ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
1. Vita
Sono scarse le notizie che abbiamo di san Cirillo prima della sua elevazione a patriarca di Alessandria (412). Nipote del patriarca Teofilo, di cui fu successore, Cirillo nacque probabilmente a Theodosiou, forse l'attuale Mahalla el Kubra, nel delta del Nilo. Da alcune lettere di Isidoro di Pelusio a lui indirizzate, si ricava che Cirillo sarebbe vissuto per qualche tempo tra gli eremiti di Pelusio, per dedicarsi alla vita ascetica. La prima data sicura della sua vita è il 403, anno in cui egli accompagnò lo zio Teofilo a Costantinopoli e partecipò al «Sinodo della Quercia», presso Calcedonia. A iniziare dal 429 abbiamo maggiori informazioni sul suo conto: da quest'anno inizia la sua lotta in difesa della ortodossia contro Nestorio; argomento, questo, di cui parleremo più diffusamente in seguito.
Quattro giorni dopo la deposizione di Nestorio (22 giugno 431), Cirillo è deposto, in un contro-sinodo, da Giovanni di Antiochia, postosi a capo dei vescovi della provincia ecclesiastica antiochena e degli amici di Nestorio. Alla decisione di questo sinodo fa riscontro, da parte di Teodosio, la deposizione e la carcerazione di Cirillo e di Nestorio. Qualche mese dopo (30 ottobre 431), Cirillo è però reintegrato da Teodosio, mentre Nestorio va a chiudersi in un monastero di Antiochia. Nel 433, tracciata una linea di accordo fra Alessandria e Antiochia, Giovanni di Antiochia accetta la condanna di Nestorio, mentre Cirillo sottoscrive una professione di fede (come probabilmente da Teodoreto di Ciro, sostenitore di Nestorio) di non chiara esposizione, per cui dovette più volte difendere la sua dottrina cristologica da molti attacchi e false interpretazioni. Morì il 27 giugno del 444.
2. Gli scritti
Gli scritti di Cirillo possono dividersi in testi esegetici, dogmatici e polemici, lettere, lettere pasquali, sermoni. Gli scritti esegetici costituiscono la maggior parte delle sue opere. Fortemente legato alla tradizione alessandrina, Cirillo interpreta allegoricamente l'Antico Testamento, mentre per il Nuovo preferisce il senso letterale. Tra gli scritti sull'Antico Testamento citiamo L'adorazione e il culto nello spirito e nella verità, i Glaphyra, il Commento a Isaia, il Commento ai profeti minori. Sul Nuovo Testamento, il Commento al Vangelo di Giovanni, il Commento al Vangelo di Luca, il Commento al Vangelo di Matteo.
Gli scritti dogmatici e polemici sono rivolti:
a) contro gli ariani: Il tesoro della santa e consustanziale Trinità; La santa e consustanziale Trinità;
h) contro Nestorio e i nestoriani: Sulla vera fede all'imperatore Teodosio; 1 dodici anatemi contro Nestorio; Tre apologie; Note sull'incarnazione dell'Unigenito; Contro chi non vuole confessare che la santa Vergine
sia la Madre di Dio; Contro Diodoro e Teodoro; Perché il Cristo è uno;
c) a Giuliano che aveva scritto Contro i Galilei Cirillo lo rispose con il Contro Giuliano. Dei trenta libri che Cirillo .scrisse contro Giuliano sono rimasti i primi dieci, dai quali si può conoscere il contenuto del primo libro di Giuliano.
Le omelie pasquali, che Cirillo scrisse con fedeltà alla tradizione della Chiesa alessandrina, sono di contenuto parenetico. Furono composte tra il 414 e il 442.
I sermoni, pubblicati sotto il titolo di Omelie diverse, sono una ventina e di vario contenuto. Le Lettere scritte da Cirillo costituiscono una voluminosa corrispondenza molto interessante per la storia dello Stato e della Chiesa, per la conoscenza dei rapporti fra l'Oriente e l'Occidente, delle rivalità fra le scuole teologiche e le varie sedi episcopali, per la storia del dogma (soprattutto quelle indirizzate da Cirillo a Nestorio).
3. Teologia trinitaria e cristologia
Penso che sia opportuno, giacché tale dottrina costituisce il tema centrale e costante del Commento al Vangelo di Giovanni, premettere alcune considerazioni teologiche sui due misteri principali della fede: l'unità e trinità di Dio e l'incarnazione del Verbo.
La teologia trinitaria è la teologia del mistero dell'unico Dio in tre persone, che si snoda nella storia della rivelazione nell'Antico e nel Nuovo Testamento, nella formulazione teologica e delle dottrine che ad essa si oppongono. La storia del dogma di questo mistero ha inteso difendere le affermazioni del Nuovo Testamento con lo sviluppo di tutto il patrimonio concettuale acquisito attraverso l'esatta definizione dei termini che lo riguardano (natura, essenza, persona, ecc.), contro i tentativi di distruggere il mistero biblico ricorrendo a sempre più sottili disquisizioni. Le eresie fondamentali sono state il niodalismo, il triteismo, il subordinazianismo.
Secondo i dati della rivelazione, in Dio, principio di attività vitale immanente, sostanziale, necessariamente attuale, l'azione non deriva dalla legge del divenire, una da assoluta piena comunicazione del proprio essere increato in due processioni.