ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
1) Il libro dei Salmi i fu molto letto e amato da Gregorio e il riferimento ad esso compare in tutto il corso della sua opera, testimoniando una lettura e un interesse costanti. Il trattato Sui titoli dei Salmi che è qui presentato in traduzione insieme a una breve omelia sul sesto salmo, è l'opera più importante del nostro autore riguardo a questo argomento, ed è la più indicativa della sua teoria esegetica in merito a questo testo biblico.
2) La questione della data di composizione di quest'opera e dell'omelia che si mostra ad essa strettamente collegata è piuttosto incerta: non esiste infatti alcun riferimento preciso che consenta di collocarla con sicurezza nel quadro cronologico dell'attività del Nisseno. Daniélou ha cercato di datarla sulla base di elementi interni che consentissero un raffronto con altre opere di più sicura datazione. Le ragioni da lui addotte, pur non essendo cogenti, costituiscono tuttavia un'ipotesi plausibile che consente di fissare approssimativamente la data del trattato Sui titoli dei Salmi e dell'omelia Sul sesto salmo e sull'ottava. Secondo il Daniélou, la preoccupazione mostrata da Greorio nell'introduzione dell'opera per un'esegesi «metodica», technike, che sappia esprimere la tkolotithia o continuità significativa del testo, avvicina il trattato Sui titoli dei Salmi a quello Sull'Esamerone, che è del 380-381, mentre i richiami presenti nel corso della trattazione alla teoria origeniana della apocatastasi ricordano il trattato Sull'anima e la risurrezione, del 381-382. D'altro canto, alcuiii passi dell'opera dalla coloritura platonica richiamano il trattato Sulla verginità, collocabile intorno all'anno 372. Quindi il nostro trattato potrebbe essere un'opera della giovinezza di Gregorio, probabilmente degli anni dell'esilio, intorno al 376-378, anteriore alla reazione di Gregorio all'origenismo avvenuta nella sua maturità, dopo il 380.
Queste conclusioni del Daniélou sono accettate da G. May e da M.J. Rondeau, la quale aggiunge argomenti alla tesi del Daniélou, mettendo in rilievo l'uso ancora relativamente rozzo di una tecnica esegetica che verrà impiegata con molta più maestria nelle opere successive, e la scarsa presenza dei temi della tenebra divina e dell'epektasis, ossia della tensione dell'anima verso Dio, che si ricollega al concetto dell'infinità divina in contrapposizione ad Origene ed è tipico della mistica gregoriana della maturità.
H.I. Marrou, commentando la dottrina dell'armonia universale e dell'uomo microcosmo, sviluppata nel nostro trattato (cap. III della parte I), nota come questa dottrina è qui accettata, mentre nel trattato Sull'anima e la risurrezione ne viene limitata l'importanza e in quello Sulla creazione dell'uomo essa è respinta con veemenza.; quindi lo studioso conclude che qui Gregorio non ha ancora sviluppato completamente le sue concezioni e ne trae argomento per confermare la datazione proposta da Daniélou, in quanto il trattato Sulla creazione dell'uomo è abbastanza sicuramente databile intorno al 379380. Questa considerazione ha il suo peso, ma il diverso atteggiamento di Gregorio di fronte alla concezione dell'uomo microcosmo potrebbe anche essere spiegato in base alle differenti esigenze argomentative in ogni singola opera.
M. Alexandre, invece, partendo dal carattere un poco artificiale della esegesi dell'opera, sostiene che la nozione akolouthia, qui presentata, sia stata sviluppata prima nei trattati Sull'Esamerone e Sulla creazione dell'uomo, i quali sarebbero il suo luogo naturale, mentre il suo uso nel trattato in questione si spiegherebbe come una forzata trasposizione sul piano esegetico di uno strumento concettuale nato anteriormente, cosicché il trattato Sui titoli dei Salmi andrebbe postdatato. Contro questa ipotesi argomenta M. Canévet, la quale rileva come in quest'opera Gregorio utilizzi uno schema esegetico.