INTRODUZIONE
1.Circostanze storiche
I sette Discorsi in lode di s. Paolo, che vengono qui presentati per la prima volta in versione italiana, si possono considerare il più celebre panegirico composto da Giovanni Crisostomo. Aniano di Celeda, che li tradusse in latino, disse che l'Apostolo non vi è solo raffigurato, ma quasi risuscitato, per offrire di nuovo un esempio di perfezione. È nota del resto la particolare predilezione di Crisostomo per la figura e il pensiero di Paolo, di cui commentò tutte le epistole, ivi compresa la Lettera agli Ebrei, essenzialmente in forma omiletica e anche, come nel caso della Lettera ai Galati, nella veste di un'esposizione continua del testo. A. Piédagnel, che nell'introduzione alla sua recente edizione critica di questi Discorsi si è a lungo soffermato, fra l'altro, sulle circostanze storiche della loro composizione e sul relativo genere letterario, ritiene che essi possano risalire al periodo antiocheno del nostro autore, in un arco di tempo verosimilmente compreso tra il 387 e il 397.
Ad ogni modo, soltanto per il quarto Discorso si è certi che fu composto ad Antiochia, sia perché Crisostomo, accennando ad alcuni episodi avvenuti sotto l'impero di Giuliano, parla, come di un fatto ben noto ai suoi ascoltatori, del fulmine che si abbatté sul tetto del tempio di Apollo, da identificare con quello situato a Dafne, sobborgo di Antiochia, sia perché, subito dopo, fa riferimento alla siccità delle « nostre fonti », che non possono essere che quelle di cui la medesima città andava orgogliosa'. Si può inoltre ipotizzare che almeno alcuni di questi Discorsi furono pronunciati in occasione di urta festa liturgica in onore di san Paolo, in quanto Crisostomo, rivolgendosi al suo uditorio, parla dell'Apostolo che « oggi ci ha riuniti in assemblea », anche se è difficile precisare di quale festa si trattasse.
2. La struttura dei Discorsi
Anche se i Discorsi in lode di s. Paolo si inseriscono nel solco della tradizione panegiristica sia profana che cristiana, si distaccano notevolmente dallo schema prestabilito dell'encomio per assumere un andamento più indipendente secondo procedimenti diversificati con
sviluppi talvolta irregolari, come ha ben messo in evidenza Piédagne. Ogni Discorso è incentrato su un tema principale che illumina un aspetto specifico della personalità e dell'attività apostolica e missionaria di Paolo, e termina sistematicamente con una breve dossologia imperniata, come si concludono di solito le omelie crisostomiane, sulla grazia e la bontà di nostro Signore Gesti Cristo; solo il settimo' e ultimo Discorso presenta una dossologia più ampia e di carattere trinitario.
Il primo Discorso, dopo una dichiarazione, tipica della tecnica panegiristica, in cui si manifesta l'inadeguatezza dell'autore a celebrare degnamente le lodi di Paolo, mira a rilevare la superiorità dell'Apostolo nei confronti di alcuni tra i più significativi personaggi dell'AT quali Abele, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Giobbe, Mosè, David, Elia. Crisostomo termina estendendo il confronto anche a Giovanni Battista e infine agli angeli, con i quali Paolo, pur essendo rivestito di un corpo mortale, era capace di gareggiare nella completa obbedienza a Dio e nel fervore del ministero per la salvezza del mondo.
Nel secondo Discorso l'accento viene posto sull'infaticabile esercizio della vinti da parte di Paolo che con il suo esempio ha mostrato a quali vette possa giungere la natura umana, pur mortale e transeunte, se alla grazia divina aggiunge un impegno saldo e costante.
Il tema del terzo Discorso è l'amore che più di ogni altra virtù accomuna a Dio e che è stato vissuto dall'Apostolo nei confronti di tutti, Giudei e pagani, con l'ansia continua di condurre a perfezione ogni uomo. Egli ha realizzato questo amore prendendosi cura delle necessità sia spirituali che materiali dei suoi fratelli, e manifestando nelle sue opere e nei suoi scritti che esso deve essere anteposto a qualsiasi prodigio o carisma.
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Don leonardo MANULI il 3 ottobre 2011 alle 21:18 ha scritto:
occorre riscoprire sull'esempio dei Padri le omelie incentrate sulla santità.Questo su san Paolo è una vetta tra le omelie di san Giovanni Crisostomo,sempre attuale e di aiuto per gli omileti.