INTRODUZIONE
1. LA FIGURA DI SAN GIOVANNI CLIMACO TRA IL VI E IL VII SECOLO
Giovanni lo Scolastico è conosciuto soprattutto con l'appellativo di Climaco ovvero con quello di Sinaitico. Climaco è un aggettivo derivante dalla traslitterazione latina del genitivo greco klímakos, che vuol dire della scala, intesa in senso spirituale quale struttura di trenta scalini o gradi di virtù, descritti in trenta sermoni protrettici, a partire dai momenti della rinunzia evangelica al mondo e per finire progredendo dal meno al più sino al vertice della paideia ascetico-mistica, cioè al momento dell'unione con Dio. Intesa nel suo senso letterale la scala di Giovanni il Sinaitico era quella scavata nella roccia del Sinai, che già dal IV secolo ricordava ai primi cristiani del luogo la biblica ascensione di Mosè sul monte e il precedente passaggio degli Ebrei pellegrini nel deserto dopo l'esodo dall'Egitto.
Poco conosciamo della vita del Santo. La biografia breve, bíos en epitomé, che scrisse il monaco Daniele sullo «Scolastico annoverato tra i santi» (PG 88, 596-608), non ci informa sul paese di origine, ma fa solo cenno delle tappe della sua iniziazione monastica: «All'età di appena sedici anni, maturo per senno come se ne avesse mille, si offrì con sincero e volontario slancio in olocausto al Sommo Sacerdote sul monte Sinai, ancora col corpo; tra gli abitatori del cielo di fatto con l'anima, da quel monte sensibile traendo l'impulso più forte per dirigere i suoi passi e puntare gli sguardi verso quello invisibile...
Passati i diciannove anni, volle correre nello stadio dell'esichia abbracciando la vita solitaria in una località chiamata Tola, palestra ascetica sita a otto chilometri di distanza dalla chiesa, e lì passò fervorosamente quaranta anni... Lì un tal Mosè, uno dei solitari, era riuscito a farsi suo discepolo per la via della vera filosofia interponendo le autorevoli preghiere di altri anziani. Questi una volta avendo ricevuto l'ordine di portare del terriccio da un altro luogo nell'orticello che innaffiava e irrigava, vi era andato subito e si era messo a lavorare con impegno, ma sorpreso verso il mezzogiorno dal solleone di quel mese, il più caldo dell'anno, si riparò dietro a un macigno prendendosi lì un po' di riposo all'ombra, senza rendersi conto del pericolo che correva; dal quale lo liberò il Signore che salva di solito chi a Lui si rivolge.
Di fatto allora al suo maestro, che nella cella attendeva a sé e a Dio in orazione, preso come da un sonno leggero, apparve come in visione un venerando sacerdote che lo rimproverava di quel sonno dicendogli: — Come puoi dormire tranquillo mentre il tuo Mosè corre pericolo di vita? Preso da un soprassalto, ricorse subito all'arma della preghiera per soccorrere il suo discepolo. Quando la sera tornò gli chiese che malanno gli fosse occorso senza che se ne rendesse conto, e quello rispose: "Mi stava cadendo sopra un gran macigno mentre stavo prendendo sonno nell'ora più calda, e mi avrebbe schiacciato se all'udire la tua voce non fossi saltato d'un balzo via di lì". Giovanni, umile qual era, non gli rivelò quanto aveva visto, ma ringraziò nell'intimo del cuore il buon Dio, con tutta la forza della divina carità».
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Francesca Paola Telaretti Savarese il 9 maggio 2018 alle 09:32 ha scritto:
Bellissimo libro. Descrive i trenta scalini da percorrere per raggiungere la perfezione spirituale. I combattimenti da intraprendere per la sconfitta dei demoni che ci ostacolano nel cammino spirituale attraverso esempi di vita dei monaci antichi e svelando i rapporti tra i vizi e le loro connessioni.