ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Girolamo e il suo ambiente storico-culturale
Girolamo (347?-419) nasce e vive nel cosiddetto periodo aureo della patristica. Una simile concentrazione di intelligenze e di santità non si è forse piú verificata nella storia della Chiesa. Tra l'Italia e l'Egitto, tra la Gallia e la Grecia, tra la Spagna e l'Asia Minore passando per la Siria e la Palestina, ossia nel mondo dove il cristianesimo sta permeando o addirittura prendendo il sopravvento sulla cultura antica, c'è tutto un fermento intellettuale, giustificato storicamente sia dalla controffensiva pagana che lancia bordate alla «nuova dottrina» — non più nuova ormai poiché da tre secoli e mezzo si sta diffondendo in tutto il mondo conosciuto, ma certamente a lungo sottovalutata benché perseguitata — sia dalle interpretazioni ereticali che di essa danno vari cristiani, nell'intento di spiegare in qualche modo razionalmente i «misteri» che una religione che si dichiara rivelata non può non contenere. Non c'è dubbio che l'intenzione originaria di questi ultimi è buona, poiché si domandano: come si può far breccia nella mentalità pagana se non giustificando razionalmente certe affermazioni, oggetto di fede, che il messaggio di Cristo trasmesso dagli evangelisti, da Paolo e dalla prima comunità cristiana, contengono? Intenzione certamente retta, è vero, ma viziata spesso da debolezze umane quali l'orgoglio o una certa ambizione di potere che fa loro dimenticare la presenza storica di una Chiesa fondata su Pietro e sugli Apostoli quale garante dell'autentica dottrina di Cristo, alla quale anche i profeti e i dottori e le altre funzioni carismatiche — pur necessarie alla santità interna e alla diffusione della Chiesa stessa — devono far riferimento.
Sta di fatto che tra gli anni 300 e 430, subito dopo la classica epoca dei martiri, spunta provvidenzialmente tutta una serie di persone nelle quali, a una esemplare santità di vita, si unisce un acume intellettuale di prim'ordine con una conseguente produzione letteraria imponente. Se prendiamo il 365 come punto mediano (Girolamo è sui 18 anni di età, nel pieno della sua formazione giovanile a Roma, alla vigilia del battesimo che riceverà nel 366), si può notare come i grandi Manasio, Efrem e Ilario si trovano verso la fine della loro vita; che Cirillo di Gerusalemme e Epifanio sono nel periodo della loro piena maturità assieme ai tre grandi cappadoci Basilio, Gregorio di Nazianzo e Gregorio di Nissa; che Ambrogio, Crisostomo e Agostino sono praticamente contemporanei di Girolamo.
Di tutti questi Girolamo non conoscerà di persona che i due Gregori a Costantinopoli (verso il 380) ma degli altri conosce gli scritti e con Agostino avrà un rapporto epistolare. Atanasio 2 non l'ha incontrato di persona, ma è stato forse colui che ha avuto indirettamente un peso determinante per la sua vita personale di cristiano. Durante un viaggio in Gallia, infatti, poco dopo aver ricevuto il battesimo, quando giunge a Treviri (Trèves), Girolamo non ammira solo il palazzo dove spesso risiede l'imperatore Valentiniano, ma soprattutto la vita monastica che Atanasio solo pochi anni prima avi aveva trapiantato dell'Oriente mentre vi soggiornava da esiliato. La Vita di Antonio 4, da lui scritta, e la vita esemplare dei monaci che ad essa si ispirano, lo toccano profondamente così che scopre il fascino della vita ascetica alla quale effettivamente si consacrerà. Un altro personaggio è presente nella vita di Girolamo tanto da influenzarne idee e opere: è Origene il quale, per quanto morto quasi un secolo prima che lui nascesse con la sua mente geniale, con la sua onestà e santità di vita costituisce ancora, grazie alle sue opere, la fonte comune cui tanti Padri attingono.
Il clima culturale del tempo non è molto dissimile da quello di oggi, almeno per quanto riguarda i problemi fondamentali. Tra i non cristiani esiste uno scetticismo diffuso circa i valori trascendenti, tanto che anche la filosofia vive un periodo di stanca. Per contrasto, molti cercano un rifugio nella magia e nell'evasione fantastica, mentre gli altri vivono dell'effimero facendone una cultura: culto del corpo, dei bagni, dei pranzi raffinati (chi lo può), dei giochi e dei divertimenti in genere 6. Malgrado il tentativo di restaurazione pagana fatto dall'imperatore Giuliano (361-363, quando Girolamo è sui 15 anni), l'adesione popolare è scarsa: il culto di Dionisio, di Demetra e di Mitra non attacca più se non come curiosità. Per la gente colta l'unico dio è la carriera e il potere.