aggiunge per iniziativa di Dio quella del giudizio che attende le anime presso le porte dell'aldilà — che Abramo aveva richiesto apparentemente come ultimo desiderio, in realtà come per dilazionare per quanto possibile la del inondo e del giudizio scaltro espediente dipartita dal mondo visione diventano invece l'occasione per Iddio per rivelare la sua confronti degli uomini.
Questa volontà salvifica sembra l'insegnamento primario dello scritto originale, il quale dunque, pur utilizzando il genere delle "ascensioni" o delle "apocalissi", intende essere un vero e proprio testamento. però di ordine spirituale.
Questo genere, come è noto, ha la sua ispirazione biblica nei discorsi in punto di morte di Giacobbe (Gen. 49) e di Mosè (Deur. 33) e ha la sua espressione più classica nei Testamenti dei Dodici Patriarchi. In questo scritto ognuno dei dodici figli di Giacobbe riassume la storia della sua vita, arricchita con particolari fantastici, facendola seguire da una pertinente ammonizione ai propri discendenti perché evitino i difetti e le colpe di cui si macchiò l'antenato ed imitino invece le virtù che lo distinsero. Verso la fine di ogni Testamento, vengono fatte delle predizioni di una certa ampiezza circa il futuro delle tribù, ad eccezione della tribù di Gad, dove questa parte è ridotta ad un paio di versetti. Il Testamento di Abramo segue all'incirca questo schema, con la peculiarità di trasmettere il messaggio non in forma discorsiva, mediante ricordi, ammonimenti e predizioni, ma in forma narrativa, mostrando il protagonista in azione.
Una didattica questa che si collega alla parabola, al racconto di azioni simboliche, ad interi libri biblici, come quelli di Giona, Rut, Tobia.
Le due recensioni del Testamento di Abramo
Il Testamento di Abramo fu scritto in lingua greca, con ogni probabilità in Egitto. L'operetta ci è però giunta sotto due forme distinte, diverse anche nella lunghezza - e talora anche nello stile, sintassi e vocabolario -, che gli studiosi ritengono recensioni di un più antico originale andato perduto. Delle due recensioni, quella più lunga (TAb A), sembra conservare meglio il testo originale, assai sbrigliato nella fantasia e, almeno un paio di volte, in stridente contraddizione con il testo biblico. Una prima volta, proprio all'inizio, con l'indicazione degli anni di vita di Abramo: 995 anni per il nostro testo, 175 anni per la Bibbia (Gen. 25, 7); una seconda volta, e qui davvero in modo imperdonabile, facendo assistere Sara alla morte del marito, mentre è noto quanto nel testo biblico Abramo abbia faticato per acquistare da Efron l'Hittita la caverna di Macpela proprio per seppellirvi la moglie diletta (Gen. 23). Ora, la recensione più breve (Tab B), oltre ad eliminare alcune pagine cariche di eccessivo barocchismo - i vari volti e metamorfosi della Morte -, si cura di rimuovere le contraddizioni nei confronti del testo biblico: non menziona l'età di Abramo, ma dice solo che egli "era assai vecchio", e soprattutto fa precedere la morte di Sara a quella di Abramo, che provvede alla sepoltura della moglie prima di essere anche lui vinto dalla morte.