INTRODUZIONE
Dal monofisismo al monotelismo
Il 1° novembre 451 si chiuse il Concilio di Calcedonia: esso, tra l'altro, aveva confermato la condanna di Nestorio e di Eutiche e aveva promulgato una formula di fede che richiamava il simbolo niceno-costantinopolitano, aveva segnato il trionfo del diofisismo e sancito la sconfitta del monofisismo. Inoltre il Concilio di Calcedonia accentuò il distacco tra Roma e Costantinopoli, tra Occidente e Oriente: il ventottesimo sollevò subito l'opposizione dei legati del Papa e successivamente le fiere proteste di Leone Magno che difese il primato di Roma, città apostolica per eccellenza, creando di conseguenza tensione tra Roma e Costantinopoli; la disputa dottrinale, unita a motivi di carattere politico e nazionalistico, staccò sempre più le province orientali dal centro dell'Impero.
Altro motivo d'incertezza fu il fluttuare della politica religiosa imperiale dopo il Concilio di Calcedoni. Agli editti di Marciano che davano forza di legge alle decisioni conciliaci si opponevano prese di posizioni di alcuni successori che andavano in senso opposto. Se l'imperatore Leone I (457-474) si fece incoronare dal patriarca di Costantinopoli e si mostrò ortodosso, l'usurpatore Basilisco (475-476) e Zenone (474-475 e 476-491) sperarono di creare l'unità religiosa intervenendo con decreti concilianti nei confronti dei monofisiti. Basilisco che era cognato di Leone I e che aveva infelicemente combattuto contro i vandali, approfittando di una congiura contro Zenone, si impadron del potere per venti mesi.
Egli era monofisita: richiamò Timoteo Ailuro che era stato mandato in esilio da Marciano, emanò un Enkyklion in cui si attribuiva la responsabilità di aver turbato «l'unità e il buon ordine delle sante chiese di Dio» al Torno di Leone Magno e al Concilio di Calcedonia e, perciò, ne ordinava l'anatema: chi non avesse accettato sarebbe stato punito. Il documento fu sottoscritto da 500 vescovi. Ma Acacio si rifiuto di firmare sostenuto in ciò dalla popolazione, dai monaci e dal clero costantinopolitano.
Nel frattempo Zenone, liberatosi dalla prigionia, avanzava alla testa di un esercito verso Costantinopoli. Basilisco, allora, abrogò il precedente editto 22, pubblicò un Antenkyklion e cercò di riconciliarsi con Acacio; ma ciò non lo salvò, perché Zenone entrò nella capitale, fece prigioniero l'usurpatore e lo gettò in carcere, dove lo fece morire di fame. Se Basilisco aveva favorito il monofisismo, Zenone puntò ad una riconciliazione, obiettivamente molto difficile, tra ortodossi e monofisiti. Perciò nel 482 pubblicò l'Enoti, che confermava la fede dei Concili di Nicea e Costantinopoli, anatematizzava Nestorio ed Eutiche, approvava gli anatematismi di Cirillo, evitava di parlare della natura o delle nature di Cristo e accennava in forma vaga (e tuttavia negativa) a Calcedonia, Ortodossi e monofisiti avrebbero dovuto sottoscriverlo: lo scopo era di pacificare i partiti avversi.