INTRODUZIONE
1. I Giudici: il libro del fuoco antico
Essi si dissero l'un l'altro: Non ci ardeva forse il cuore nel petto, mentre egli conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?
Ci sembra che questo testo pasquale possa introdurci a uno dei libri più arcaici della Scrittura, il libro dei Giudici, anche se questo, a prima vista, potrebbe ritenersi lontano dalla tematica, dal linguaggio, dal contenuto del Nuovo Testamento.
Riprendiamo dai Giudici due testi di teofania mossi e drammatici, che si direbbero rozzi, se non fossero così appassionati, nella loro violenta proposta di Dio.
L'angelo di Dio disse a Gedeone: Prendi la carne e le focacce azzime, mettile su questa pietra e versavi il brodo... Allora l'angelo del Signore stese l'estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce azzime; sali dalla roccia un fuoco che consumò la carne e le focacce azzime, e l'angelo del Signore scomparve dai suoi occhi. Gedeone vide che era l'angelo del Signore e disse: Signore, ho dunque visto l'angelo del Signore... Il Signore gli disse: la pace sia con te... e ancora, pochi capitoli dopo, nell'annuncio della nascita di Sansone, quando la speranza del dono di Dio investe dall'alto la sterilità dei genitori in attesa: Manoach prese il capretto e l'offerta e li bruciò sulla pietra al Signore, che opera cose misteriose. Mentre stavano guardando... mentre la fiamma saliva dall'altare al cielo, l'angelo del Signore sali con la fiamma dell'altare... Si gettarono allora con la faccia a terra e l'angelo del Signore non apparve più... Manoach disse alla moglie: Noi moriremo certamente, perché abbiamo visto Dio. Ma sua moglie ali disse: Se il Signore avesse voluto farci morire... non ci avrebbe mostrato tutte queste cose...
Quel fuoco antico, tutto irradiato dal cielo, che arde senza consumarsi e divora l'offerta, inondando di fede e di rendimento di grazia gli offerenti, senza che essi siano travolti dalle calde braci del rapporto divino, viene da lontano ad illuminare il fuoco nuovo, splendente della pura luce cristiana, del Cristo pasquale.
Secondo il Vangelo di Luca, i discepoli di Emmaus riconoscono il Cristo quando egli si fa altro ai loro sguardi, cioè non più visibile agli occhi della carne, ma presente allo sguardo illuminato del cuore, rivelando il fuoco dello Spirito, che è il dono proprio della risurrezione. Per quell'ardore, scoperto nella fiamma intima, i discepoli si avvedono con coscienza nuova sia della risurrezione di Gesù che della trasformazione di se stessi.
Ora, testi come quelli ricordati del libro dei Giudici ci presentano, nella vita di rapporto con Dio, il valore primordiale di questo fuoco che da lui viene, e dal quale l'uomo, con meraviglia, tremore, gratitudine, adorazione, può prendere atto che è stato gettato sulla terra.
Se è vero che il libro dei Giudici è un libro non facile per la sua stessa composizione, la lettura si apre, alla fine, nel riconoscimento della unità del disegno divino, che in ogni pagina della Scrittura attende e rivela il Datore dello Spirito: il Dio amante e salvatore, Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, dei profeti, di Cristo. Questa è la lettura origeniana, e questa ci trova, ancora una volta, del tutto consenzienti, immersi nella ricchezza e nella grazia che essa sottolinea.